Venerdì 30 luglio ore 19.30:
In collaborazione con la Compagnia Teatrale dell’Università degli Studi La Statale
ARCUS Milano
SKENÈ COMPANY MILANO
UBU RE
Regia di Omar Nedjari
Con Sergio Longo (padre Ubu), Marika Pensa (madre Ubu), Enrico Ballardini
(Brodure/Bugrelao)
Scenografia Marina Conti

La compagnia Skenè affronta uno dei testi più irriverenti della storia della
drammaturgia: Ubu Re. Il testo tanto amato da Artaud è una crudele e
dionisiaca rappresentazione del potere. Ubu il più vigliacco, rozzo e volgare dei
sudditi si è messo in testa di diventare re. Incoraggiato dalla moglie a compiere i
più atroci delitti per arrivare alla corona riuscirà a eliminare i suoi nemici,
prendere il potere e finalmente sfruttare il popolo per i propri interessi. Sembra
incredibile… eppure accade!
In questa messa in scena, con solo tre attori a rappresentare tutti i personaggi
che animano la grottesca (a tratti esilarante) commedia di Jarry, si cercherà di
riflettere su come il consenso, il desiderio e il potere siano oggi inconsistenti,
manipolabili e virtuali. In questa versione drammaturgica del testo di Jarry,
Madre Ubu convince Padre Ubu a massacrare il re e la famiglia reale per
prendere il potere, ma lo fa solo per assecondare il proprio amante: il capitano
Bordure, uomo dal multiforme aspetto che è in realtà proprio il figlio di re
Venceslao. Il suo piano è semplice: liberarsi del Re Padre, lasciare che Ubu
governi in tutta la sua ferocia e finalmente tornare acclamato dal popolo che lo
esalterà come liberatore. Madre Ubu lo aiuta aspettandosi di regnare al suo
fianco, ma non c’è posto per la sua bestialità, come non c’è posto per quella di
suo marito: la nuova dittatura dovrà essere una morbida parodia della
democrazia.
La scena è una cucina ad isola, circondata da specchi che riflettono l’immagine
distorta di Madre Ubu e Padre Ubu. Gli specchi stessi si trasformeranno in
schermi televisivi che proietteranno i servizi del telegiornale, le immagini dei
nobili da decervellare, le interviste al re prima della congiura!
BIGLIETTERIA
biglietteria@teatromenotti.org tel. 02/36592544
Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11 Ore 15 – 19 dal lunedì al venerdì
Palazzo Sormani (1 luglio / 1 agosto)
Corso di Porta Vittoria 6 ore 18:30 – 19,30
PREZZI
· Intero – 20€
· Ridotto over 65 / under 14 / residenti Municipio 3 – 15€
Acquisti online
Con carta di credito su http://www.teatromenotti.org
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Sabato 31 luglio ore 19.30
Produzione Mikrà
ROBERTO MERCADINI
DANTE.
Più nobile è il volgare
Con Roberto Mercadini

Non si può fare quello che ha fatto Dante senza essere innamorati a sangue della parola; senza essere ossessionati dal suono delle diverse lingue, dal senso dei singoli vocaboli; senza essere permeati anima e corpo dal linguaggio.
Nella Divina Commedia si snodano le più magnifiche e impressionanti immagini dell’oralità.
Il rogo eterno da cui esce la voce di Ulisse, che si agita al vento “come fosse la lingua che parlasse”.
Le miriadi di luci angeliche che fluttuano irradiando miracolosamente parole cantate.
E poi le bocche dei dannati e dei demoni che talvolta, degenerando, vengono ridotte alla loro funzione animalesca e restano disperatamente mute.
Ma Dante è capace anche di riflessioni straordinariamente profonde e sorprendentemente moderne.
È l’autore del De vulgarieloquentia, il primo trattato teorico sulla nostra lingua.
Proprio in apertura di quest’opera, confrontando il latino e il volgare, l’Alighieri scocca un giudizio spiazzante, apparentemente paradossale: delle due lingue “nobilior est vulgaris”, ossia “la più nobile è il volgare”.
Un monologo per innamorarsi della parola e, in particolare, della lingua che parliamo.
BIGLIETTERIA
biglietteria@teatromenotti.org
Tel: 0282873611
Orari Biglietteria
Teatro Menotti
Via Ciro Menotti 11
Ore 15 – 18 dal lunedì al sabato
Palazzo Sormani
Corso di Porta Vittoria 6
Ore 18,30 – 19,30 tutti i giorni
PREZZI
- Intero – 20€
- Ridotto over 65 / under 14 / residenti Municipio 3 – 15€
Acquisti online
Con carta di credito su www.teatromenotti.org
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Domenica 1° agosto ore 19.30
MARINA MARAZZA
MIO MARITO DANTE – MONNA GEMMA DONATI RACCONTA
Con l’autrice Marina Marazza e reading teatrale con l’attrice Elisabetta Spinelli

Ma come, Dante Alighieri aveva una moglie? Certo, e non si chiamava Beatrice. Si chiamava Gemma: Gemma Donati, di una famiglia più importante di quella degli Alighieri. Lei col grande poeta «ci ha mangiato e ci ha dormito», come si suole dire.
Beatrice è spirito, idea, finzione poetica; Gemma è carne, sangue, dolore e resilienza. Calunniata dal Boccaccio, per la prima volta monna Gemma può finalmente raccontare la sua verità e svelare aspetti inediti della vita privata della famiglia Alighieri.
Davvero le è stato imposto un fidanzamento a soli dodici anni di età?
Davvero suo marito era uno scioperato?
Davvero Dante fu anche un soldato?
Davvero anche lei fu condannata al rogo con lui?
Perché non ha seguito subito Dante in esilio?
Come ha fatto a sopravvivere con i figli e senza un soldo dopo che suo marito è stato bandito?
Perché Dante non la cita mai nei suoi scritti?
Ha detestato Beatrice?
A queste e tante altre domande è tempo di dare risposta in un intrattenimento esclusivo accompagnato da musica ed emozionanti reading teatrali… al termine del quale gli spettatori sapranno poi trarre le loro conclusioni.
Il tutto raccontato nel romanzo non fiction “La moglie di Dante” di Marina Marazza, edizioni Solferino.
Ingresso gratuito prenotazione obbligatoria sul sito http://www.teatromenotti.org