Due spettacoli di Paolo Nori: “La libertà. Primo episodio” e “La disperazione. Secondo episodio” al Teatro Menotti di Milano – comunicato stampa

Dal 18 al 23 novembre il Teatro Menotti ospita un doppio appuntamento con Paolo Nori, scrittore, traduttore e voce originale della scena letteraria e teatrale italiana. Due spettacoli in sequenza – La libertà. Primo episodio (18-20 novembre) e La disperazione. Secondo episodio (21-23 novembre) – che segnano le tappe iniziali di un percorso teatrale in divenire, intimo e al tempo stesso universale.

Con il suo stile inconfondibile, capace di intrecciare autobiografia, letteratura russa e riflessioni sul presente, Nori affronta temi radicali e necessari: la libertà e la disperazione. Due concetti che, come scrive lui stesso, non possono essere racchiusi in un discorso definitivo, ma che vivono di episodi, tentativi, frammenti.   In scena le parole di Paolo Nori fluiscono accompagnate dalle musiche originali composte da Alessandro Nidi che le esegue in scena insieme ad Andrea Coruzzi e Filippo Nidi.

18 | 20 novembre
LA LIBERTÀ. PRIMO EPISODIO 
di e con Paolo Nori 

 Musiche di Alessandro Nidi, eseguite dal vivo da Alessandro Nidi, Andrea Coruzzi, Filippo Nidi 
Luci di Luca Bronzo 
A cura di Paola Donati –  Produzione Fondazione Teatro Due, Parma 

Fare un discorso sulla Libertà che, partendo da un principio e passando poi da uno svolgimento, sia in grado di giungere ad una conclusione, che sia quindi in qualche modo finito, o definitivo, è lo stesso Paolo Nori a dircelo, non è possibile. Ecco perché il suo nuovo spettacolo, si intitola La libertà. Primo episodio, un primo tentativo, la prima tappa di un percorso possibile. Nel suo stile unico, Paolo Nori parla, racconta e si racconta, attraverso due figure straordinarie della letteratura russa, Daniil Charms e Iosif Brodskij, che con le loro opere e la loro vita hanno cantato e incarnato, forse, quell’idea di libertà che l’avvocato anarchico Pietro Gori aveva espresso così: “Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà.” L’assunto da cui parte Nori è che la teoria anarchica sia sostanzialmente basata sull’idea che l’essere umano sia buono, ed essendo un’idea difficilmente dimostrabile, l’unico modo per rivelare la sua forza è parlarne per esempi. Il discorso che lo scrittore parmigiano imposta riguardo alla libertà scorre sul filo della relazione tra noi e chi ci governa.  

“Io, invece che dai vari governi Pentapartito o monocolore che si dice si siano alternati alla guida del paese negli anni della mia adolescenza e della mia giovinezza, io, piuttosto che da loro, sono stato governato da Bulgakov, da Chlebnikov, da Charms, da Mandel’štam, da Blok, da Puškin, da Anna Achmatova, da Lev Tolstòj, da Gogol’, da Dostoevskij, da Victor Erofeev, da Iosif Brodskij, da Ivan Gončarov, e sono stato, a volte, per degli attimi, per dei giorni, per dei mesi, un suddito felice e riconoscente. È possibile, oggi, una cosa del genere? Vediamo”. (Paolo Nori)

21 | 23 novembre

Un momento dello spettacolo con Paolo Nori sul palco mentre tiene un discorso, accompagnato da un musicista sullo sfondo.

PRIMA MILANESE

LA DISPERAZIONE. SECONDO EPISODIO di e con Paolo Nori
Musiche Alessandro Nidieseguite dal vivo da Alessandro Nidi/Alessandro Zezza, Andrea Coruzzi, Filippo Nidi
luci Luca Bronzo

a cura di Paola Donati

Produzione Fondazione Teatro Due, Parma

ph A. Morgillo

Dopo il debutto nazionale al Teatro Due di Parma, de “La Disperazione. Secondoepisodio” Paolo Nori arriva al Menotti dal 21 al 23 novembre.

Dopo La libertà. Primo episodio. in cui Nori ha intrapreso un discorso intimo, ma collettivo, sulla libertà, in dialogo con alcune figure straordinarie della letteratura russa, il percorso dell’autore in teatro prosegue con una seconda tappa. Questa volta imperniata sulla sua vita, sui momenti più difficili e in particolare sulle due volte in cui si è sparsa la voce che fosse morto. Samuel Beckett – scrive Nori – in una raccolta che si intitola Pseudo Chamfort, ha scritto: «La speranza è solo che un ciarlatano che non smette di imbrogliarci; e, per me, io ho cominciato a star bene solo quando l’ho persa. E il verso che Dante ha messo su quella dell’inferno: Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate, io lo metterei sulla porta del paradiso». Per me che sono nato nel 1963, la disperazione, è stato il mio strumento per entrare nel mondo e lo strumento da prendere a mano nei momenti difficili come quelli che racconto in questo monologo.

Col suo stile inconfondibile, l’autore e traduttore dal russo, restituisce al pubblico un testo intriso di letteratura che non attraversa solo i fatti della sua vita, ma penetra e svela le motivazioni profonde che muovono il suo scrivere. In scena le parole di Paolo Nori fluiscono accompagnate dalle musiche originali composte da Alessandro Nidi che le esegue dal vivo insieme ad Alessandro Zezza, Andrea Coruzzi, Filippo Nidi, con le luci di Luca Bronzo. Lo spettacolo è a cura di Paola Donati.

Paolo Nori, nato a Parma nel 1963, è laureato in letteratura russa, ha pubblicato romanzi e saggi, tra i quali Bassotuba non c’è (1999), Si chiama Francesca, questo romanzo (2002), Noi la farem vendetta (2006), I malcontenti (2010), I russi sono matti (2019), Che dispiacere (2020) e Sanguina ancora (2021), Vi avverto che vivo per l’ultima volta (2023), Chiudo la porta e urlo (2024). Ha tradotto e curato opere, tra gli altri, di Puškin, Gogol’, Lermontov, Turgenev, Tolstoj, Čechov, Dostoevskij, Bulgakov, Chlebnikov, Charms. Recentemente ha collaborato con il Teatro alla Scala di Milano, scrivendo il libretto per l’opera in prima assoluta “Anna A.” di Silvia Colasanti andata in scena per la prima volta lo scorso settembre. L’intreccio tra vita privata e produzione artistica è stato anche il fulcro del podcast Due volte che sono morto, prodotto da Chora Media per Rai Play Sound.

STAGIONE 2025 | 2026

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