
9 > 22 dicembre | sala Fassbinder
Nel guscio
di Ian McEwan
regia Cristina Crippa
con Marco Bonadei
scene e costumi Roberta Monopoli, luci Michele Ceglia, suono Luca De Marinis
voci registrate Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Cristina Crippa. Enzo Curcurù, Alice Redini, Elena Russo Arman, Vincenzo Zampa
produzione Teatro dell’Elfo
in accordo con Arcadia &Ricono Ltd per gentile concessione di The Agency (London) Ltd
Un successo dell’estate 2021, basato sull’omonima opera di Ian McEwan. Cristina Crippa ha scelto di partire da un testo di narrativa (come già aveva fatto con i racconti di Tommaso Landolfi, di Boris Vian e di Agota Kristof) e ha costruito un monologo tagliato alla perfezione sul talento di Marco Bonadei. A lui affida l’incredibile protagonista di questo testo: un feto. Bonadei è attivo sui palchi dell’Elfo dal 2011, quando vinse il premio Ubu attori under 30, assegnato collettivamente agli otto giovani attori di The History Boys; a questa interpretazione sono seguite, tra le altre, quella di Happy Loman nella Morte di un commesso viaggiatore, di Bottom nel Sogno di una notte di mezza estate e di Grisha nel recente In piedi nel caos. Di recente si è intensificato il suo impegno nel cinema:ha preso parte agli ultimi film di Gabriele Salvatores, Comedians e Il ritorno di Casanova (in corso di lavorazione) e a Diabolik 2 dei Manetti Bros. (nelle sale dal 17 novembre).
Immaginate un feto ormai prossimo a divenire un bambino che ha da poco finito di crogiolarsi e volteggiare senza pensieri in un fantastico mare privato, e si trova ora incastrato a testa in giù nel grembo di una donna. Se poi quella madre si chiama Trudy, probabile diminutivo di Gertrude, ha un amante di nome Claudio, fratello di un nobile marito di cui si progetta l’eliminazione, a noi teatranti viene un dubbio esistenziale: questa famiglia ci è assai, troppo familiare. La loro Londra ha qualcosa di danese. Voi state continuando a immaginare, vero? Anch’io ho continuato, finché mi son vista Marco Bonadei immerso in una vasca di vetro trasparente, come in un vecchio spettacolo della Fura dels Baus. Direte voi, ma proprio un interprete di un metro e novantadue di altezza dovevi andare a scovare! Ma abbiate fede, diverrà una credibile creatura di otto mesi, pronta a captare tutte le voci che il corpo materno gli trasmette. E che appartengono a irresistibili personaggi, che noi ci immagineremo, così come il nostro, consentitemi, piccolo Hamlet cerca di figurarseli, anticipando il momento della verità, sopra ogni altro l’incontro tanto atteso con la giovane madre incosciente e assassina, pigra e sensuale, una Trudy/Lolita incinta, e pur sempre amatissima, nella buona e nella cattiva sorte. (Cristina Crippa)
«Non è il solito Amleto, questo, commovente e geniale, scritto (e che bella scrittura) da Ian McEwan. A scoprire gli altarini di mamma e zio è il nascituro nel pancione: rannicchiato nell’utero ascolta le voci e ciò che accade fuori: mamma Trudy e il cinico zio Claude se la intendono e uccidono suo padre, squattrinato poeta. “Il resto è caos” dirà alla fine il bambino, più morbosamente sconsolato del misterioso “Il resto è silenzio” dell’originale. Nel guscio è un bel lavoro: diretto con maestria, grazia, fantasia da Cristina Crippa e applausi meritatissimi a Marco Bonadei. Recita con corpo e voce, usa il microfono in modo espressivo, ed è petulante e tenero, come chi conosce già l’abbandono». (Anna Bandettini, la Repubblica)
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TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/ven. ore 21.00; sab. ore 19.30; dom. ore 16.30 Prezzi: intero € 34 / <25 anni >65 anni € 18 / online da € 16,50 – Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021