“I ragazzi irresistibili” al Piccolo Teatro Strehler – Recensione

© Nicolò Feletti

“Dove c’è talento non c’è vecchiaia”. Lo dice Willy Cark a Al Lewis con modi consolatori al momento di una possibile riconciliazione che avviene dopo undici anni di inimicizia. Sono loro i ragazzi irresistibili del titolo che avevano lavorato in coppia proprio con quel nome artistico. E irresistibili lo erano stati davvero perché i loro esilaranti numeri di varietà avevano conquistato il pubblico numeroso che riempiva i teatri di Broadway. il loro sodalizio artistico ebbe termine quando Al decise di ritirarsi a vita privata gettando nello sconforto Willy che si sentì tradito e si vide privato del lavoro tanto da provare astio per l’ex collega fino a non non volerlo più incontrare. Sono trascorsi undici anni e ora vive in una camera di albergo di quarta categoria mentre conduce una vita di inerzia, visitato tutti i mercoledì dal nipote Ben che gli fa da manager per fargli ottenere invano piccoli ruoli in spot pubblicitari e intanto gli porta la spesa e il Wariety. Sarà proprio il nipote a palesargli la proposta ricevuta da un un importante network televisivo di tornare in scena in una reunion con Il vecchio partner a rappresentare uno degli sketch più famosi della coppia, quello del dottore. Ma Willy non ci sta a incontrare Al perché conserva ancora il rancore nato dal suo tradimento. E tuttavia, un po’ per l’insistenza di Ben, un po’ per l’opportunità di guadagnare denaro, accetta, incontra l’ex compagno di lavoro sul proprio territorio dove iniziano le prove dello sketch del dottore. Ed è qui che cominciano i problemi con Al che intende recitare alla lettera il testo originale del copione e Willy che, per vendetta e con la scusa di modernizzare il linguaggio, modifica una battuta che per l’altro è indispensabile. L’inimicizia tra i due si acutizzerà e alla fine sembrerà giungere a una via di non ritorno, ma poi sarà la vecchiaia e gli acciacchi sopraggiunti a diminuirne lo spessore senza nulla togliere alle punzecchiature reciproche che continueranno, pur ammorbidite, perché fanno pur sempre parte del loro DNA.

© Nicolò Feletti

La lusinghiera messa in scena di questa esilarante commedia è a opera di Massimo Popolizio ed è presente al Teatro Strehler dove ha debuttato in prima milanese il giorno 16 gennaio e vi resterà in replica fino a domenica 21 gennaio. Il testo originale, “The Sunshine Boys” del 1972, è dovuto alla penna di Neil Simon che si era ispirato al duo di vaudeville Joe Smith e Charlie Dale e fu portato sugli schermi da Herbert Ross nel 1975 con Walter Matthau nel ruolo di Willy Clark e George Burns nella parte di Al Lewis. La forza della pièce è dovuta a un testo brillante, pirotecnico, un congegno a orologeria che scorre come lava impetuosa in piena, travolgendo gli spettatori che ne rimangono vittime, felicemente soggiogate. Le loro risate che si accompagnano anche a battimani a scena aperta sono indici di totale apprezzamento e complicità. Il nome di Neil Simon, del resto, è senz’altro garanzia di successo grazie a battute imprevedibili, a dialoghi scoppiettanti e ad azioni incalzanti. Tutti ingredienti, questi, che offrono estro a due attori eccellenti, tra i più prestigiosi del nostro teatro: Franco Branciaroli che interpreta Willy Clark, agisce sulla scena con la gestualità e la vocalità che il personaggio richiede, sa essere ironico, caustico, infingardo nelle battute e nelle azioni. Umberto Orsini nelle vesti di Al Lewis appare calmo, conciliante ma nasconde la furbizia di chi si muove con circospezione per meglio sopraffare il nemico. Entrambi sono diretti da un Massimo Popolizio che lascia loro l’autonomia che meritano e assembla il resto della compagnia costituita da un gruppo di comprimari che ben si amalgamano tra loro. Tra questi ultimi sono da segnalare in particolare Flavio Francucci e Chiara Stoppa, rispettivamente nei ruoli di Ben e dell’infermiera che cura Willy ammalato.

Al termine della commedia il pubblico ha riservato calorosi e lunghi applausi a tutto il cast, in particolare ai due protagonisti, che possono veramente essere considerati ragazzi irresistibili perché come ha scritto Simon “dove c’è talento non c’è vecchiaia”

Vista il 16 gennaio 2024

(Carlo Tomeo)

Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi – M2 Lanza), dal 16 al 21 gennaio 2023

I ragazzi irresistibili

di Neil Simon, traduzione Masolino D’Amico

con Umberto Orsini, Franco Branciaroli

e con Flavio Francucci, Chiara Stoppa, Eros Pascale, Emanuela Saccardi

scene Maurizio Balò – costumi Gianluca Sbicca – luci Carlo Pediani – suono Alessandro Saviozzi

regia Massimo Popolizio

produzione Teatro de Gli Incamminati, Compagnia Orsini, Teatro Biondo Palermo

in collaborazione con CTB Centro Teatrale Bresciano e con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Fabriano

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.

Durata: 2 ore compreso intervallo

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Categorie RECENSIONI

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