Tre spettacoli di Cinzia Spanò al Teatro Elfo Puccini di Milano, sala Fassbinder – comunicato stampa

© Marcella Foccardi

22 ottobre > 9 novembre | sala Fassbinder

Cinzia Spanò è un’artista di casa al Teatro dell’Elfo che produce o ospita da anni i suoi progetti, sempre accolti da un pubblico numerosissimo e partecipe. In apertura di stagione tornano in scena tre spettacoli di segno molto diverso, da vedere e rivedere. Si inizia con IL CONDOMINIOdivertissement semiserio, per ridere delle nostre e altrui frustrazioni e nevrosi. Seguono due spettacoli che mettono in scena storie e vissuti di donne provenienti da contesti diversi, raccontate con rigore e con una raffinata fantasia teatrale che restituisce tutta la straordinaria forza di cambiamento delle loro vite: TUTTO QUELLO CHE VOLEVO, dedicato alla Giudice Paola Di Nicola Travaglini, e PALMA BUCARELLI, sulla storica direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma.

In primavera Cinzia Spanò sarà nuovamente all’Elfo con la sua recente creazione tratta dal romanzo di Renata Viganò, L’AGNESE VA A MORIRE (23/26 aprile), e con una nuova produzione, DENTRO LA TELA (7/31 maggio), che affronta il tema della violenza sulle donne e invita il pubblico a riconoscere che non c’è innocenza o neutralità possibile: il cambiamento è responsabilità collettiva.

22 > 26 ottobre

Il condominio

Uno spettacolo superficiale con qualcosa da dire

di e con Cinzia Spanò

aiuto regia Valeria Perdonò

light designer Giuliano Almerighi

realizzazione video Lucia Rho

produzione Teatro dell’Elfo

“In un condominio di Milano, sin dal mattino i vicini di casa si scambiano messaggi per assicurarsi che tutto scorra in maniera ordinata e disciplinata. Sono risoluti ad affrontare il delinquente che continua a buttare la plastica nel contenitore della carta, il disadattato che lascia aperta costantemente la porta dell’ascensore, il provocatore in possesso del termosifone che gorgoglia rumorosamente. Nessun problema è trascurabile per il Condominio, tutto viene affrontato con la massima serietà e mettendo in campo azioni mirate e coordinate alla ricerca di chi attenta alla pace della piccola comunità. La vita condominiale diventa così metafora della condizione umana e delle dinamiche che regolano i rapporti tra le persone. Dopo averli ignorati per anni, durante i lockdown della pandemia ho cominciato a osservare con maggiore attenzione i messaggi che arrivavano nella mia chat condominiale, un gruppo whatsapp in cui sono stata inserita con la rassicurazione che il gruppo sarebbe servito esclusivamente per scambiarsi comunicazioni e informazioni riguardanti il condominio. La chat in realtà si è rivelata da subito un capolavoro di delazione e bullismo, con interventi inutili se non addirittura nocivi, tesi a gettare sospetti su altri condomini ed esasperare gli animi, spesso con messaggi privi di qualsiasi parvenza di logica e ogni tanto anche della più elementare grammatica italiana. Le vittime dell’attività della chat sono tutti quelli che non ne fanno parte, ignare e ignari condomini sui quali vengono gettati i sospetti più infamanti, uno fra tutti quello di attentare al decoro del condominio. Ad un certo punto ho cominciato a notare come nel microcosmo condominiale fossero rilevabili tutte le dinamiche che osserviamo nel mondo, rese semplicemente più evidenti ed esasperate perché più concentrate. […] Così come mi sono domandata come gestire la frustrazione che mi generava la lettura di quei messaggi. Ad un certo punto ho pensato semplicemente di abbandonare la chat. Poi ho pensato che ancora meglio potesse essere provare a riderci su, farci uno spettacolo, e poi abbandonare la chat”. (Cinzia Spanò)

31 ottobre > 2 novembre

Tutto quello che volevo – Storia di una sentenza

di e con Cinzia Spanò

regia Roberto Recchia

luci Matteo Crespi, suono Gianfranco Turco

voci di Irene Canali (Laura), Ferdinando Bruni, Federico Vanni, Francesco Bonomo, Giovanna Guida

con l’amichevole collaborazione di Francesco Bolo Rossini

video del ‘sogno’ Paolo Turro realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera – Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate, diretto dal prof. Roberto Favaro

produzione Teatro dell’Elfo, Effimera

Una donna in costume da giudice con toga nera e camicia bianca, appoggiata ad un muro, in un ambiente dal design semplice e sobrio.

