
È in scena al Teatro Franco Parenti, dove ha debuttato il 23 aprile con repliche previste fino al 18 maggio, “Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro“, il poetico testo che Andrée Ruth Shammah, al suo felice esordio come autrice per il teatro, ha scritto insieme a Federica Di Rosa e della cui messa in scena ha curato anche la regia. Un testo che era stato pensato per Adriana Asti circa quattro anni fa e che l’attrice avrebbe dovuto recitare in occasione del suo novantesimo compleanno e mai andato in porto. A recitarlo ora è la straordinaria Milena Vukotic e la prima rappresentazione nazionale è avvenuta proprio nel giorno in cui anche lei ha compiuto i novant’anni. E quale migliore data per un’attrice dalla sfavillante carriera, icona del teatro e del cinema italiano, se non festeggiarlo sul luogo che celebra al meglio la sua attività artistica? La protagonista della pièce è Madame A il cui nome richiama quello di Adriana Asti ma non è stato modificato da A in M e per questo io amo pensare che quell’A iniziale possa acquisire un significato più ampio come potrebbe essere quello della parola Amore e, essendo la storia ambientata a Parigi, Amour. Il tema, infatti, è l’amore in tutte le sue declinazioni: l’amore per la vita prima di tutto e anche l’amore per la musica, per l’arte, per la letteratura, per il teatro. La passione per ogni cosa che esprime la bellezza, e non a caso il titolo della stagione artistica teatrale 2024/25 del Teatro Franco Parenti è “e se tornassimo a parlare d’amore?”.
La vicenda è liberamente ispirata al romanzo Madame Pylinska e il segreto di Chopin di Éric-Emmanuel Schmitt (dell’autore francese di adozione belga Shammah aveva già diretto nella stagione 2000/2001 L’Hotel dei due mondi). I personaggi sono Madame A. (una stravagante signora maestra di piano), il Giovane Svogliato (figlio della ricca borghesia parigina) e il Narratore il quale arriva sul proscenio con in mano un quaderno di appunti che dichiara di aver “appena ritrovato” e dal quale leggerà ricordi di avvenimenti che andranno a prendere corpo sulla scena. Alle sue spalle un sipario di tulle trasparente in cui è proiettata una grande immagine della facciata di un palazzo parigino e attraverso il quale è visibile il soggiorno dell’appartamento di Madame A. dove, a sipario sollevato, appare una varietà cospicua di elementi disparati: pianoforte, poltroncine, pouf, sedie, scrivania, diversi paralumi dalle fogge disparate, tre aperture laterali che si immaginano condurre a altrettanti ambienti (la cucina, la camera da letto e la porta d’ingresso), e una scala a chiocciola che conduce al piano rialzato con un ballatoio in cui si distingue una libreria con molti libri. Oggetti dove “si respirava un’aria di nobiltà decaduta”. Madame A. parla con Fleur, la sua gatta, le dice che sta aspettando un giovane la cui madre dichiara di essere preoccupata perché lo vede dormire tutto il giorno e per questo desidera gli vengano impartite lezioni di musica. “Dormire da svegli è una specialità di questi tempi” commenta con disappunto Madame A.

Il primo incontro tra lei e il Giovane Svogliato vede la donna un po’ irritata perché lui è arrivato in anticipo di due ore, legge a voce alta dalla scheda quali sono i difetti elencati dalla madre (“apatico, assente, svogliato”), lui si mostra dispiaciuto e chiede scusa, lei ammette di aver voluto metterlo a disagio, al che il giovane sembra non dar peso perché lui non è mai a suo agio. È solo il primo degli incontri dei quali assisteremo in un tempo che attraverserà le quattro stagioni e che vengono commentati dalle parole del Narratore. Incontri in cui le anime dei due si avvicineranno con delicatezza, con Madame A. che pian piano riuscirà a suscitare nel Giovane Svogliato un interesse alla vita che finora gli era sconosciuto. La grande età di Madame A. che, solo a causa dell’anagrafe, si suppone per consuetudine essere fragile, sarà d’aiuto alla fragilità, quella sì che è realmente esistente, del Giovane che smetterà di essere svogliato nel momento in cui la donna saprà infondere in lui la curiosità di chi sembra svegliarsi ora alla vita. E tra queste curiosità risvegliate nel Giovane che ora si sente “preso per mano dalla vita” c’è anche quella che riguarda il passato di Madame A. che lei non ama ricordare. Un qualcosa che però viene alla luce attraverso le parole del Narratore quando cita un passaggio del quaderno: “marchiato per sempre con un numero sulla pelle, che non ha bisogno di parole”.
È un inno alla vita questo spettacolo scritto con amore che risulta evidente nei dialoghi e nelle battute appassionanti, un inno alla vita che non vuole allontanare la morte ma se mai la vuole accogliere in quanto espressione naturale della vita stessa perché, è questo l’insegnamento che Madame A. dà al Giovane finalmente non più svogliato, “per vivere leggeri bisogna pensare di poter avere una morte leggera“.

