The Handmaid’s Tale
Terzo appuntamento per Teatro+Tempo Presente
Dal romanzo di Margaret Atwood uno spettacolo che ci fa riflettere sul concetto di libertà
Sul palco, per la regia di Graziano Piazza, Viola Graziosi
Il racconto dell’ancella è un romanzo distopico scritto nel 1985 dalla canadese Margaret Atwood, tornato alle cronache per il grande successo della serie televisiva The Handmaid’s Tale, che ha ispirato i cortei di protesta delle donne di tutto il mondo.
In un futuro prossimo, gravato da guerre, inquinamento e conseguente calo della fertilità, le donne sono divise in rigide categorie sociali: le Mogli, le Domestiche, le Sorveglianti e le Ancelle, chiamate così perché ancora in grado di procreare. Nessuna può disobbedire, pena la morte o la deportazione. Un “nuovo mondo” che per mezzo delle donne e del loro corpo cerca la sua legittimazione.
Attraverso il ritrovamento di una confessione registrata siamo rapiti dal racconto di un’Ancella. Non sappiamo da dove ci parli, quale luogo e quale tempo, ma riconosciamo che parla proprio a noi, donne e uomini di questa società contemporanea. L’Ancella porta in sé l’urgenza della domanda che brucia: la nostra responsabilità.
Ci interroga sulla libertà, su ciò che ne facciamo e soprattutto su quale sia realmente la libertà delle donne. Diventa un simbolo, ma anche l’incubo di un futuro prossimo possibile, un monito che ci tiene in guardia.
Nella nostra esperienza di esseri umani ci ritroviamo talvolta a cogliere i segni del cambiamento senza ascoltarli troppo, demandando la nostra responsabilità ad altri e pensando che tutto procederà sempre più o meno bene. Solo quando è ormai troppo tardi ci accorgiamo che il cambiamento ci ha superato e siamo diventati vittime della nostra stessa indolenza.

TEATRO BINARIO 7 THE HANDMAID’S TALE tratto dal romanzo di Margaret Atwood traduzione di Camillo Pennati con Viola Graziosi regia Graziano Piazza consulenza letteraria Loredana Lipperini consulenza artistica Laura Palmieri musiche originali Riccardo Amorese produzione Teatro della Città centro di produzione teatrale Date spettacoli venerdì 12 novembre alle 21 sabato 13 novembre alle 21 domenica 14 novembre alle 16 Biglietti intero 18 € | Carta Più Feltrinelli 15 € | ridotto e abbonati 12 € | allievi Binario 7 10 € | under 18 6 € |
La chiave dell’ascensore
Terzo appuntamento per la rassegna “L’altro Binario”
Dal testo di Agota Kristof
la storia di una donna che non cede al suo oppressore
Una stanza che gli spettatori sbirciano da una finestra. Avvolta dalle volute della nebbia e dal vento che le muove i capelli, la donna racconta quella storia a sé stessa. Se la racconta per l’ennesima volta. E, allora, allo spettatore non resta che lasciarsi lentamente invischiare dalle maglie di questa vicenda che, da favola, pian piano diventa baratro: ennesima nera testimonianza dei tanti soprusi di cui le cronache sono piene.
L’urlo che irrompe a sipario ancora chiuso mette subito in guardia: sotto la superficie della scena che si apre – una donna che attende l’arrivo del marito nella loro casa – c’è qualcosa di invisibile e minaccioso.
Anche dal tono pacato della protagonista emerge a tratti la sua vera condizione, quella che l’ha resa folle: è segregata in casa dal consorte, il solo ad avere la chiave dell’unico ascensore che conduce fuori dall’abitazione, isolata e immersa in un bosco lontano dalla città.
L’amore è anche volontà di possedere l’altro. Quando l’istinto prende il sopravvento gli esiti non posso che essere nefasti, perché un essere umano non si riduce mai a impersonare un solo ruolo: sarà sempre anche altro rispetto alla parte che riveste all’interno di un determinato rapporto sociale – e, quindi, non potrà mai essere totalmente dominato dall’altro. Si tratta di una lotta che l’oppressore non può vincere, sembra dirci Kristof, per lo meno sul piano dell’assoggettamento mentale: il desiderio di libertà è insopprimibile. La donna, piegata, resa folle, scissa, conserva comunque la volontà di essere un individuo. Potranno toglierle la vita, ma non si farà strappare la voce per gridare al mondo la sua condizione.
NOTE DI REGIA
Frasi brevi, una sintassi cruda, dialoghi ridotti all’essenziale, assenza di aggettivi: il fascino di questo testo scritto in francese nel 1977 sta proprio nell’economia di mezzi e nella loro intensità. Nel teatro, luogo dell’incontro per eccellenza, l’autrice trova il mezzo ideale per esprimere il suo messaggio: la speranza è nella parola, nella comunicazione con gli altri.

TEATRO BINARIO 7 LA CHIAVE DELL’ASCENSORE di Agota Kristof traduzione Elisabetta Rasy con Anna Paola Vellaccio allestimento e regia Fabrizio Arcuri assistente in scena Edoardo De Piccoli assistente alla regia Francesca Zerilli coproduzione Florian Metateatro, Accademia degli Artefatti si ringrazia Teatro di Roma Date spettacoli domenica 14 novembre alle 20.30 Biglietti intero 15 € | ridotto 12 € | allievi Binario 7 10 € | under 18 6 € Si consiglia l’acquisto online su www.binario7.org Per informazioni e prenotazioni: Teatro Binario 7 via Filippo Turati 8, Monza 039 2027002 | biglietteria@binario7.org |