
17 gennaio>5 febbraio | sala Shakespeare
Il seme della violenza The Laramie project
di Moisés Kaufman e dei membri del Tectonic Theater Project
regia Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
traduzione Emanuele Aldrovandi
con Margherita Di Rauso, Giuseppe Lanino, Umberto Petranca, Marta Pizzigallo, Marcela Serli, Nicola Stravalaci, Umberto Terruso, Francesca Turrini
luci Michele Ceglia, suono Giuseppe Marzoli
produzione Teatro dell’Elfo, Fondazione Campania dei Festivalin collaborazione con Festival dei Due Mondi di Spoleto – si ringrazia la Fondazione Matthew Shepard
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di CAA Creative Artists Agency
Un testo profondo, stratificato e toccante che racconta il caso Matthew Shepard, uno studente ucciso brutalmente per motivi di odio omofobico. Poco dopo il delitto, Moisés Kaufman (autore di Atti osceni) e la compagnia compiono un viaggio verso Laramie, la città del Wyoming teatro del delitto, e qui trascorrono lunghi periodi a intervistare gli abitanti e ricostruire gli eventi per dare un senso a questa tragedia. Il racconto che ne scaturisce va molto oltre la cronaca. Non si limita a trattare una questione legata ai temi dell’omofobia e della paura della diversità, ma parla anche della funzione che il teatro può avere come strumento vivo di confronto. Riesce a porre, con forza e chiarezza, domande fondamentali in questi nostri tempi di divisione e di rabbia: quale sarà la voce che lasceremo prevalere in noi? Quella dell’odio, della crudeltà e della paura o quella della compassione, della gentilezza e della speranza? Grazie ai genitori di Matthew, che hanno continuato la lotta per avere giustizia, oggi gli Stati Uniti hanno una legge contro i crimini d’odio, che porta il nome di loro figlio.
Per tutte queste considerazioni, lo spettacolo di Bruni e Frongia, debuttato al Napoli Teatro Festival nel 2020 e proposto a Milano nel 2021, è stato intitolato Il seme della violenza e torna in scena nel 2023 con tutta la forza dei suoi personaggi. Protagonista dell’allestimento è un cast corale che in questa ripresa vede l’ingresso di due nuovi interpreti, Nicola Stravalaci e Umberto Terruso (a sostituire Ferdinando Bruni e Luciano Scarpa).
Gli otto attori della compagnia mettono a confronto due comunità: quella dei componenti dell’ensemble newyorkese, liberal, democratici e in molti casi loro stessi attivisti LGBT e la popolazione di Laramie, l’anima profonda e contraddittoria degli Stati Uniti, che lotta per conciliare l’orrore e il dolore per il brutale assassinio con la disapprovazione dell’omosessualità, basata su rigide convinzioni religiose.
Lo spettacolo è ambientato nella palestra di una scuola, un luogo simbolico dove si riuniscono le piccole comunità quando si devono svolgere dibattiti pubblici; uno spazio essenziale circondato da ampie pareti che accolgono proiezioni e da due gradinate, usate dagli attori come avamposti da cui lanciare testimonianza civile della propria arte.
Un luogo dove il teatro si apre al dibattito sul nostro modo di pensare e di parlare dell’omosessualità, della politica di genere, dell’educazione, delle classi, della violenza, dei privilegi e dei diritti, della differenza tra tolleranza e accettazione.
Dalla rassegna stampa:
«Il seme della violenza è un esempio di cosa possa essere oggi il teatro civile: per nulla noioso e didascalico, emozionante e innervato di quella coscienza sociale erede diretta della tragedia greca. Il lavoro ricalca infatti la ritualità di una rappresentazione ad andamento ciclico, che pur nella chiara, cronachistica esposizione dei fatti, non smarrisce mai la vitalità, gli accenti e le sorprese di un’azione teatrale». (Stefano de Stefano, Il Corriere del Mezzogiorno)
«Un gruppo di attori si recò allora a Laramie per capire, intervistando autorità e cittadini. Ne nacque uno spettacolo impetuoso che ora vediamo nel nostro paese quando imperversano vergognose polemiche. I molti personaggi e le loro testimonianze sono evocati dagli attori, tutti bravi, efficaci e motivati». (Magda Poli, Corriere della Sera)
«Date retta. Accorrete a vedere Il seme della violenza di Moisés Kaufman, ricostruzione dell’omicidio omofobico d’un ventunenne perpetrato nel 1998 in un calvario del Wyoming. Due anni di ricerche, 200 interviste dell’autore & compagnia. Disputa tra mondo liberai e idiosincrasie rurali sull’omosessualità. L’opera del Teatro dell’Elfo è epica nell’alternare risse di pensiero e linguaggio d’una fauna umana o scostante, che ritroviamo anche da noi. Dramma sull’odio, 60 personaggi per 8 strepitosi attori, regia di Francesco Frongia e Ferdinando Bruni». (Rodolfo Di Giammarco, (La Repubblica)
Domenica 22 gennaio ore 19.00
Presentazione del documentario Laramie, Italia
a cura della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti
In collaborazione con le associazioni: Acet, Agedo, Arcigay Milano, Atopos, Cascina San Boezio, Gay Christian Africa, Il Guado, Progetto Gionata, I Sentinelli
Sportello TransAla Milano
Saranno presenti in sala: Ferdinando Bruni e Francesco Frongia; Moisés Kaufman e Jeffrey Lahoste | Tectonic Theater Project; Minnie Ferrara e Tonino Curagi | Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti
TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00 Prezzi: intero € 34 / <25 anni >65 anni € 18 / online da € 16,50 – Durata: 2 ore + intervallo – Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021