© Laila Pozzo

Trenta libri sulle donne e due dvd. Fece molto scalpore, qualche anno fa, la storia di due ragazzine di 14 e 15 anni, frequentanti uno dei licei migliori della capitale, che si prostituivano dopo la scuola in un appartamento di viale Parioli. Il caso ebbe una fortissima eco mediatica anche per via dei clienti che frequentavano le due ragazze; tutti appartenenti alla cosiddetta ‘Roma-bene’, professionisti affermati e benestanti, di livello culturale medio-alto, insospettabili padri di famiglia. La storia che raccontiamo inizia quando la strada della più piccola delle due ragazze – che noi chiameremo Laura – incrocia quella della Giudice Paola Di Nicola Travaglini, chiamata a pronunciarsi su uno dei clienti della giovane, un professionista romano di circa 35 anni. La Giudice, che deve esprimersi anche sul risarcimento del danno alla giovane oltre che sulla condanna alla reclusione e alla multa dell’imputato, stabilisce che nessuna cifra potrà mai restituire alla ragazza quello che le è stato tolto. «Com’è possibile risarcire quello che ha barattato per denaro dandole altro denaro? Se io adesso disponessi di risarcirla in questo modo non farei che ripetere la stessa modalità di relazione stabilita dall’imputato con la vittima, rafforzando in lei l’idea che tutto sia monetizzabile, anche la dignità. E come può inoltre il denaro proveniente dall’imputato, il mezzo cioè con cui lui l’ha resa una merce, rappresentare per quella stessa condotta il risarcimento del danno?». Lo spettacolo è dedicato alla Giudice Paola di Nicola Travaglini e alla sua coraggiosa e sorprendente sentenza. Una sentenza che ha fatto il giro del mondo e che ci insegna molto su vittimizzazione secondaria, stereotipi veicolati da narrazioni scorrette, e sulla necessità di collocarsi dentro la propria storia per diventare pienamente ciò che si è. All’epoca, infatti, attraverso una narrazione facente leva prevalentemente sugli stereotipi, i media hanno fortemente inquinato la lettura collettiva della vicenda. Lo stigma è caduto soprattutto sulle giovani, che proprio in virtù del fatto di non essere percepite come vittime sono divenute vittime una seconda volta”. (Cinzia Spanò)

4 > 9 novembre | sala Fassbinder

Palma Bucarelli e l’altra resistenza

di e con Cinzia Spanò

aiuto regia Valeria Perdonò

allestimento tecnico Giuliano Almerighi

sound designer Alessandro Levrero

scene e costumi Saverio Assumma De Vita

produzione Teatro dell’Elfo

«Il giorno in cui Hitler invade la Polonia, il Ministro dell’educazione nazionale Bottai manda un ispettore in giro per l’Italia per capire quale sia il grado di sicurezza dei musei. La relazione dell’ispettore è di poche parole: se dovesse scoppiare la guerra, nessun posto, nessun museo, nessuna galleria sarebbe in grado di mettere in salvo in pochi giorni il proprio patrimonio artistico. Si decide quindi di spostare tutte le opere più preziose dai musei e nasconderle in posti sicuri in cui possano trovare riparo perché <la guerra è orribile dappertutto ma in Italia quando si combatte è come se si combattesse in un museo>. Dipinti, sculture e opere d’arte dei maggiori artisti di ogni epoca, da Botticelli a Michelangelo, da Leonardo a Caravaggio, e poi ancora Rembrandt, Raffaello, Tiepolo, Parmigianino, Donatello, Rubens, Velasquez, Dürer, Lippi, Pollaiolo e tanti altri vengono spostati dalle loro sedi e nascosti. Dopo l’entrata in guerra gli scenari pian piano cambiano e a minacciare le opere d’arte non sono più solo i bombardamenti degli alleati ma anche le razzie dei tedeschi, soprintendenti, direttrici e direttori di musei, storiche e storici dell’arte rischiano la loro incolumità per mettere in salvo i capolavori dell’arte italiana. È grazie al loro coraggio se quelle opere sono arrivate fino a noi. Una storia corale e sorprendente, che lo spettacolo racconta dal punto di vista di una grande protagonista: Palma Bucarelli. Storica direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Roma, donna libera e volitiva, Bucarelli nascose le opere nei sotterranei di Palazzo Farnese a Caprarola. La ricostruzione della vicenda, resa possibile grazie all’intreccio di vari documenti, testimonianze e diari, ci restituisce una parte della nostra Storia ancora troppo poco conosciuta e i protagonisti che l’hanno resa possibile, primi fra tutti Pasquale Rotondi ed Emilio Lavagnino. E i diari di Bucarelli, scritti nell’attesa infinita che la guerra finisse, ci offrono oggi uno scorcio sull’occupazione di Roma, le persecuzioni ebraiche e l’eccidio delle Fosse Ardeatine”. (Cinzia Spanò)

Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano

Prezzi: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50

Orari: IL CONDOMINIO e TUTTO QUELLO CHE VOLEVO: mercoledì e giovedì ore 20.30 | venerdì ore 20 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16.30

PALMA BUCARELLI: martedì, mercoledì e venerdì ore 20 | giovedì ore 20.30 | sabato ore 19.30 | domenica ore 16.30

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021

Categorie comunicato stampa

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