“Molto rumore per nulla” MTM Teatro Leonardo, Milano – Recensione

Scritta tra il 1598 e il 1599, “Molto rumore per nulla” è una tragicommedia che, tra i due drammi storici “Enrico IV – seconda parte”, che la precedette, e “Enrico V” che la seguì, può essere considerata una pausa briosa nella drammaturgia di Shakespeare di quel biennio. Essa presenta una mescolanza tra versi e prosa, che è predominante nei dialoghi comici, e la vicenda narrata è ambientata in Sicilia, precisamente nella città di Messina. Inizia con il ritorno del Principe Don Pedro d’Aragona e dei militari del suo seguito, tra i quali Claudio e Benedetto, che vengono accolti da Leonato, governatore della città della cui figlia, Ero, Claudio è innamorato e intenzionato a chiedere in moglie. Benedetto invece non crede nell’amore e si dichiara contrario al matrimonio. A battibeccare con lui è Beatrice, cugina di Ero, anch’essa sprezzante dei piaceri dell’amore. Il principe aiuterà Claudio a realizzare il suo desiderio e il fidanzamento con la giovane amata avviene felicemente. Tuttavia Don Juan, fratello naturale di Don Pedro, con un inganno instillerà in Claudio il dubbio che la promessa sposa non sia virtuosa e lo farà assistere a un incontro amoroso tra Borracio, suo complice, e Margherita, dama di compagnia di Ero. A causa dell’oscurità della notte Claudio scambia la dama per la sua promessa e il giorno successivo nel momento della celebrazione delle nozze la ripudierà. Toccherà al commissario della guardia di notte e al suo capoguardia a scoprire l’inganno e a risolvere la questione che premierà i buoni e castigherà i colpevoli.

La rappresentazione si apre su un paesaggio agreste reso in una essenziale semplicità costituito da tendaggi bianchi sul fondale che raggiungono il pavimento e da una serie di pannelli che di volta in volta gli attori spostano, sollevano, rigirano e utilizzano come nascondigli rendendoli parte del cast. Una musica popolare accoglie il primo personaggio, Leonato, al quale viene annunciato l’arrivo delle truppe reduci dalla guerra. Prende corpo la storia che, nel procedere, si fa vivace soprattutto nelle prime schermaglie che avvengono tra Benedetto e Beatrice e la scena di una festa da ballo in costume dove, complici le maschere che coprono i volti degli uomini, nascono i primi equivoci. Accanto ai personaggi nobili ci sono quelli rappresentati da Giancoccola, il commissario delle guardie di notte con i suoi strafalcioni verbali (un incredibile Dario Merlini) e Gancio, il capoguardia di notte, soggetto agli imperativi del suo superiore, che si muove saltellando e gesticolando assumendo espressioni visuali diventando uno dei momenti più comici della pièce.

Particolarità della messa in scena è quella, secondo Simone Severgnini “in cui accade di tutto, dove i personaggi danzano tra la tragedia e la commedia fino all’ultima scena” e in effetti la parte mimica del corpo, che va aldilà della semplice recitazione verbale, è in diversi momenti un punto determinante alla migliore resa comica. Un linguaggio totalizzante che si esprime tra un “Torna a Surriento” e “Mambo italiano” anche oltre il palcoscenico in un intervallo tra il primo e il secondo atto, solo immaginario perché in realtà la rappresentazione è senza interruzione (Vedere per credere). Definita tragicommedia, l’opera in realtà ha poco della tragedia perché l’elemento bellico, pur presente in quanto vede in scena militari, è appena accennato di fronte all’argomento principale che è l’amore, visto attraverso varie espressioni, da quello sentimentale tout court a quello passionale, dal sentimento tradito o creduto tale a quello celato dietro una forma di disdegno. Si pensi in tal senso ai personaggi di Benedetto e Beatrice e in particolare a quest’ultima che con il suo comportamento aggiunge un elemento degno di ulteriore considerazione e che rimanda all’attualità di una donna emancipata che sa contrastare l’uomo, che non mette l’amore al centro dei suoi pensieri, anzi, quando Benedetto le chiede se lo ama, lei ammette di esserlo solo ragionevolmente. Questo ben oltre 400 anni fa!

Uno spettacolo che con la sua allegria sa travolgere il pubblico grazie anche a un cast talentuoso e affiatato (in coda i doverosi crediti), ottimamente diretto dall’eccellente Beppe Severgnini. Molto buona l’accoglienza da parte degli spettatori. Ultime due repliche oggi alle ore 20,30 e domani alle ore 16,30. Consigliato.

MTM Teatro Leonardo – dal 12 al 16 novembre

Molto rumore per nulla di William Shakespeare 
con Antonio Brugnano, Maria Canal, Yuri Casagrande Conti, Matteo Castagna, Giacomo De Capitani, Tomas Leardini, Ilaria Marchianò, Fabrizio Martorelli, Carlo Merico, Dario Merlini, Alessandra Mornata
regia Simone Severgnini
scene e costumi Chiara Previato 
assistente scene e costumi Laura Pigazzini 
foto e visual Federico Galimberti 
produzione Il Giardino delle Ore

Orario Spettacoli: da mercoledì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30
Prezzi: intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO
durata dello spettacolo: 120 minuti
Info e prenotazionibiglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
Abbonamenti: MTM Ritrovarsi a volare, MTM Ritrovarsi a volare Over 65, MTM Ritrovarsi a volare Under 30 x4 spettacoli
Biglietti sono acquistabili sul sito www.biglietti.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita Vivaticket.
I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

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Categorie RECENSIONI

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