
NOTE CONTRO
Nuove storie 2025/26
XIII edizione
9 dicembre – 28 marzo
Nuove storie 25/26 indaga le forme contemporanee del racconto teatrale, esplorando linguaggi in cui parola e ritmo si intrecciano in modo inedito. Il progetto raccoglie sei spettacoli accomunati da una ricerca formale sullo spazio scenico e sul tempo teatrale, ispirata in vario modo alle strutture musicali.
Le narrazioni si articolano in frammenti, con una metrica che riflette la complessità del presente. La musica, intesa come veicolo universale di emozioni, diventa elemento drammaturgico essenziale, capace di restituire significati al di là della parola.
Intitolata NOTE CONTRO, la tredicesima edizione di Nuove storie invita il pubblico a un’esperienza immersiva, dove l’ascolto prende il posto della linearità narrativa e la fruizione si avvicina a quella del concerto. I racconti si spezzano e si ricompongono in un caleidoscopio di immagini che alla fine ritrovano il senso profondo del teatro, grazie a un ritmo nuovo, quando l’ultima pulsazione ritmica si riversa sulla platea.
Le parole dicono, il ritmo insiste. (Francesco Frongia, direttore artistico)
9 / 14 dicembre | sala Bausch
Ghost track
techno-racconti da una provincia fantasma
di e con Daniele Turconi e Gianluca Agostini
regia e testi Daniele Turconi
musiche e sound design Gianluca Agostini
collaborazione ai testi Alice Provenghi
realizzazione illuminotecnica Costanza Monti
costume Lucia Menegazzo
fixer Francesco “Panico” Manzoni
produzione Qui e Ora, Tib Teatro Belluno e Pallaksch
Nuove storie 25/26 si apre il progetto di Daniele Turconi e Gianluca Agostini che ci immerge da subito nel percorso che questa edizione vuole testimoniare, alla ricerca di linguaggi ibridi che nascono dall’incontro tra teatro di parola e musica per assumere modi e forme diversissime.
In Ghost track il racconto breve incontra le dimensioni musicali e rituali della club culture, mischiandosi ad atmosfere techno, electro, rap e hardcore. Le storie prendono forma attraverso la musica, scavate nella voce e nel corpo del narratore. Parola, spazio, corpo e musica dialogano direttamente con lo spettatore in uno spazio condiviso, che è palco e pista da ballo, rendendo sottile il limite tra spettacolo e concerto.
Brevi storie surreali di cinque personaggi al limite della realtà e della società, lasciati lontani dal centro delle cose, sperduti in una provincia, non solo urbanistica ma anche esistenziale, una provincia dell’essere. Spettri di un passato senza tempo, evocati dalle casse del Dj prendono vita per qualche minuto, prima di dissolversi di nuovo nella nebbia.
Trasformando la tradizione del teatro canzone, lo spettacolo propone un modo diverso di raccontare la provincia e di raccontarsi, fuori dagli schemi della narrazione auto-celebrativa e fuori dal più comune piano di realtà, utilizzando stili musicali contemporanei per evocare una dimensione parallela, inventata, in bilico tra realtà e fantasia.
Ghost Track è un sogno lucido collettivo sotto cassa, una serata di musica e parole dove ognuno è libero di sentirsi il fantasma che desidera, dove ognuno può riconoscersi o ricrearsi, in un tempo sospeso tra realtà, fantasia ed ironia.
Daniele Turconi è attore, ma anche musicista e cantate. Si è formato alla scuola di Quelli di Grock e ha fondato nel 2013 la compagnia indipendente Frigoproduzioni insieme a Claudia Marsicano e Francesco Alberici, conquistando il pubblico e la critica con gli spettacoli Socialmente e Tropicana, per poi portare avanti anche progetti personali.
La drammaturgia di Ghost Track nasce in collaborazione con il musicista e sound designer Gianluca Agostini: ogni racconto vive in un’atmosfera musicale creata appositamente per sostenere e potenziare la narrazione che dalla voce prende forma permettendo al pubblico di ascoltare e, volendo, ballare un monologo.
