“Supplici” al Teatro Carcano – Recensione

RECENSIONE:

Le supplici si muovono in un luogo senza tempo, in uno spazio occupato solo da un enorme masso in un territorio inaridito, senza vita: sono le donne di Euripide, vestiti in abiti luttuosi che avanzano verso Etra perché interceda presso suo figlio Teseo affinché chieda la restituzione dei corpi dei loro figli uccisi nella guerra di Argo contro Tebe. È Adrasto, che fu causa di quella guerra, a introdurle al cospetto del re di Atene il quale prima lo rimprovera e poi decide di aiutarlo ritenendo giusta la richiesta di seppellire i cadaveri dei soldati morti in guerra, in omaggio alle leggi panelleniche. Si attiva perciò per esaudire la richiesta ma, dimostratisi vani ogni tentativo di soluzione bonaria, vorrà ricorrere alle armi. Al termine, la guerra sarà vinta dagli ateniesi, i cadaveri saranno restituiti ma nel frattempo altri soldati hanno perso la vita da ambo le parti. Deus ex machina interverrà alla fine Atena con la sua profezia della prossima caduta di Tebe.

Serena Sinigaglia è da sempre attratta dai testi dei grandi classici perché, come dichiara, “con essi imparo cos’è il teatro e cos’è l’essere umano. Con i contemporanei imparo a conoscere la realtà presente e l’epoca in cui vivo”. E in effetti ha scelto questa tragedia di Euripide, che è atipica rispetto alle altre che l’autore greco scrisse, in quanto ha un intento politico ravvisabile, dopo circa duemilaseicento anni anche nella nostra epoca. Il tema principale riguarda la tipologia dei governi che si contrappongono ma, nello stesso tempo, si compenetrano: da una parte la democrazia che demanda il potere al popolo ma che rischia, nella scrittura del testo di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi, e adattato da Gabriele Grasso, di generare espressioni quali “libertà di fare ciò che si vuole, di disubbidire se le leggi non ci piacciono, di governare anche se non si è in grado di governare”, dall’altra l’oligarchia nella quale a comandare è un solo uomo che si conquista la fiducia del popolo usando astuzia e demagogia perché chi governa “non deve realmente possedere le buone qualità ma deve far credere di poterle ottenere”. Sulla scena l’argomento è affrontato da Teseo e l’Ambasciatore di Tebe in un dialogo intriso di retorica dove sono ravvisabili più di un riferimento a governi attuali della nostra epoca. Lo stesso Teseo (Arianna Scommegna), governatore di un paese democratico, mentre tesse le lodi del suo governo, ne parla con ironia, quasi a non voler credere alle parole che pronuncia. In effetti secondo alcuni studiosi pare che Euripide quando scrisse la tragedia, deluso dall’amministrazione di Atene divenuta carente, stesse mutando pensiero in merito ai regimi di governo democratico.

Altro tema fondamentale della tragedia, che è di carattere universale, è quello della guerra che infiamma gli animi per “troppi ideali ingannevoli” e votati alla vittoria, mentre invece, come viene recitato nella tragedia, “l’uomo che merita è colui impara a perdere. Solo così sarà sconfitto il mostro”. Guerre che arrecano lutti soprattutto alle donne. E infatti queste declameranno alla fine “Noi vinte, noi abbattute. Noi figlie, noi madri, noi nonne che volgiamo il dolore come un canto di antiche memorie”.

La magistrale rappresentazione creata da Serena Sinigaglia si distingue per la curatissima messa a punto di ogni dettaglio. In primis, la scelta di chiamare sette attrici bravissime provenienti da diverse esperienze teatrali, con le quali lei aveva già lavorato in passato, e che, secondo una sua dichiarazione, ha voluto che fornissero una recitazione corale che non mettesse una in primo piano piuttosto che un’altra, eliminando così ogni forma di protagonismo. Esse, oltre a sostenere tutte e sette la funzione del coro, hanno brillato singolarmente nei seguenti ruoli: Francesca Ciocchetti (Adrasto), Matilde Facheris (Messaggero e bambino), Maria Pilar Perez Aspa (Ifi), Arianna Scommegna (Teseo), Giorgia Senesi (Atra e Atena), Sandra Zoccolan (Evadne) e Debora Zuin (Ambasciatore, nel testo di Euripide è chiamato Araldo). Assegnare loro anche i ruoli dei personaggi maschili non è stata una scelta di mero effetto teatrale ma sostanziale per mettere in evidenza che le vere protagoniste dell’opera sono le donne, che se da una parte risultano vittime, allora come ora, dell’imperante potere maschile, dall’altra sono quelle che si distinguono per il coraggio e la determinazione nell’affrontare le situazioni più drammatiche. Il loro coro è l’affermazione della femminilità che proprio nel dolore, e a causa di questo, diventa tetragona. Dal punto di vista formale dell’ambientazione la scenografa Maria Spazzi ha creato un paesaggio buio non collocabile in un luogo né in un tempo precisi, e sinonimo di sito di sofferenza. Così come sono sofferti i volti delle donne dagli occhi vistati di copioso kajal e indossanti i bellissimi costumi di Katarina Vukcevic dal nero intenso che cambiano di intensità grazie al sapiente apporto delle luci di Alessandro Verazzi. Luci che costituiscono ulteriore elemento di spicco nell’illuminazione cromatica tendente al blu nelle varie fasi dell’opera per mutare in un giallo oro al momento della comparsa di Atena sul masso che in quel momento simboleggerà un altare. Le musiche, di grande effetto quando si fanno martellanti grazie all’uso dei soli tamburi in alcuni dei passaggi più drammatici dell’azione, diventano foriere di pathos nei canti del coro, curati da Francesca Della Monica, e fanno da chiusura a uno spettacolo di enorme spessore qualitativo che si è guadagnato applausi calorosi da parte di un pubblico entusiasta. Repliche fino al giorno 19 febbraio.

Visto il giorno 14 febbraio 2023

(Carlo Tomeo)

SUPPLICI

Di Euripide

Traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi

Drammaturgia a cura di Gabriele Scotti 

Regia di Serena Sinigaglia 

Con Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan, Debora Zuin

Cori a cura di Francesca Della Monica

Scene di Maria Spazzi

Costumi di Katarina Vukcevic

Luci di Alessandro Verazzi
Assistente alla regia Virginia Zini

Assistente alle luci Giuliano Almerighi

Musiche e sound design di Lorenzo Crippa
Movimenti scenici e training fisico a cura di Alessio Maria Romano 

Assistente al training Alessio Tudda 

Video di Ater TeatroRinghiera

Produzione ATIR – Nidodiragno/CMC – Fondazione Teatro Due, Parma

In collaborazione con Cinema Teatro Agorà, Cernusco sul Naviglio

Spettacolo vincitore del Premio della Critica 2022 dall’Associazione nazionale dei Critici di Teatro (ANCT)

Al Teatro Carcano di Milano dal 14 al 19 febbraio 2023

DATE E ORARI

Giovedì 16 febbraio, ore 19.30

Venerdì 17 e sabato 18, ore 20.30

Domenica 19, ore 16.30

PROSSIME DATE DEL TOUR

23-24 febbraio, Teatro Sociale, Como

25 febbraio, ITC – Teatro Dell’Argine, Bologna

TRAILER:

Categorie RECENSIONI

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
search previous next tag category expand menu location phone mail time cart zoom edit close