“La peste. Il tentativo di essere uomini” al Teatro Carcano – Recensione

Albert Camus
La peste. Il tentativo di essere uomini
versione italiana e adattamento Emanuele Aldrovandi
dal romanzo La peste di Albert Camus © Edizione Gallimard

regia Serena Sinigaglia

A Milano al Teatro Carcano dal 22 al 27 marzo

RECENSIONE:

Racconta Serena Sinigaglia di come si sentisse smarrita e frastornata a vivere durante il lockdown del 2020 in cui fummo costretti, a seguito del propagarsi della pandemia del covid 19. Di fronte a questo disagio la regista trovò una via d’uscita leggendo e scelse il libro che meglio di altri si avvicinasse alla situazione che il mondo stava vivendo in quel momento: “La peste” di Camus che, come lei stessa scrive nella presentazione di quello che diventerà uno spettacolo, “scandaglia a fondo l’animo umano e lo fa in un momento estremo, di assoluta emergenza”. Come successe nel gennaio 2020, quando si presentarono i primi casi di covid 19 che portarono poi al lockdown, anche ne “la peste” di Camus accade che, dopo una moria di topi, si diffonda una malattia che si scopre essere peste, che si credeva debellata da secoli, e che porta alla morte centinaia di persone. L’azione si svolge a Orano nell’allora Algeria francese negli anni ’40, dove i morti si moltiplicano e, mentre il dr. Rieux, protagonista del romanzo, cura a fatica gli ammalati, dalla Francia arriva l’ordine di isolare la città, per impedire che la malattia si possa diffondere. L’analogia con il nostro periodo di lockdown è lampante. Così Serena Sinigaglia ha voluto portare in scena il romanzo chiedendo l’aiuto di Emanuele Aldrovandi che, dopo averlo tradotto, ne ha scritto una drammaturgia adattata al teatro. In questo modo sono stati fatti salvi i dialoghi più significativi, ma senza rinunciare a diverse parti discorsive scritte da Camus, e queste sono state utilizzate sotto forma di brevi racconti recitati dagli attori stessi durante le loro varie conversazioni. I personaggi più importanti del romanzo sono tutti interpretati da cinque attori. Solo Mattia Fabris e Oscar De Summa sostengono un solo ruolo a testa (rispettivamente il dr. Rieux e l’amico Tarrou). La scena è occupata da sacchi di sabbia sui quali siedono i cinque attori. I sacchi hanno una funzione simbolica: ogni volta che c’è la notizia di un accadimento doloroso, un sacco viene squarciato e ne viene fatta uscire la sabbia spargendola sul pavimento, quasi a significare una vita che è venuta a mancare. Gli attori colloquiano fra di loro e, quando devono raccontare un episodio che fa parte della vicenda, si avvicinano al proscenio, come a rivolgersi al pubblico. Uno dei dialoghi più importanti si svolge tra il prete (nel romanzo Padre Paneloux, interpretato da Alvise Camozzi, che sostiene anche i ruoli di Cottard, il quale lucra sulla penuria dei beni di prima necessità, e in quello di un ubriaco) e il dr. Rieux: il primo vede nell’avvento della peste una punizione divina che colpisce gli uomini per i loro peccati, il secondo si dichiara uomo di scienza, è un laico e non accetta questa tesi: “Diciamo che a me piace più stare dalla parte dei vinti che da quella dei santi” (nel pensiero del dr. Rieux è ravvisabile quello dello stesso Camus). Significativa la convulsa cerimonia di vestizione e svestizione di tute e guanti protettivi che ricordano quelle usate negli ospedali dai nostri sanitari quando devono avvicinare gli ammalati di covid. Parole chiave che sono pronunciate e che ci eravamo abituati a sentire negli ultimi anni (“vietati i funerali”, “fosse comuni”, “coprifuoco”): queste parole furono usate anche da Camus quando pubblicò il suo romanzo nel 1947, ma che aveva iniziato a scrivere in parte già durante il periodo bellico. Egli, infatti, interpretava la peste come una metafora della guerra. E, proprio nei giorni drammatici che stiamo vivendo adesso, “La peste” rappresentata a teatro da Serena Sinigaglia, oltre a quella della pandemia, potrebbe contenere un’ulteriore metafora, ingigantita anche dal suono della sirena di allarme bellico che viene emanato all’inizio. E tuttavia sono le ultime parole pronunciate da Rieux che parlano di solidarietà tra gli uomini e che nasce da un amore terreno, laico, come lo definisce la Sinigaglia, che si manifesta proprio quando si è di fronte a una calamità che colpisce tutti, a prevalere e a dare, nell’unione, un senso alla vita umana che rende l’uomo lontano dalla bestia.

Spettacolo scritto e diretto con cura e grande passione e questo si sente. I cinque attori hanno dimostrato tutti un grande spessore artistico. Oltre ai tre nominati, sono da citare Marco Brinzi, nelle parti del prefetto e del segretario comunale, e Matteo Cremon, nei ruoli del giornalista francese e del portiere, il primo a morire a causa della peste. La regia di Serena Sinigaglia è magistrale: si intuisce quanto sia stata ispirata e quanto entusiasmo abbia saputo infondere nei suoi collaboratori. Molto idonee le scelte musicali di Sandra Zoccolan, specialmente quelle contestuali al periodo rappresentato e richiamanti alle arie francesi. Luci e scenario ineccepibili grazie, rispettivamente, ad Alessandro Verazzi e all’A.T.I.R. Milano.

Il pubblico si è dimostrato entusiasta e le chiamate sono state numerose. Lo spettacolo resterà in scena fino a Domenica 27 Marzo.

Trailer:

https://www.studenti.it/albert-camus-la-peste-approfondimento.html

Visto il 23 Marzo 2022

(Carlo Tomeo: diritti riservati)

CREDITI:

Albert Camus
La peste. Il tentativo di essere uomini
versione italiana e adattamento Emanuele Aldrovandi
dal romanzo La peste di Albert Camus © Edizione Gallimard
regia Serena Sinigaglia
scene Maria Spazzi
costumi Katarina Vukcevic
luci Alessandro Verazzi
suoni e scelte musicali Sandra Zoccolan
con
Marco Brinzi
Alvise Camozzi
Matteo Cremon
Oscar De Summa
Mattia Fabris
assistente alla regia Giacomo Ferraù
assistente ai costumi (tirocinio) Matilde Casadei
direttore di scena Giuliano Almerighi
elettricista/ consollista Lorenzo Crippa
fonico Michele Accardo
sarta Caterina Berta
foto Serena Serrani
video Serena Pea
realizzazione scene e costumi A.T.I.R. Milano
produzione TSV – Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Bolzano, Centro d’Arte Contemporanea
Teatro Carcano Dopo la rappresentazione dal 22 al 27 marzo al Teatro Carcano di Milano, La tournée riprenderà da gennaio 2023.

ORARI: giovedì e sabato ore 20.30, venerdì ore 19.30, Domenica ore 16.00
PREZZI: poltronissima € 38,00 |poltrona/balconata € 30,00 Acquisti online http://www.teatrocarcano.com
TEATRO CARCANO corso di Porta Romana, 63 – 20122 Milano info@teatrocarcano.com | http://www.teatrocarcano.com
UFFICIO STAMPA TEATRO CARCANO Cristiana Ferrari ufficiostampa@teatrocarcano.com

Categorie RECENSIONI

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