Milena Vukotic fornisce con l’interpretazione di Madame A. una delle più appassionanti prove della sua carriera toccando, con una sensibilità che s’intuisce essere innata, tutte le sfumature caratteriali e psicologiche che contraddistinguono il personaggio che sa essere elegiaco e scherzoso, dolce ma anche caustico. Vivace e spigliata nell’espressività vocale, nella mimica facciale e sorprendentemente scattante in una mobilità fisica che si esprime in particolare nel salire e scendere ripetutamente e con agilità i gradini della scala a chiocciola. La sua figura è inoltre ancora più ammaliante grazie ai vari, colorati costumi indossati e alla ricca e lunga treccia creata da Paride Parrucche. A interpretare il Giovane Svogliato è Federico De Giacomo che era il giovane Emanuel affetto da sindrome di Asperger nello spettacolo “Chi come me” anch’esso per la regia di Andrée Ruth Shammah e che ha tenuto banco con grande successo per due stagioni nella Sala A del Teatro. In questo lavoro De Giacomo ha portato avanti la sua prestazione con partecipazione anche se con un risultato meno entusiasmante rispetto alla sua prova attoriale precedente. Probabilmente necessita nelle repliche di rodare meglio il personaggio e soprattutto le sue giovani capacità interpretative dovranno essere verificate in un eventuale prossimo ruolo di stampo completamente diverso. Andrea Soffiantini, una delle colonne del Teatro Franco Parenti, sa essere Il Narratore che si distingue per delicatezza non disgiunta in alcuni punti da sentita commozione, due doti che l’attore sembra possedere con naturalezza. A lui è affidato il “segreto” descritto nel quaderno di appunti che fornisce una dose di suspense alla vicenda e sul quale si tace a evitare spoiler.

La lezione di musica è in realtà una lezione di portata più ampia in quanto, come da titolo, è una lezione d’amore e la sua celebrazione è costituita da una sinfonia nella sua accezione più classica dei quattro movimenti ciascuno dei quali dà il colore ai diversi dialoghi degli incontri: accanto ai movimenti lenti di variabile intensità ci sono quelli più allegri ma anche alcuni più animati quando Madame A. si adira. Una sinfonia che non investe solo il testo e la recitazione ma tocca pure tutta la rappresentazione: la notevole messa in scena ideata da Gianni Carluccio acquista fascino e intimità grazie alla sua collocazione nella raccolta Sala Blu impreziosita dai tagli di luce dello stesso Carluccio, i video di Luca Scarzella che riportano vedute di esterni e in particolare la coppia che passeggia per la città significante i progressi raggiunti dal Giovane grazie all’opera di Madame A., i molteplici costumi disegnati da Nicoletta Ceccolini che alternano abiti pesanti a altri più leggeri a significare il passaggio del tempo.
Come capita sovente, e questo in special modo per le prime rappresentazioni, Andrée Ruth Shammah ama far precedere gli spettacoli da una sua breve introduzione. Un’utile e piacevole abitudine che dà modo agli spettatori di entrare al meglio nello spettacolo cui assisteranno, senza ovviamente togliere alla personale interpretazione del singolo e ancor meno alla sorpresa. Per quanto concerne lo spettacolo in esame Shammah ne ha raccontato la genesi, e ha parlato dell’Alta Età, parola che sostituisce la parola anzianità perché conferisce un senso più ampio e più ricco alle persone che hanno superato quell’età, e della collaborazione con la Fondazione Ravasi Garzanti che prevede programmazioni teatrali inerenti al tema. E Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro è proprio uno di questi spettacoli dove si racconta di un rapporto tra una persona dell’Alta Età e un giovane che, come tanti coetanei di oggi, è vittima di fragilità e verrà aiutato a superare il suo stato.
Nella sera in cui ho visto lo spettacolo la Sala Blu era esaurita in ogni ordine di posti e i caldissimi applausi del pubblico hanno superato i quattro minuti. Repliche fino al 18 maggio con un annunciato sold out. Tuttavia è sempre possibile prenotare per essere collocato in lista d’attesa. Nelle INFO le modalità e i crediti.
Visto il giorno 24 aprile 2024
(Carlo Tomeo)
Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro
uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah
testo di Andrée Ruth Shammah e Federica Di Rosa
con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini
scene e luci Gianni Carluccio – costumi Nicoletta Ceccolini – musiche di Schubert, Beethoven, Debussy, Alban Berg, Sonia Wieder-Atherton… e Michele Tadini – video Luca Scarzella – assistente alla regia Diletta Ferruzzi – assistente allo spettacolo Claudia Grassi – pittore scenografo Santino Croci – direttore dell’allestimento Alberto Accalai – elettricista Domenico Ferrari – fonico Marco Introini – sarta Alessia Di Meo – parrucca di Milena Vukotic Paride Parrucche – pianoforte automatico PianoDisc Prodigy Tarantino Pianoforti – scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti – costumi realizzati dalla sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni – produzione Teatro Franco Parenti – Rassegna La Grande Età, insieme
In scena fino al 18 maggio in SALA BLU Teatro Franco Parenti
Orari: mercoledì, venerdì, sabato: ore 19.15 o 20.30 – giovedì: ore 20.15 – domenica: ore 15.45. Martedì 6 e sabato 17 Maggio: doppia replica ore 16.30 e 20.30
Prezzi: Settore A (file A-J) Intero: 38€ – Settore B (file M-S) Intero: 32€/Over 65: 25€ Galleria (file T-Z) Intero: 32€/Over 65: 25€
Informazioni: 02 59995206 – biglietteria@teatrofrancoparenti.it
