“7 notti” all’Alta Luce Teatro – Recensione

La tranche de vie di una coppia che vive una storia d’amore dalla conduzione fluttuante come l’altalena basculante di quattro metri che occupa tutto il palcoscenico e sui bordi della quale i due agiscono alternativamente con il proprio corpo e con gli oggetti che li identifica, per appropriarsi di quello spazio che considerano proprio e che hanno paura di perdere. Uno spazio che rappresenta la supremazia del proprio io o almeno di quello che viene considerato tale. Lorenzo e Sophie si sono appena conosciuti dove e in che modo non è dato di sapere, li troviamo all’inizio nell’appartamento di lei, pronti a consumare una notte d’amore. Forte è il desiderio di entrambi e subito lo soddisfano appassionatamente avvolti in quello che potrebbe essere un enorme lenzuolo trasparente di plastica, scelto tale per esigenza di rappresentazione, e però il tipo di materiale con il quale è formato potrebbe essere simbolo della qualità del sentimento di cui si parla nel corso della vicenda. L’entusiasmo dell’amplesso, poi il “dopo”, che in situazioni similari è di ordinaria amministrazione. Una forma d’imbarazzo, che di fronte all’irruenza del desiderio d’appagare l’istinto fisico non si era provato prima, ora che si naviga in acque più tranquille, prende piede, un po’ per curiosità e un po’ per convenzione, la necessità di fare una conoscenza più approfondita per cercare di conoscere meglio i reciproci caratteri. La più impacciata sembra essere Sophie che nella sua insicurezza chiede a Lorenzo quanto gli sia piaciuto e questi, apparentemente per nulla imbarazzato, non nasconde il suo entusiasmo, pronto a ripetere l’esperienza. Lei gli chiede esitante se intende trascorrere la notte a casa sua, lui è pronto ad accettare senza ravvisare nella cosa alcun problema. Lei, al contrario, un piccolo problema lo intravede pensando a come al risveglio del mattino ci si trovi così brutti da smorzare l’attrazione fisica. In realtà interpreta la cosa come una forma di impegno a iniziare una relazione che non le dispiacerebbe e però nello stesso tempo non vuole dare l’impressione di apparire troppo disponibile in un tempo così breve di conoscenza. Il colloquio continua e si prolunga per tutta la notte: quella è la prima di sette notti particolarmente significative nella relazione di dodici anni dei due protagonisti della pièce.

Dodici anni di una storia d’amore la cui intensità è sottoposta continuamente a insofferenze e insoddisfazioni caratteriali dei due, alti e bassi che trovano momenti cruciali proprio in sette notti particolari dove la personalità di entrambi si manifesta con intensità inusitata. Lorenzo, pianista, spesso in tournée anche all’estero, troppo attento alle recensione dei critici che assistono ai suoi concerti. Sophie, che fin da piccola desiderava fare la scrittrice, è in crisi perché non riesce a realizzarsi professionalmente. Entrambi riversano, più o meno consapevolmente, l’uno sull’altra le proprie angustie. Quella a rendere più pesante il rapporto è la donna con le sue insicurezze alle quali si aggiunge anche una forte gelosia a causa di Nina, una donna che, secondo lei, riveste un ruolo importante nella vita di Lorenzo. La comunicazione tra i due si fa sempre più fragile fino al punto in cui incontrano maggiori difficoltà nel capirsi: tanto che, nel momento in cui Lorenzo, come spesso accade in situazioni analoghe, le dice quella frase che in genere viene detta per salvare un rapporto logoro “dovremmo sposarci”, lei risponde “con chi?”. Molte sono le cose che entrambi vogliono far sapere l’uno all’altra ma si intuisce che non tutte le parole scelte a formare la frase che dovrebbe essere significante sono quelle più adatte. E questo capita in particolare a Sophie e soprattutto di notte, in una di quelle sei rimaste dopo la prima, quando lei rimane sveglia e, quasi sotto l’effetto di una “saudade”, desidera comunicare mentre lui rivendica la sua necessità di dormire. La settima notte sarà quella decisiva sul loro rapporto e riserverà la sua sorpresa della quale, a evitare spoiler, non si dirà qui.

Commedia minimalista dal dialogo vivace, in più punti scoppiettante, in cui il tema dell’amore è inquadrato a 360 gradi e trattato in tante sue declinazioni. Argomenti come l’insicurezza personale con i suoi effetti nei rapporti sentimentali, desideri irrealizzati o realizzati male, paura della solitudine messi in contrasto con l’individualismo della persona al fine di raggiungere quell’equilibrio necessario a un buon rapporto sentimentale. Su tali argomenti Silvia Beillard ha costruito il suo testo passando al microscopio le varie sfaccettature dell’animo umano su un argomento così vasto. Croce e delizia del rapporto di coppia dove anche la parte meno piacevole, pur restando argomento profondo, è trattata dalla drammaturga con quella ironia che suscita tenerezza perché in fondo ciascuno di noi vi si identifica.

I protagonisti appaiono come la coppia ideale per interpretare i protagonisti della pièce. Cinzia Brugnola sa toccare tutte le sfumature che il suo personaggio richiede, voluttuosa nelle prime scene, sentimentale ma controllata e poi, più tardi, controllata ma sentimentale, lagnosa fino a essere litigiosa: un esplosivo contenuto eterogeneo di stati d’animo diversi, propri dell’attrice di provate capacità interpretative. Enrico Ballardini appare all’inizio come il personaggio “vittima” della vicenda perché soggetto agli sbalzi d’umore e alla gelosia della sua compagna unite alle veglie notturne provocate dalla stessa e in questo senso è molto bravo nel fare la parte di chi sopporta, fino al momento in cui, come si è soliti dire, perde le staffe, e esplode in una filippica furibonda dove mette maggiormente in luce tutte le sue provate, indiscusse capacità attoriali.

Lo spettacolo è stato molto apprezzato e più volte applaudito dal pubblico che ha riempito interamente la sala del Teatro.

Vista il giorno 18 maggio 2024

(Carlo Tomeo)

 NOTTI di Silvia Beillard

Con Enrico Ballardini e Cinzia Brugnola

Musiche Fabrizio Rabbolini – Scene Luca Virgili – Regia Silvia Beillard

Durata: 70 minuti

DATE E ORARIO: 17 e 18 maggio ore 20.30

LUOGO: ALTA LUCE TEATRO Alzaia Naviglio Grande, 190, Milano

Categorie RECENSIONI

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