20 / 25 gennaio | sala Fassbinder
Ivan e i cani
di Hattie Naylor traduzione di Monica Capuani
performer, sound design e regia Federica Rosellini
voce registrata in russo Laura Pasut Rosellini
luci Simona Gallo, scene Paola Villani, costumi Simona D’Amico
produzione Cardellino
Una fiaba nera di solitudine e violenza, ma anche un grande e inatteso amore. Ivan racconta una storia che gli è successa quando aveva quattro anni. La racconta come fosse ora, come una fiaba dei fratelli Grimm. È una storia vera, invece, accaduta a un bambino nella Russia degli anni Novanta, la Russia poverissima di Boris Eltsin. La madre di Ivan ha un uomo che la picchia quando si riempie di vodka fino agli occhi. Ivan è un incomodo e un giorno se ne va. Comincia un’odissea che si concluderebbe presto con la morte, se Ivan non incontrasse delle creature buone, anime affini che lo accolgono tra loro e gli regalano la sopravvivenza ogni giorno. Una muta di cani randagi.
Federica Rosellini, musicista e performer, sola sul palco con la sua strumentazione elettronica, dice e compone, contemporaneamente, mescida la voce della propria madre registrata in russo con melodie, nenie e pulsazioni ritmiche, traccia con le dita la partitura sonora nella quale si perde con le parole e con il corpo. Fa di Ivan e i cani un a solo dolce e disperato. Uno spettacolo sporco, solitario, tenerissimo; un canto d’anima intimo, personale, ma capace di raccontare, inaspettatamente, l’infanzia di tutti noi.
Dalla rassegna stampa
Straordinario è come questa favola oscura si svolge, fino alla cattura dei cani e alle reclusioni di Ivan in orfanotrofio: la voce diventa canto, melopea dolce, rabbia, stridore che smarrisce, dolcezza che consola, che fa evadere nel sogno di ritrovare i cani nella neve che cade e tutto copre. È un viaggio palpitante nell’infanzia, nelle sue misteriose differenze: nel suo lato più doloroso, oscuro, aperto a qualche speranza. (Massimo Marino, Doppiozero)
3 / 8 febbraio | sala Bausch
Tirannosauro
testo e regia Filippo Quezel
con Elena Antonello, Caterina Benevoli, Filippo Quezel, Luca Galizia, Norman Quaglierini, Laura Serena
produzione Sardegna Teatro, Teatro Stabile del Veneto – Teatro nazionale
Cosa fa l’eroina all’amore? Quanto è tossica la famiglia? Due persone distanti che possono solo scriversi lettere, alcune sono state conservate, altre perdute. Questo scambio epistolare diventa un fossile gigante, uno scheletro ingombrante che riemerge per farsi spolverare e studiare, un tirannosauro con cui ‘giocare alle risposte’ all’interno di una struttura frammentaria e sconclusionata dove le uniche regole sono quelle di una persona piccola che gioca. Filippo Quezel porta in scena un’indagine sulla famiglia, i suoi ruoli e le sue tossicità che è anche la possibilità di riscrivere le lettere perdute per completare un dialogo analogico in via d’estinzione.
Per fare questo si ispira all’artista Andy Kaufman. Spesso menzionato come comico, Kaufman preferiva tuttavia descrivere se stesso come song and dance man.
10 > 15 febbraio | sala Bausch
Poesie dal basso
di e con Vincenzo Zampa
produzioneIl menu della poesia
Un canto in versi e prosa per basso elettrico e un uomo, basso anche lui. Un cosciente delirio che strizza l’occhio a Bukowski, Baudelaire, Piero Ciampi, Diego Armando Maradona, Jaques Brel e a tutti quei poeti che hanno fatto e fanno a loro modo poesia nella loro vita, anche in modo inconsapevole, con la speranza di un riscatto, personale e collettivo. Una ricerca della poesia che è ovunque, anche nelle cose per l’appunto più ‘basse’, minori, a volte insignificanti e addirittura sporche. Un one man show, uno spettacolo di poetry slam, musica e narrazione, che guarda ai cantautori, al rock e alla poesia pura, nata da un dolore, da un amore o da una suggestione, scritta per piacere o semplice redenzione.
