“Circo Paradiso” al Teatro degli Angeli di Milano – Recensione

Cesare e Attilina nascondono nelle mani due lucciole, quelle di tempi lontani, creature delle notti d’estate quando con le loro luci illuminavano i campi e giocavano ai riti dell’amore, ricordo di un tempo che ora sembra non esistere più. O forse quelle lucciole ci sono ancora, si sono solo trasformate tanto da non sembrare più quelle di una volta. Cesare e Attilina sono Tiziano Caputo e Agnese Fallongo in scena in questi giorni al Teatro degli Angeli con il loro nuovo e fortunato spettacolo “Circo Paradiso” scritto dalla stessa Fallongo con musiche e liriche di Caputo. Le lucciole che mostrano e di cui parlano sono loro, costituivano il nome d’arte con il quale erano conosciuti nel mondo del circo dove si esibivano come trapezisti. Lei fin da bambina sognava di diventare una stella di quell’arte, lui era assolutamente troppo timoroso per desiderare la stessa cosa ma alla fine si convinse a vincere la paura e a realizzare quel sogno e lo fece per amore. Cosa non si fa per amore? Si erano innamorati da bambini e crescendo avevano coltivato quel sentimento attraversando alterne vicende fino al momento in cui si erano persi di vista. Si ritrovano ora dopo trent’anni perché convocati a partecipare a una serata d’onore per ricevere in premio il Trapezio d’oro in ricordo della loro florida attività circense. Li vediamo arrivare dopo averne visto le ombre che si agitavano velocemente in un breve amplesso consumato dietro un paravento dietro il quale erano nascosti. Sono anziani. Lui, alquanto malconcio, non ha modificato il suo carattere esitante, mentre lei si mostra invece baldanzosa e ben decisa a incitarlo ad agire: tutto, infatti, deve essere pronto per la ricezione del premio, anche una loro esibizione che sarà irripetibile. E già il senso di quell’aggettivo si presta a un’oscura e doppia interpretazione.

Comincia in questo modo la performance di Tiziano Caputo e Agnese Fallongo che fanno rivivere in flashback la storia di Cesare e Attilina di cui si rivedono carriera e alti e bassi della loro vicenda sentimentale dove lui appare sempre perdutamente innamorato, mentre lei, consapevole del suo fascino, guida il gioco dell’amore e intanto insieme a loro appaiono in scena, tutti interpretati dalla versatile coppia, altri personaggi del mondo circense come un’indovina spagnola che legge il futuro nella palla di vetro o un lanciatore di coltelli con la sua collaboratrice angosciata perché non sa se dopo l’esibizione del partner ne uscirà viva. Oltre a questi, la Fallongo, di nero vestita e con tanto di rosario in mano, si esibisce in un’irresistibile episodio in sardo nel ruolo della madre sarda di Attilina.

Tiziano Caputo e Agnese Fallongo interpretano Cesare e Attilina, abbracciati sul palco con gli abiti da clown, mentre tengono in mano un pomolo e una scopa.

Fondamentali, per l’ottima riuscita della pièce, sono gli intermezzi musicali che commentano le varie azioni dove le voci dei due artisti sono al massimo dell’espressività. È una musica che, insieme ai vari oggetti multifunzionali sparsi sulla scena e al fondale ricoperto di stelle, presenti anche sul parterre, evoca la vita del circo, un mondo fatto di lustrini, come gli abiti indossati dai due protagonisti da giovani quando erano al massimo della loro attività artistica, e dalle luci simili a quelle delle lucciole che le simbolizzano. E, come le lucciole, è una vita ricordata attraverso la storia di due artisti che ne hanno vissuto lo splendore e che adesso si ritrovano, vecchi, a rivisitarla attraverso un premio che è una sorta di sigillo che, pur riconoscendo il valore di un passato, sembra decretarne la fine. Non a caso il tema della pièce è anche quello della vecchiaia della quale i due protagonisti sono rappresentanti e che all’inizio portano sulle spalle modeste mantelline a coprire i loro sfolgoranti abiti di un tempo.

Tiziano Caputo e Agnese Fallongo ci regalano, insieme ai bravi e sensibili registi Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata un’opera elegiaca nello stile che è il loro “marchio di fabbrica” dove si coniugano divertimento e saudade, poesia e armonia. Dei due artisti avevo visto in precedenza “Letizia va alla guerra” dal genere più vicino al dolente e “Fino alle stelle” dove la parte brillante, con punte comiche, aveva il sopravvento. Entrambi, comunque, commoventi sia per le sceneggiature sia per le tematiche. “Circo Paradiso” mi è parso un po’ la sintesi dei due spettacoli precedenti e ora mi aspetto dalla coppia un’opera che conduca a una virata verso nuove suggestioni.

La rappresentazione di ieri sera ha riscosso un’ottima accoglienza di pubblico. Le repliche sono previste fino a domenica 14 dicembre. In calce all’articolo sono indicati i crediti e le info per acquisto biglietti.

Visto il giorno 9 dicembre 2025

(Carlo Tomeo)

9 – 14 dicembre 2025“Circo Paradiso”

con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo – scritto da Agnese Fallongo – musiche e liriche Tiziano Caputo – scene Andrea Coppi – costumi Nicoletta Ceccolini – movimenti coreografici Elisa Caramaschi – direzione tecnica Valerio Di Tella – fotografia Tommaso Le Pera – regia Adriano Evangelisti e Raffaele Latagliata – produzione Teatro De Gli Incamminati / Teatro Metastasio di Prato

Categorie RECENSIONI

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