
Al TEATRO FONTANA dal 16 al 27 MARZO
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO
Drammaturgia Francesco M. Asselta, Michele Sinisi
Regia Michele Sinisi
Produzione Elsinor Centro Di Produzione Teatrale
Con il sostegno di
Next Laboratorio Delle Idee&Festival Castel Dei Mondi Di Andria
RECENSIONE:
Dopo il debutto avvenuto nel 2019 al Teatro Fontana, Michele Sinisi ripropone sempre sullo stesso Teatro “Sei personaggi in cerca d’autore di luigi Pirandello”. Non si tratta di una consueta rappresentazione della commedia pirandelliana, che tanto scandalo generò circa cent’anni fa, quando fu rappresentata per la prima volta al Teatro Valle di Roma ma che successivamente si procurò il successo che tutti conosciamo, ma una rappresentazione aggiornata ai tempi attuali, dove la riproducibilità in digitale la fa da padrone. Sul palcoscenico, infatti è presente un enorme schermo che riproduce immagini simboliche richiamanti gli episodi che avvengono durante i vari momenti della recitazione la quale non si svolge soltanto sul palcoscenico stesso ma si estende per l’intera sala che rimane a luce accesa per tutta la durata dello spettacolo. Sempre sul palcoscenico sono presenti ai loro tavoli da lavoro gli addetti alle luci, al suono e naturalmente al computer che immette le immagini sullo schermo. L’azione comincia come inizia la commedia pirandelliana: il capocomico, interpretato dallo stesso Sinisi, si appresta a iniziare le prove de “Il giuoco delle parti” sempre di Pirandello. Gli attori arrivano alla spicciolata dalla porta principale della sala, per ultima la primadonna che viene rimbrottata dal capocomico proprio come succede nell’originale pirandelliano. L’arrivo di un uomo da una porta sulla sinistra interrompe le prove e chiede di essere ascoltato. Egli è seguito da una donna giovane e i due si dichiarano personaggi che hanno vissuto una storia drammatica e che ora sono alla ricerca di un autore che possa rappresentarla. All’uomo, dopo l’iniziale rifiuto a proseguire da parte del capocomico, viene concesso il permesso di raccontare la propria storia che vede coinvolti la sua ex moglie, la figliastra, un giovinetto e una bambina. A interloquire con l’uomo è la figliastra e tra i due si accende una forte discussione. A fare la parte della madre viene investita un’attrice della compagnia. La storia non viene però conclusa dai due perché a fare irruzione dal fondo della sala arrivano due uomini e una donna (La Compagnia Teatrale Frigoproduzioni) che, raggiunti il palcoscenico, si apprestano a rappresentare la fine della storia che prevede il racconto del tentativo di incesto perpetrato ai danni della bambina che poi morirà insieme al giovinetto. A questo punto non appare opportuno continuare a raccontare quello che accade successivamente. C’è un correre di parte degli attori da un luogo all’altro della sala, vari accadimenti improvvisi e imprevisti, tra i quali uno molto coinvolgente interpretato dal quarto componente della Compagnia Frigoproduzioni, e lo stile di metateatro, che è già attivo dall’inizio dello spettacolo, si arricchisce di altre forme che prevede un coinvolgimento più diretto con il pubblico. Le immagini sul megaschermo accelerano e mostrano tra l’altro la bocca di un coccodrillo, degli scimpanzé che si guardano allo specchio, il volto dolorante della madonna, ogni volta che l’attrice che interpreta la parte della madre emette i suoi lamenti, il corpo della bambina annegata, il discorso di un uomo che si esprime sulla pandemia del covid. Anche qui, come avviene nel prefinale della commedia di Pirandello, si chiude il palcoscenico e una donna (Adele Tirante), che interpreta Madame Pace, la tenutaria dell’atelier dove la figliastra esercitava il mestiere di prostituta, canta una canzone in spagnolo. E’ cosa nota che, secondo Pirandello, ogni essere umano non è in un modo solo ma in tanti modi a seconda della persona con cui si confronta di volta in volta. Ma cosa succede in un’epoca come la nostra che è quella della riproducibilità digitale? Qual è la realtà e quale la cosa virtuale? E’ possibile che l’immagine dell’uomo digitalizzata gli conferisca un’unicità oggettiva che possa rappresentarlo nella società? E’ questo il senso dell’interpretazione dei “Sei personaggi” che vuole fornire Sinisi?

Lo spettacolo di Sinisi non ha perso minimamente smalto rispetto alla prima rappresentazione del 2019. E’ uno spettacolo che stupisce non per le sorprese in sé , che pure sono notevoli, ma perché riesce a entusiasmare per le mille trovate che movimentano tutto lo spettacolo. Al cast eccellente che si dona completamente con passione si aggiunge ogni sera una compagnia in più per cui ciascuna recita non è mai uguale alla precedente. Per poterne godere appieno bisognerebbe recarsi a vederlo ogni sera! Probabilmente questo non è possibile, tuttavia tornare a rivederlo dopo un settimana potrebbe essere una piacevole soluzione. Durante la prima cui ho assistito il pubblico ha reagito molto positivamente e le chiamate in scena sono state numerose.
Visto il giorno 16 Marzo 2022
(Carlo Tomeo: diritti riservati)
CREDITI:
Con Stefano Braschi, Marco Cacciola, Gianni D’addario, Giulia Eugeni, Marisa Grimaldo, Rosario Lisma, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Donato Paternoster, Michele Sinisi, Adele Tirante
Scene Federico Biancalani
Assistente alle scene Elisa Zammarchi
Direzione Tecnica Ivan Pilogallo
Aiuto Regia In Scena Nicolò Valandro
Foto di Luca Del Pia
Si ringraziano gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera per il contributo alla costruzione delle scene
Sei personaggi diversi ogni sera
Ottima recensione, riproduce i colori, il movimento, i suoni dell’opera, della messa in scena e direi del quotidiano di ognuno di noi. Siamo sempre personaggi…in cerca d’autore. Aggiungerei per fortuna!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ringrazio per l’ottimo commento!
"Mi piace""Mi piace"