“La poésie de la résistance” al Teatro Out Off di Milano – Recensione

È tornato a Milano per la seconda annata consecutiva al Teatro Out Off, seguendo quella che si spera diventi una piacevole consuetudine, Jan Fabre con la sua personale rassegna costituita da sei spettacoli di cui due in prima mondiale e due “Jan Fabre Gruppi di studio” dal 30 settembre all’8 ottobre (condotto da Annabelle Chambon e Cédric Charron) e dal 20 al 28 ottobre (condotto da Irene Urciuoli).

Il primo spettacolo al quale ho assistito è “La poésie de la résistance” scritto da Jan Fabre su drammaturgia di Miet Martens e interpretato da Annabelle Chambon e Cédric Charron.

Una scena vuota occupata solo da palloncini bianchi trattenuti da fili invisibili e che, a seconda del loro movimento e dell’esile taglio di luce che attraversa il luogo, assumono colorazioni appena un poco più decise. Un paesaggio non decifrabile nel quale procedono lentamente l’una verso l’altra due figure che prima si scrutano poi volgono il loro sguardo verso di noi. Lei indossa gonna, giacca e cravatta stretta al collo su una camicia bianca, lui è completamente nudo con il corpo rivestito dal sangue rappreso delle numerose ferite che lo hanno oltraggiato. Quelle ferite sono testimoni dei colpi ricevuti da un nemico. E si scopre subito che sono colpi di arma da fuoco nel momento in cui una forte scarica colpisce la donna che cade a terra. Non sono colpi mortali dal momento che la vediamo rialzarsi e commentare con l’uomo sul tipo di arma che l’ha colpita. Una rivoltella o una pistola. I due sembrano essere molto esperti, sanno riconoscere la differenza tra l’una e l’altra e soprattutto sul modello e sul calibro dei proiettili utilizzati. Intanto si qualificano come membri di un movimento di resistenza artistica, che lotta contro la censura e il conformismo.

Non sono esseri umani, non ne conoscono le nefandezze. Sono esseri superiori, messaggeri di poesia e vivono per la salvezza dell’arte che rischia di impoverirsi fino a rischiare l’eliminazione sotto il peso della volgarità e della cattiveria e a causa del potere opprimente che limita la libertà d’espressione. Portano incisa in varie parti del corpo la parola che giustifica il motivo della loro lotta: Libertà.

I venti di guerra aumentano, il suono del segnale di allarme dei rifugi e quello delle ambulanze sono ora la parte più acuta della colonna sonora. I colpi di arma da fuoco sono sempre più forti, si intuisce che a sparare non sono più le semplici pistole ma arsenali bellici più sofisticati che superano anche i mitra diventati obsoleti e i due sanno individuare bene i colpi dei kalashnikov e operare dei distinguo. Lui, nonostante il dolore che pur avverte, sorride, recita il suo inno alla poesia, il suo morire per rinascere subito dopo è parte della sua esistenza perché è il simbolo della libertà che deve resistere. E lo stesso è per lei che continua a essere crivellata, a cadere e alla fine a rialzarsi. Hanno superato la fase della mortalità come se anche la morte fosse una parte di vita, e forse lo è. La libertà di esprimersi è un bene troppo prezioso per soccombere. E gli eroi non soccombono. Ben lo ricorda David Bowie che canta la sua famosa canzone che è un grido di resistenza e anche di rinascita continua “Just for one day / we can be heroes…” e che li incita a resistere.

Un testo poderoso che ha la caratteristica di ripetere più volte quelle frasi di forte intensità che hanno il potere posseduto dalle locuzioni che trovano la maggiore espressività e convincimento proprio nella funzione del ribadire più volte il concetto essenziale, consuetudine peraltro non nuova in Fabre. E in questo si rileva la poesia della resistenza che dà il titolo allo spettacolo interpretato dai due eccellenti artisti Annabelle Chambon e Cédric Charron, assai sollecitati fisicamente, che non si risparmiano in un’ora circa di performance affascinante molto apprezzata dal pubblico.

L’ultima replica è prevista per il giorno 8 ottobre. In calce le info con i crediti e le modalità per l’acquisto dei biglietti.

La poésie de la résistance

Testo, concept, regia Jan Fabre
Con Annabelle Chambon e Cédric Charron
Drammaturgia Miet Martens
Improvvisazioni al corno Gustav Koenigs
Luci e progetto tecnico Wout Janssens
Spettacolo in francese, con sopratitoli in italiano. Traduzione di Franco Paris.

Foto di Alessandro Villa

Visto il giorno 4 ottobre 2025

(Carlo Tomeo)

Teatro OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano

Orari spettacoli: ore 20.00

Prezzi: Intero 25€ | Ridotto under26 17,5€ | Ridotto over65 12,5€

Prenotazioni e informazioni: T. 0234532140 biglietteriaoutoff@gmail.com

Ritiro biglietti negli uffici in via Principe Eugenio 22 dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 13

Ritiro biglietti in botteghini via Mac Mahon 16 dal mercoledì alla domenica un’ora prima dello spettacolo


Categorie RECENSIONI

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