“La donna seduta” alle MTM Teatro Litta – Recensione

RECENSIONE:

È costretta a vivere su una sedia la donna che Copi aveva creato e resa protagonista del suo celebre fumetto, metafora della costrizione all’immobilismo impostole da una società classista. Lei fa un cenno di ribellione rivolto al suo autore ma è solo un cenno perché sembra rassegnarsi alla sua condizione e cerca di trovarvi, inventandolo, il lato migliore, novella Minnie che al risveglio mattiniero dichiara che anche quello sarà un giorno felice. Porta in grembo un piccolo televisore i cui programmi le fanno compagnia e una volta all’anno, il giorno 22 marzo, telefona a un’ amica per aggiornarsi sul suo stato di salute e disquisire sui due tipi di orgasmo, vaginale o clitorideo. Ed è poi tutto un susseguirsi di riferimenti sessuali che nascondono in realtà la ricerca di un affetto che non si è avuto e che forse si è avuto male perché infatti parlare di sesso, paradossalmente, è più facile che parlare di affettività, argomento censurato da una forma di pudore che protegge l’espressione del sentimento. A farle visita sono animali che provocano a volte la sua irritazione, altre una forma di curiosità morbosa. C’è una noiosa lumaca, un pollo troppo chiacchierone e un topo sfrontato che le fa offerte sessuali alle quali la donna non sembra neanche del tutto aliena dal rifiutare ma vorrebbe del tempo “per pensarci su”. La donna ha avuto un marito che scoprì di essere omosessuale e morì suicida e una figlia irriguardosa che la irrita con le sue domande sul sesso e quando chiede spiegazioni su come nascono i bambini. Ha anche a che fare con la giovane Irina, di età imprecisata, che era stata in Marocco per cambiare sesso ma che non sa dare una spiegazione del perché di quella sua scelta. Costei è oppressa dalle angherie della madre che cerca invano di farle mangiare la minestra ed è difesa dalla donna seduta che le offre una caramella con la promessa di portarla con sé nella Cina comunista.

Una volta che la donna seduta si alza trova poi la sua sedia occupata da un’altra se stessa con la quale deve ingaggiare una lotta per riappropriarsi della sua proprietà, simbolo di luogo di osservazione del mondo-fuori di cui lei è diventata spettatrice e alla visione del quale non sa o non può rinunciare perché esso rappresenta, pur essendo alienante, la sua sopravvivenza. Ne ha bisogno perché spera che in quel mondo arrivi anche per lei il tram che alla Tennessee Williams si chiama Desiderio e perché possa, quasi proustianamente, ritrovare un mai conosciuto o dimenticato “tempo che fu”. E ci spera ancor di più quando il suo inventore, Copi, si fa vivo per prometterle un mantello che la libererà dall’immobilità in cui l’ha fatta vivere per sì lungo tempo.

I personaggi creati da Copi, oltre a quello del fumetto della donna seduta, sono ripresi anche da altri scritti dell’autore argentino e richiamati in vita dallo spettacolo di Orlandini in un caleidoscopio di musiche e di colori che provocano risate ma anche riflessioni sulla società del secolo scorso e di quello attuale. I temi di critica alla società borghese perbenista vengono affrontati attraverso quadri e personaggi che con le loro espressioni e abiti grotteschi mostrano la sofferenza esistenziale di un vivere alienato, creature in cerca di riscatto che vivono nel paradosso, attraverso una scrittura fatta di azioni surreali. Marco Oliva indossa i panni della donna seduta che sa essere sguaiata e dolce a seconda delle situazioni, da una parte rassegnata a un’esistenza stagnante povera di prospettive future, dall’altra agognante a una vita che possa realizzare i suoi sogni d’amore, mai completamente spenti. Umberto Banti e Michele Clementelli interpretano tutti gli altri personaggi che agiscono sulla scena e che di volta in volta fronteggiano la donna seduta rivelandosi particolarmente divertenti nei rispettivi ruoli di Irina e di sua madre in una scena-tormentone che si ripete per quattro volte. I molteplici e coloratissimi costumi sono dovuti alla mano felice di Anna Bertolotti che ha curato anche la scena costituita da un pannello centrale che ha la funzione di una quinta dietro la quale avviene il cambio dei costumi e valorizzata dal gioco di luci di Fusto Bonvini. Beatrice Cammarata si è occupata del trucco, volutamente molto carico, per far assurgere a fisionomie grottesche i volti di tutti i personaggi interpretati dai tre attori. Eccellenti le musiche trascinanti a firma di Gipo Gurrado, le quali sono state un altro elemento essenziale per i balli e la movimentazione in genere degli attori che, bravissimi, non si sono risparmiati, guadagnandosi nella prima rappresentazione un profluvio di applausi in un teatro pieno di un pubblico divertito. Lo spettacolo sarà in scena fino a domenica 16 aprile.

Visto il giorno 13 aprile 2023

(Carlo Tomeo)

MTM Teatro Litta – dal 13 al 16 aprile 2023

LA DONNA SEDUTA

da Copi

uno spettacolo di Claudio Orlandini

con Umberto Banti, Michele Clementelli, Marco Oliva

scene e costumi Anna Bertolotti

aiuto costumista Andrea Luvrano

luci Fausto Bonvini

trucco Beatrice Cammarata

musiche originali di Gipo Gurrado

Teatro Litta

Da giovedì a sabato ore 20.30 –domenica ore 16.30

intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 – 15,00€, scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto DVA 12,00€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€

durata dello spettacolo: 80 minuti

Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45

Scarica l’App di MTM Teatro e acquista con un clic

Abbonamenti: MTM La cura e l’artificio, MTM La cura e l’artificio Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4

Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Categorie RECENSIONI

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