“Erodiàs + Mater strangosciàs” al Piccolo Teatro Grassi – Recensione

È la voce fuori campo di Sandro Lombardi a introdurre Anna Della Rosa per consegnarle “la materia eruttiva di quello spettacolo” che lui aveva interpretato tra il 1996 e il 1998 e che ora ha pensato a lei come ideale prosecutrice della parola di Giovanni Testori contenuta nei tre lai, opera conclusiva dell’artista. L’azione si svolge in una scena scura, arredata con un trono che sarà occupato dalla regina Erodiàs e, a lato, con una modesta sedia sulla quale siederà Maria di Nazareth, la Madre strangosciàs che piange il figlio ucciso. Sul pavimento è appoggiata la riproduzione in cartapesta della testa mozzata di Giovanni Battista. Sul fondale una serie di luci che ricordano quelle di uno spettacolo di natura circense. Profano e sacro si avvicendano in questi due lai, secondo e terzo della trilogia che Testori scrisse poco prima di morire e che furono pubblicati postumi. Erodiàs (Anna Della Rosa) in smoking raggiunge il trono, duri sono i lineamenti del suo volto, mentre dalle labbra strette fuoriesce una voce rauca, strozzata, che pronuncia deformandolo, il nome del Battista “Jokanslaàn! Slanjokaàn!”. I suoi lai prendono corpo e assumono varie forme: passano dal furore per una passione nella quale si ricordano le qualità fisiche dell’oggetto amato a lei negate, all’irrisione nei confronti della madre del Cristo, da lei incomprensibilmente dichiarata vergine mentre era incinta, fino al sospetto che il Battista non fosse del tutto alieno al fascino femminile di fronte alla bella Salomé e che lei vedeva come rivale. Dolore ma anche dileggio per l’uomo che, predicando l’esistenza di un Dio “dei ciechi, dei ciavati, de’ mutulati”, veniva da lei ridicolizzato con la canzone di Milva “Ehi, tu, Mamaluk”. E nostalgia per quello che sarebbe potuto accadere tra loro se solo lui fosse stato disponibile alle sue profferte erotiche “in uno dei privati teneri boschetti dalle private regie guardie spiati e insiem protetti in del plenèr trovati avremmo il nostro letto”. Momenti belli solo nell’immaginazione tali da farle intonare “Hava naghila ve nis’mecha” (“Rallegriamoci e siamo felici”), un canto che acquista il sapore di una beffa.

Il lamento vissuto da Erodiàs rappresenta una sorta di Inferno nei tre lai di Testori che chiuderà l’opera con un canto di speranza verso il Paradiso. È quello della Mater strangosciàs che parte dalle parole di dolore di fronte al sudario che avvolgeva il cadavere del figlio morto (“Oh mio creato et, insema, da me formator, oh dell’immensa terra lievito, ardor”) per giungere a una promessa salvifica (“Ce dobbiamo, amici tanti e cari, saludare? No, che sto imbrassamento va per semper sé sé a durare”).

I due testi difficili per il linguaggio, che unisce dialetto lombardo, latinismi e grammelot, hanno avuto l’interprete ideale in Anna Della Rosa, che nell’applicare a sé il progetto di Sandro Lombardi, l’ha rivestito della propria arte innata. L’attrice è passata senza soluzione di continuità dal primo monologo, che arriva a essere in diversi punti scurrile fino al raggiungere il grottesco, al secondo che si distingue per la sua drammaticità: due personaggi completamente agli antipodi resi entrambi con naturalezza e utilizzando al meglio non solo le non comuni doti vocaliricche di svariate inflessioni, ma anche un gesticolare molto animato per meglio rafforzare le varie battute alla quale si affiancano le intense capacità della motilità del viso che arricchiscono il parlato di varie intensità espressive. La messa in scena, essenziale e ricca di fascino, si è avvalsa delle luci di Vincenzo De Angelis che, nel primo dei due monologhi, si spegnevano per riaccendersi subito dopo cadenzando i vari momenti della messa in scena, rappresentando così, una sorta di siparietti-episodi per meglio fissarne i punti salienti.

Anna Della Rosa è stata applaudita lungamente insieme a Sandro Lombardi che al termine ha raggiunto l’attrice sul palcoscenico. Repliche fino a domenica 25 maggio. In calce all’articolo le INFO riportanti le credenziali e le modalità di acquisto biglietti. Lo spettacolo è altamente meritevole di essere visto.

Visto il giorno 20 maggio 2025

(Carlo Tomeo)

Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio)

Dal 20 al 25 maggio 2025

Erodiàs + Mater strangosciàs

da Tre lai di Giovanni Testori  un progetto di Sandro Lombardi  per Anna Della Rosa 

regia Valter Malosti – assistente alla regia Virginia Landi – assistente alla drammaturgia Alberto Marcello – disegno luci Vincenzo De Angelis – produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Compagnia Lombardi-Tiezzi – progetto realizzato in collaborazione con Associazione Giovanni Testori

Durata: un’ora e dieci minuti senza intervallo

Sabato 24 maggio, alle ore 19.30, la replica di Erodiàs + Mater strangoscias, è preceduta da
Cleopatràs: un distillato, in forma di concerto, dello spettacolo di Valter Malosti con Anna Della Rosa da Tre lai di Giovanni Testori con Anna Della Rosa – regia Valter Malosti 
progetto sonoro e live electronics Gup Alcaro 
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Teatro Piemonte Europa 
Durata: 70 minuti senza intervallo

Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica, ore 16.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Il biglietto della recita di sabato 24 maggio comprende i tre spettacoli

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

Categorie RECENSIONI

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