20 > 22 marzo | sala Fassbinder
Anse
uno spettacolo di Mezzopalco e Usine Baug dal poema ANSA di Mezzopalco
con Riccardo Iachini, Toi Giordani, Massimo Giordani
drammaturgia sonora Mezzopalco
drammaturgia visiva e regia collettiva Usine Baug
luci Emanuele Cavalcanti
suono Luca Jacoboni
beatbox Giovanni Di Matteo
produzione La Corte Ospitale, ZPL, Usine Baug
ANSE è vincitore della quinta edizione del bando Forever Young, ideato e promosso da La Corte Ospitale, con la seguente motivazione: (…) Funziona l’incontro tra due universi performativi – Mezzopalco e Usine Baug – capaci di dare forma, suoni e visioni a una drammaturgia della solitudine. Il lavoro, condotto ostinatamente con pochi e ruvidi elementi dal sapore artigianale, intrecciati a una notevole consapevolezza tecnica, convince e affascina per coerenza e forza evocativa.
ANSE racconta di una sera qualunque, di una breve fase qualunque, un’ansa della sinusoide della vita di una persona qualunque, dalle 19.00 di un martedì sera alle 7.00 del mattino dopo. Qualcuno torna a casa, attraverso il solito tragitto, ma a casa manca qualcosa. Manca lui. Si manca, non c’è. Non si trova nel solito posto, è andato via? Esce, vaga, cerca, cuce, squarcia: il tempo si comprime poi si dilata.
Mezzopalco è una formazione artistica composta da sole voci, parte del Collettivo Zoopalco. La ricerca è nella poesia, centrata sulla narrazione e sull’oralità, nell’intersezione con canto, spoken word, tecniche fonatorie, processazione e live-looping, attraverso strumenti digitali e analogici.
Usine Baug è un collettivo di ricerca teatrale che affonda la sua ricerca in tematiche di attualità politica e sociale utilizzando trasposizioni fiabesche o grottesche come contrappunto e antidoto al pathos. Un teatro visivo e dinamico che intreccia narrazione e materiali di archivio (audio e video), tableaux, flash e cut cinematografici.
24 > 28 marzo | sala Bausch
Spartacu strit viú
Viaggio sulla S.S. 106 ispirato alla lotta di Franco Nisticò
scrittura scenica Francesco Gallelli, Luca Maria Michienzi
regia Luca Maria Michienzi
con Francesco Gallelli
scene e costumi Anna Maria De Luca | luci Luca Maria Michienzi
produzione Compagnia Teatro del Carro, Residenza artistica MigraMenti
Conosciamo la strada che percorriamo tutti i giorni? E la strada di oggi è uguale a quella di ieri? È possibile che un mito della storia antica, come Spartacus, abbia in comune con uomini e donne del nostro tempo luoghi, aneddoti, oggetti, amicizie, morti?
La strada che il nostro Spartacu, contemporanea incarnazione dell’antico lottatore/schiavo, si trova a percorrere ogni giorno non è una strada qualunque, ma la strada della morte, la SS 106 Jonica, che collega Reggio Calabria a Taranto. Una strada che diventa il pretesto per parlare di schiavitù, di sogni, di incontri umani, di paesaggi, di incidenti, di Beautiful, di mar Jonio, di lotta e di politica.
Una storia che si intreccia alla vera vita e alla lotta di Franco Nisticò, politico calabrese, originario di un piccolo paese della provincia catanzarese, Badolato, che, dopo essersi battuto con ogni mezzo per il miglioramento e l’ammodernamento della 106, per difendere i diritti di chi questa strada è costretto a farla ogni giorno, perde la vita al termine di un ultimo comizio tenutosi a Villa San Giovanni nel dicembre del 2009.
Teatro Elfo Puccini, sala Bausch e sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano
Prezzi: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50
Orari Ghost Track: martedì 9 dicembre ore 20.30 | mercoledì 10, giovedì 11 e venerdì 12 dicembre ore 19 | sabato 13 dicembre ore 19.30 | domenica ore 15.30
Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021
