
“Fantasmi”
dalle opere di Luigi Pirandello
testo e regia Enzo Vetrano, Stefano Randisi
con Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Margherita Smedile
produzione Le Tre Corde, Compagnia Vetrano/Randisi
Per Vetrano e Randisi la realizzazione de “I Giganti della Montagna” ha rappresentato l’approdo di un viaggio nel mondo pirandelliano cominciato nel ‘99 con la messinscena de “Il berretto a sonagli” e proseguito con “L’uomo, la bestia e la virtù” e “Pensaci, Giacomino!”.
“Fantasmi” è uno spettacolo in cui gli attori e registi siciliani, affiancati sul palco da Margherita Smedile, raccolgono i fili di questo lungo percorso pirandelliano e compongono uno studio sull’uomo Pirandello. Lo spettacolo si apre con un monologo tratto da “Colloqui coi personaggi”, uno di quegli scritti non catalogati dall’Autore che sono pubblicati nell’Appendice alle “Novelle per un anno”. Pirandello, come ci riferisce lui stesso in diverse occasioni, dialoga spesso con questi personaggi che riceve regolarmente nel suo studio: ascolta le loro storie, li interroga, ne approfondisce la conoscenza e decide poi se includerli in qualche novella o romanzo. Il personaggio che gli si presenta in un momento particolarmente convulso, alla vigilia dello scoppio di una guerra, gli sottopone alcune riflessioni: la vita, nel suo scorrere naturale, non viene influenzata dai fatti che gli uomini compiono, procede senza intralci verso il proprio destino e in particolare la vita dei personaggi, in quanto creature nate dalla mente di un artista, hanno il pregio di sopravvivere agli eventi e alla stessa vita degli uomini.
Mettendo insieme i passi più significativi de “Il berretto a sonagli”, quello sulle tre corde che tutti abbiamo (… Deve sapere, signora, che abbiamo tutti come tre corde d’orologio in testa. La seria, la civile, la pazza …) e quella sui pupi (… Pupi siamo, signora mia, lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo Lei, pupi tutti …) con i due atti unici “Sgombero”, l’invettiva che una donna fa contro il padre alla sua veglia funebre, e “L’uomo dal fiore in bocca”, il racconto consapevole e appassionato di un uomo che sta per affrontare la sua morte, si coglie il senso di disprezzo del comune pensare che si respira in tutta la drammaturgia di Pirandello, della capacità di irridere e far ridere con amarezza dei vizi e dei paradossi della società.
Il luogo delle azioni – uno spazio astratto in cui sembra si sia fermato il tempo – diventa la stanza della tortura che Giovanni Macchia individua come topos costante nei lavori pirandelliani.
E il fiore in bocca diventa malattia di una intera società.
Biglietti:
22,00 € / INTERO – 16,00 € / UNDER30, OVER65 – 10,00 € / UNIVERSITÀ, SCUOLE DI TEATRO, DESIDERA CARD (acquistabile solo in cassa) – 8,00 € / SCUOLE
Orario:
Mercoledì 7 gennaio 2026, ore 20.30
Giovedì 8 gennaio 2026, ore 20.30 // PER LE SCUOLE: ore 10.00
Venerdì 9 gennaio 2026, ore 20.30
Sabato 10 gennaio 2026, ore 20.30
Domenica 11 gennaio 2026, ore 16.00
