“Il vedovo allegro” al Teatro Manzoni – Recensione

Ha poco da essere allegro, Cosimo Cannavacciuolo, il protagonista della commedia: rimasto vedovo a causa dell’epidemia del covid-19, aveva subìto anche un dissesto finanziario quando, a causa del lockdown, era stato costretto a chiudere il negozio di antiquariato. Inoltre per pagare tutti i debiti, essendo la sua pensione tutt’altro che cospicua, aveva pure stipulato un mutuo le cui rate ora fa fatica a pagare. Per racimolare un po’ di denaro decide di mettere in uso una stanza del suo appartamento a Virginia (Stefania De Francesco), un’attrice che, oltre a essere brava, è anche una bella “guagliona” tanto da affascinare l’uomo che finisce poi per non farsi pagare l’affitto. La scomparsa precoce della moglie ha reso Cannavacciuolo ipocondriaco: continua a sottoporsi a tamponi periodici e a vaccinazioni per tutti i tipi di malattie, è ossessionato dall’igiene, fatica anche a stringere la mano a persone che non conosce più che bene. La sua casa viene pulita e rigovernata meticolosamente da Angelina (Elvira Zingone), la figlia di Salvatore (Massimo Andrei) il portiere del palazzo, padre anche di Ninuccio (Davide Marotta), il primogenito quarantenne, curioso e invadente. Sono giorni difficili quelli di Cannavacciuolo che deve sbarcare il lunario e forse a risolvere le sue questione economiche potrebbe essere utile il suo dirimpettaio, il sig. Augusto Tomacelli (Gino Monteleone), direttore della banca dove l’uomo ha contratto il mutuo e depositario di un segreto che potrebbe tornare utile. A completare la serie dei personaggi coinvolti nella vicenda sono la moglie di Tomacelli (Donatella De Felice) e il giovane medico del quarto piano, il Dottor De Angelis (Matteo Tugnoli), adocchiato da Angelina, desiderosa di sposarsi al più presto.

Tutto ha inizio con l’arrivo di un misterioso pacco destinato al protagonista che il portiere sale a consegnare all’interessato per raccogliere la firma di ricevuta. Il contenuto di quel pacco sarà la chiave di volta degli eventi che seguiranno dove si avvicenderanno elementi di scoppiettante comicità a momenti più riflessivi con colpi di scena inaspettati, calembour che susciteranno risate, equivoci che intrigheranno sempre di più la storia fino al finale imprevedibile.

Carlo Buccirosso è maestro nel creare storie che toccano il nostro vivere abituale scendendo in profondità nella psicologia dell’animo umano di cui è profondo conoscitore. Per questo i temi trattati, come capita in maniera particolare proprio per la commedia in esame, sono legati a eventi attuali che possano generare accurate riflessioni e anche dibattiti aldilà del divertimento che comunque se ne ricava per come è scritta la sceneggiatura. In tal senso l’induzione alla risata, perciò, non impedisce allo spettatore di meditare su quelle problematiche che investono il suo quotidiano. E questo è possibile grazie a due doti essenziali che occorre riconoscere all’autore: sensibilità e abilità di scrittura. La prima è evidentemente congenita del carattere della persona, la seconda trae nutrimento dalle capacità espressive che si realizzano in un testo in cui sono disseminati con maestria i tempi e le situazioni sceniche dell’attento esperto delle cose di teatro.

Accanto ai meriti che Carlo Buccirosso possiede nei campi autoriali e di regia occorre aggiungere quelli che riguardano la recitazione che è multiforme, toccando una varietà che spazia tra varie gamme espressive dove il comico si alterna al grottesco e al mesto. Dotato di generosità non si sottrae a offrire ampio spazio ai componenti della Compagnia prestandosi a fare anche da spalla in alcune occasioni topiche. Gli artisti che lavorano con lui sono di ottimo livello professionale e si intuisce che sono stati scelti con cura perché ognuno è ottimamente inquadrato nella parte che sostiene. Naturalmente, e questo dipende anche dai ruoli sostenuti che possono richiedere una maggiore presenza in scena, ci sono alcuni che meritano di essere citati, come Massimo Andrei, (capace di fare della gestualità il suo punto di forza), Elvira Zingone (che dà un tocco di vivace napoletanità al suo personaggio), Davide Marotta (in una recitazione scoppiettante tra le più divertenti della commedia), Matteo Tugnoli (ottimo caratterista nel ruolo di un dottore dagli atteggiamenti “ingessati”), Stefania De Francesco (brava anche nel canto: è lei che esegue dal vivo all’inizio del secondo tempo la famosa “Tace il labbro” da “La vedova allegra” di Lehar).

L’accuratezza della messa in scena si rileva anche nelle varie componenti che la realizzano, a cominciare dalla maestosa scenografia dovuta a Gilda Cerullo e a Renato Lori e raffigurante l’appartamento del protagonista che, a causa del fallimento del negozio, ha dovuto riempire la casa di tutti gli oggetti di antiquariato che non era riuscito a vendere: grandi lampadari che pendono dal soffitto, lampade e applique, libri antichi che ricoprono le pareti, statuine e ninnoli vari di porcellana, statue, tavoli e sedie, divanetti, tendaggi. Sui lati due porte, una delle quali è quella d’ingresso. Sul fondale un balcone che dà sulla via e che più volte durante la vicenda è utilizzato per vari fini. A rendere più funzionale la scena in modo da segnare il trascorrere del tempo sono le luci il cui disegno è affidato a Luigi Della Monica. Buccirosso in più occasioni ha dimostrato la sua passione per la musica che anche in questa commedia non poteva mancare: la scelta è stata affidata alla mano felice di Cosimo Lombardi che ha curato con arrangiamenti propri quelle più note, compresse quelle del prefinale e del finale sulle quali si tace in questa sede per non togliere la sorpresa.

Serata di grande successo con ripetuti applausi, molti dei quali a scena aperta, in un teatro pieno di un pubblico appassionato. Repliche fino al giorno 23 marzo. In calce le INFO con i crediti e le modalità di acquisto biglietti.

Vista il giorno 12 marzo 2025

(Carlo Tomeo)

Carlo Buccirosso in “Il vedovo allegro” scritto e diretto da Carlo Buccirosso – con Gino Monteleone, Massimo Andrei, Elvira Zingone, Davide Marotta, Donatella de Felice, Stefania De Francesco, Matteo Tugnoli – scene Gilda Cerullo e Renato Lori – costumi Zaira de Vincentiis – musiche Cosimo Lombardi – disegno luci Luigi Della Monica – aiuto regia Fabrizio Miano – produzione Ente Teatro Cronaca e A.G. Spettacoli

TEATRO MANZONI MILANO

Dall’11 al 23 marzo 2025 ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 22 marzo ore 15,30 e 20,45

BIGLIETTI

Prestige € 37,00 – Poltronissima € 34,00 – Poltrona € 26,00 – Poltronissima under 26 anni € 18,00

Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=3675559
telefonicamente 027636901
circuito Ticketone

Categorie RECENSIONI

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