
RASSEGNA CONTEMPORANEA 2022
1) Luisa Bigiarini
HO PORTATO UN COCOMERO
Una millennial fuori luogo – tratto da una storia vera
Scritto e interpretato da Luisa Bigiarini
Durata 50 min.
RECENSIONE:
Luisa Bigiarini, sola in una scena vuota, inizia la sua performance descrivendo le caratteristiche del pesce polmonato, o più comunemente chiamato pesce patata, un pesce che ha la particolarità di essere in grado sia di nuotare che di scivolare sul terreno, grazie alle sue pinne che nei millenni si sono mutate in arti deambulatori: quando raggiunge l’età adulta, all’arrivo della stagione secca, espone all’aria i polmoni e, evaporata tutta l’acqua, inizia a mangiare terra e a scavarsi una fossa dove si infila con tutto il corpo, secernendo un muco che, indurito, lo seppellisce in una sorta di gabbia dove potrà vivere anche quattro anni. La protagonista di questo monologo racconta che ci sono stati nella sua vita alcuni momenti in cui avrebbe voluto essere come un pesce patata per sfuggire alle situazioni imbarazzanti in cui si era trovata. E inizia a rivivere gli anni dell’età scolare quando subì una sospensione perché aveva risposto in cattivo modo a un insegnante, o quando si innamorò di Alessio, un suo compagno di scuola che era il più bello e il più amato da tutte le sue amiche, e di quando, più grande, si appassionò al film “Dirty Dancing” al punto di essere in grado di recitare le parti di tutti i personaggi e, in particolare, quelle di John e Baby. Lei stessa si sentiva Baby e cercava il suo John. Erano i primi anni novanta e i ragazzi di quell’epoca amavano i Take That, i Backstreet Boys e i Ragazzi Italiani. Erano anche gli anni in cui iniziarono i primi episodi di bullismo e lei stessa ne fu vittima. Ma ci fu anche il momento bello in cui lei davanti all’ingresso di una discoteca, alla maniera della protagonista del film amato, si presentò con in mano un cocomero e l’omone che fungeva da butta-in, la fece entrare e la chiamo “Baby”. Luisa Bigiarini ha scritto un testo in cui racconta la storia di una generazione in maniera lineare, percorrendo le varie fasi dell’età giovanile degli anni novanta in modo leggero e coinvolgente, alternando i momenti più allegri a quelli più drammatici, interpretandoli entrambi con partecipazione emotiva e sapendo trasmettere queste emozioni a un pubblico che ha saputo cogliere le varie sfumature del linguaggio e della recitazione e che, alla fine, le ha tributato, con applausi ripetuti, il dovuto riconoscimento.
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2) Marianna Folli
WORK, BITCH!
Scritto e interpretato da Marianna Folli
Collaborazione drammaturgica Teo Guadalupi
Durata 55 min.
RECENSIONE:
Marianna Folli entra in sala con un bicchiere a coppa e saluta il pubblico salendo anche alcuni gradini della platea, poi raggiunge il palcoscenico e comincia la sua recita, spiegando che il titolo è stato ispirato dalla famosa canzone di Britney Spears il cui padre le sembra avere alcuni punti in comune con suo padre che vive nelle colline bergamasche dalle quali lei è fuggita con l’aspirazione di raggiungere la grande Milano. E qui inizia a raccontare le molteplici esperienze fatte nella grande città e delle sue aspirazioni che molto spesso sono andate deluse. Lo fa in maniera divertita e divertente ma non sa nascondere alcuni momenti del suo vissuto che non sono stati facili. Secondo il padre chi si incontra a passeggiare è un perditempo che non ha voglia di lavorare e lei di lavori ne ha fatto diversi ma la cosa più triste avviene quando il lavoro viene a mancare e sopraggiunge il vuoto che spaventa e che deve essere riempito a ogni costo: per esempio iscrivendosi a un corso di silenzio, dove si fanno pratiche di yoga, ci si alza e si va a dormire prestissimo, non è possibile fare sesso con i compagni di corso e alla fine la cosa più saggia da fare è quella di scappare via il secondo giorno di permanenza. Sono tanti gli episodi della sua vita che snocciola senza remore, con dovizia di particolari scatologici, aiutandosi in alcuni momenti anche con un linguaggio che non teme di essere scurrile. In questo modo il suo racconto diventa anche provocatorio a beneficio di un pubblico che lo sa accogliere e si abbandona all’ilarità. Però ci sono altri momenti in cui l’attrice rivela un aspetto romantico del suo essere, quando per esempio ricorda la vita trascorsa da bambina nella bergamasca, oppure quando descrive Milano, che è una mamma che non allatta, salvo poi far scoprire di sé stessa luoghi impensati avvolti nella nebbia, piccole osterie e bar nascosti dove si possono incontrare personaggi inusuali. E però, mentre descrive questa Milano “nascosta”, la musica che viene diffusa è quella della canzone “Torna a Surriento” e allora ci si chiede quanta ironia e quanta verità ci siano nelle sue parole.
Visti il giorno 26 Maggio 2022
(Carlo Tomeo: diritti riservati)
– I due spettacoli sono ancora in scena oggi, 27 maggio, al Teatro Menotti:
“Work, bitch!” alle ore 20,00
“Ho portato un cocomero” alle ore 21,00
Prezzo di ciascuno dei due spettacoli: €11,50
BIGLIETTERIA
biglietteria@teatromenotti.org tel. 0282873611
Teatro Menotti – Via Ciro Menotti 11
Acquisti online
Con carta di credito su www.teatromenotti.org