“Ciarlatani” al Teatro Carcano di Milano – Recensione

Dieci personaggi interagiscono in questi giorni sul palcoscenico del Teatro Carcano. A scriverne le gesta e a guidare i quattro attori che li interpretano è il regista spagnolo Pablo Remón. Essi sono i protagonisti di diverse storie di ordinaria umanità, ne sono portavoci ma anche vittime e fanno parte di quell’universo che attiene al mondo del teatro e del cinema ma anche di quelli che non ne fanno parte direttamente se non come fruitori. I principali sono due. Il primo è Diego Fontana (Silvio Orlando), un regista di film commerciali di successo che, a causa di un incidente aereo dal quale era riuscito miracolosamente a salvarsi, subisce una crisi personale che lo spinge a scrivere durante il suo soggiorno in ospedale la sceneggiatura di un film impegnato. L’altro personaggio è costituito da Anna (Blu Yoshimi), un’attrice che dopo alcune esperienze di teatro impegnato è ora chiamata a interpretare piccole parti in spettacoli alternativi o a sostenere figure minori nei soap opera. Nel frattempo, per mantenersi, lavora come insegnante di pilates ma il suo sogno è arrivare al mondo del cinema e ottenere riconoscimenti prestigiosi come il David di Donatello. E all’inizio dello spettacolo si assiste proprio alla cerimonia di premiazione di quel premio la cui figura rappresentativa campeggia in formato dorato e gigantesco sulla sinistra del palcoscenico. C’è il presentatore (Davide Cirri) che introduce l’annunciatrice (Francesca Botti) accompagnata da Diego Fontana, ospite d’onore. Nel momento in cui l’annunciatrice inizia a elencare le attrici che fanno parte della cinquina da cui scaturirà il nome della vincente, Anna irrompe in scena dichiarandosi felice e commossa per il riconoscimento ottenuto. Verrà allontanata perché il premio non spetta a lei il cui nome non era neppure presente tra le cinque candidate.

Due attrici sul palco di uno spettacolo teatrale, una delle quali si allena con un sacco da boxe, mentre l'altra osserva con interesse.

Da questo momento prende l’avvio una serie di scene costituita da momenti che vedono in primo piano i due protagonisti ai quali si aggiungono altri personaggi tra cui inopinatamente anche la figura dell’autore dello spettacolo al quale stiamo assistendo: in una sorta di metateatro prende infatti la parola l’uomo che dichiara di aver scritto il testo inedito dal titolo “Ciarlatani” che però viene contraddetto da una donna che lo accusa di plagio essendo quel testo copia di uno precedente.

I ciarlatani del titolo secondo Remón non sono individui semplicemente assimilabili agli impostori, bensì esseri che sentono il bisogno di farsi valere per meriti da loro ritenuti tali ma non riconosciuti all’esterno e che per questo vivono situazioni frustranti. Sogni inseguiti e non realizzati ma contrabbandati come conquiste già ottenute. E lo sono metaforicamente coloro che appartengono al mondo del teatro e del cinema nel momento che indossano maschere necessarie a entrare nei personaggi che sono chiamati a interpretare. Gli eventi della pièce sono diversi, tutti esempi di un tale concetto. Alcuni sono tristi, altri comici, in un susseguirsi di situazioni in cui Anna e Diego Fontana sono protagonisti e si confrontano con altri personaggi in disparati avvenimenti mostrati non in ordine cronologico ma in sequenze dove il presente si alterna ai flashback. A ciò si aggiungono azioni dove i protagonisti non sono loro ma altre figure che si fronteggiano a interpretare personaggi svariati: nella pièce se ne contano infatti ventisette.

Un attore in abbigliamento scuro si esibisce su un palcoscenico vuoto, esprimendo emozione e intensità in un'interpretazione teatrale.

La scena inizialmente vuota si arricchisce di volta in volta di elementi mobili propri del teatro e di video che richiama il mondo del cinema, entrambi temi sui quali si basa l’opera dell’autore. Così gli ambienti sono disparati. C’è quello dell’ospedale dove è ricoverato Diego Fontana a seguito dell’incidente subìto e ora alle prese con il cocainomane produttore (Davide Cirri) venuto a sollecitare la sceneggiatura di un film dalla grossa produzione commerciale per il quale si è guadagnata la presenza di una star internazionale e del loro scontro in cui il regista si mostra risoluto a far produrre un film impegnato della durata di tre ore e mezza. Un altro spazio è costituito da un piccolo teatro d’avanguardia in cui Anna recita un testo di Sarah Kane ricco di termini crudi al quale assistono i genitori visibilmente allibiti (Silvio Orlando e Francesca Botti). I diversi ambienti si susseguono fino ad arrivare a un’ultima scena che si svolge in un bar dove compaiono i quattro personaggi che si raccontano in un’esposizione di accadimenti che confondono il reale con la finzione.

Testo duro quello di Remón che, malgrado l’alternarsi delle scene brillanti fatte di umorismo che abbraccia satira, ironia e surrealismo, anzi anche grazie a esso, pone l’attenzione dello spettatore sulla triste condizione alla quale è soggetta l’uomo e riscontrabile attraverso la scena teatrale e cinematografica che ne sono metafora.

Due attrici si scambiano sguardi e sorrisi sul palcoscenico, una indossa un cappotto scintillante e l'altra un vestito colorato con capelli rossi.

Un allestimento inusuale e proprio per questo particolarmente apprezzabile grazie all’apporto delle parti sceniche, delle luci e dei suoni (in calce sono citati i doverosi crediti), un plauso va riconosciuto ai quattro attori per le diverse performance sostenute e espressamente per Silvio Orlando, eccellente interprete sia nelle parti comiche che in quelle più malinconiche che fanno tutte parte del suo prestigioso bagaglio attoriale.

Lo spettacolo accolto molto favorevolmente dal pubblico resterà in scena fino al 9 novembre. In calce sono riportati i crediti e le info per acquisto biglietti

Visto il giorno 5 novembre 2025

(Carlo Tomeo)

Dal 4 al 9 novembre 2025 al TEATRO CARCANO

CIARLATANI
di Pablo Remón
traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes
con Silvio Orlando
e con (in ordine alfabetico) Francesca BottiDavide CirriBlu Yoshimi
scene Roberto Crea
luci Luigi Biondi
costumi Ornella e Marina Campanale
assistente alla regia Raquel Alarcón
regia Pablo Remón
direttore di scena Luigi Flammia
datore luci Christian Pizzingrilli
fonico Gianrocco Bruno
sarta Piera Mura
management Vittorio Stasi
direzione generale Maria Laura Rondanini
produzione Cardellino srl
in coproduzione con Spoleto Festival dei Due MondiTeatro di Roma – Teatro Nazionale

photo Guido Mencari

Categorie RECENSIONI

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