“Igiene dell’assassino” al Teatro Gerolamo – Recensione

RECENSIONE:

La trasposizione a teatro dell’intrigante primo romanzo di Amelie Nothomb è stata voluta da Sergio Ferrentino nella forma di radiodramma dove è stato usato un sistema di microfono binaurale per cui la vocalità è riprodotta al meglio tramite l’ascolto in cuffia ed è arricchito da suoni ed effetti esterni che si mescolano al linguaggio orale. La trama dell’”Igiene dell’assassino” è apparentemente molto lineare: il protagonista è Prétestat Tach, premio Nobel per la letteratura, famoso per la sua misantropia. I giornalisti più affermati non riescono ad intervistarlo, malgrado le numerose suppliche avvenute da parte di personaggi potenti. Quando l’uomo scopre di avere davanti a sé solo due mesi di vita, perché affetto da un cancro alle cartilagini, che la Nothomb definisce con un nome di sua invenzione “sindrome di Elzenveiverplatz”, accetta di farsi intervistare da quattro giornalisti (Nell’adattamento di Ferrentino i giornalisti sono tre). I primi che sono chiamati a compiere l’intervista sono due uomini che, con le loro domande professionali, interrogano lo scrittore cercando di carpirgli informazioni inedite della sua vita della quale nulla si sa. ma l’intervistato non lascerà trapelare nulla di sé e dileggerà prima l’uno e poi l’altro che alla fine si vedranno costretti ad abbandonare l’impresa. L’ultima persona a effettuare l’intervista sarà una donna che, a differenza dei suoi colleghi, ha letto e studiato attentamente tutti i ventidue romanzi del letterato. La giornalista sfuggirà agli sbeffeggiamenti dell’uomo riuscendo a trasformare l’intervista in un interrogatorio per cui lui, che fino ad allora si era mostrato volgare nel linguaggio e immorale nel pensiero, si vedrà costretto, suo malgrado, a subire un pressante interrogatorio sulla sua vita giovanile da cui emergerà un terribile segreto che sarà la causa per la quale non aveva ultimato un suo romanzo incompiuto dal titolo “Igiene dell’assassino”.

Il romanzo della Nothomb, che è formato, tranne le prime tre pagine, esclusivamente da dialoghi, si presta molto alle rappresentazioni in teatro, ma ovviamente non può essere trasposto interamente. Ferrentino ha colto i punti più salienti, destrutturando l’opera e ristrutturandola a fini squisitamente di lettura per radiodramma. All’inizio, durante le prime due interviste condotte dai giornalisti, i dialoghi sono intrisi da una vena umoristica, anche surreali, per le risposte che lo scrittore fornisce agli intervistatori, prendendosi gioco di loro con battute sarcastiche, volgari. Sfugge alle domande che gli vengono rivolte, provocandone il disgusto nel raccontare la composizione della sua dieta intrisa di grassi animali e della sua “via crucis intestinale”. Quando gli viene chiesto se nelle sue opere si erge a giudice risponde. “io non giudico, diagnostico” e, quando viene accusato di misoginia, accenna al femminismo degli altri secoli, quando le donne erano ideologicamente e senza fraintendimenti separate dagli uomini, mentre quelle di oggi sono vittime di loro stesse: ” Oggi si fa credere alle donne che sono uguali agli uomini e loro, essendo stupide, ci credono”. L’atmosfera cambia nel momento in cui a intervistare Tach è la donna: qui si aprono spiragli sulla sua psicologia. Da un’iniziale, volgare definizione sulla funzionalità del cazzo, la cui unica capacità è quella della creazione, si passa a nominare “Morte a credito” di Céline, quasi a mostrare un’identificazione del personaggio principale del romanzo. L’azione verbale diventa sempre più incalzante, la donna non concede tregua all’uomo per fargli confessare il suo segreto nascosto e che alla fine verrà rivelato: ora l’uomo prima di morire potrà terminare il suo romanzo rimasto incompiuto.

Durante la lettura, in alcuni momenti particolari il suono di un diapason sottolineava le battute più dense di tensioni. Affascinanti i vari interventi delle musiche originali di Gianluigi Carlone. I tre attori che ricoprono il ruolo dei giornalisti, illuminati da un occhio di bue, hanno recitato uno alla volta leggendo da un leggio. Solo il personaggio di Tach, che la Nothomb chiama simbolicamente “Prétestat”, è rimasto sempre in scena, seduto su una poltrona che fungeva da sedia a rotelle, spalle al pubblico che ne poteva vedere solo la nuca. Eccellenti sono state le prestazioni attoriali con una menzione speciale a Daniele Ortelli nel ruolo dello scrittore. Al termine moltissimi applausi con diverse chiamate sul proscenio.

Visto il giorno 12 novembre 2022

(Carlo Tomeo)

IGIENE DELL’ASSASSINO
adattamento e regia Sergio Ferrentino
con Daniele Ornatelli, Valeria Perdonò, Nicola Stravalaci, Roberto Recchia
musiche originali di Gianluigi Carlone | luci Roberto Recchia | produzione Fonderia Mercury Produzione Fonderia Mercury

In scena il 12 e 13 novembre 2022

TEATRO GEROLAMO
Piazza Cesare Beccaria 8 – 20122 Milano
Tel. 02 36590120 / 122 (uffici) | 02 45388221 (biglietteria)
Email info@teatrogerolamo.it
http://www.teatrogerolamo.it

Categorie RECENSIONI

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