
La commedia “Ti sposo ma non troppo” di Gabriele Pignotta, attualmente in scena al Teatro Manzoni, nacque nel 2007 e dieci anni dopo ebbe anche una trasposizione cinematografica sempre a cura dell’autore che ne riscrisse la sceneggiatura e ne firmò la regia. Il tema affrontato è quello degli amori che nascono in rete grazie alle varie app telefoniche dei nostri anni, create per organizzare incontri tra persone che sono alla ricerca di rapporti occasionali ma anche, e soprattutto, dell’amore ideale che possa sopperire alla solitudine o, come spesso accade, necessarie a riempire quel vuoto provocato da una non più soddisfacente situazione sentimentale che si trascina stancamente.
È il caso in cui si ritrovano Carlotta (Siddharta Prestinari) e Luca (Gabriele Pignotta). La prima è sposata da anni con Andrea (Fabio Alvaro), con il quale continua un rapporto che ormai sta mostrando la corda, il secondo è divorziato, padre di una ragazza alla quale è molto legato, e in crisi esistenziale un po’ perché non ha accettato bene il divorzio e un po’ perché si trova a mal partito economicamente (“La vita degli uomini divorziati costa” dirà all’amico Andrea quando questi si recherà da lui per farsi massaggiare la schiena che ha subìto uno strappo). Luca, infatti, è osteopata e, non potendo più sostenere le spese diventate gravose del suo studio in centro, occupa momentaneamente quello di un amico psicologo che è partito per l’estero. La targhetta sulla porta dello studio che indica il nome del medico psicologo è rimasta la stessa e questa sarà fonte del primo equivoco che interessa la vicenda e che riguarda anche un altro Andrea, anzi una Andrea (Vanessa Incontrada), una donna infelice che non riesce a rassegnarsi all’idea di essere divorziata e che, al solo sentir nominare la parola matrimonio, si sente male fino al punto di dover ricorrere a una seduta dallo psicologo. Cosa che farà non sapendo che a riceverla non è uno psicologo ma il terapeuta Luca.

Quello che accadrà dopo coinvolgerà i quattro personaggi in una serie di azioni impreviste (e imprevedibili) che costituiscono l’ossatura della parte comica della commedia e nello stesso tempo sarà fonte di indagine della parte più sentimentale dell’essere umano. Amori delusi che rifioriscono di fronte a nuovi stimoli e nuove suggestioni e amori che finiscono definitivamente nel momento in cui il dialogo va sempre più ad affievolirsi. Rapporti labili e illusori che si cercano attraverso i social network e ricorsi a modaiole tecniche psicoterapeutiche utili a scacciar via i problemi dalla propria mente. In tal senso è esilarante la scena, ripetuta due volte e in due occasioni diverse, in cui si assiste a un trattamento che prevede di scacciare dalla mente i problemi accumulati raffigurandoli come acqua che viene buttata in un secchio. Il tutto sotto i comandi di una psicoterapeuta brasiliana (l’irresistibile voce fuori campo è quella di Siddharta Prestinari). Pignotta puntualizza molto su questi aspetti che fanno parte del nostro vivere quotidiano dove l’uomo appare smarrito di fronte al deteriorarsi dei rapporti e si vede costretto a ricorrere alle tecniche e agli strumenti che gli appaiono più idonei, come gli incontri in rete, efficaci solo all’apparenza per raggiungere un nuovo benessere. Il regista, più che stigmatizzarli, ne mostra i limiti indicando in una maggiore attenzione ai rapporti ad persona la soluzione di quei disagi che nascono dalle incomprensioni.

La funzionale scena di Alessandro Chiti, costituita da pannelli mobili a rappresentare i vari punti di svolgimento delle azioni e sovrastati da un ponte mobile che simula il passaggio di una strada fronte mare, è il luogo dell’ambientazione della commedia. Le luci di Maximiliano Lumachi con le variazioni d’intensità e di sfumature di colore sono indicative dello svolgersi del tempo. All’interno di tale complesso scenico si muovono i quattro artisti con la professionalità che li contraddistingue e tutti meritevoli di grande ammirazione. Da notare in alcuni dei momenti più significativi delle azioni la scelta registica di fare interagire i personaggi al di fuori del loro ruolo, quasi a permettere a ciascuno di essi di condurre un’analisi-dibattito su quanto sta accadendo: un’originale sorta di “fuori onda” che tende a puntualizzare le posizioni assunte dai singoli e a darne legittimità. Azioni serrate, ritmo brioso, doppi sensi che si rincorrono (almeno un paio hanno provocato risate fragorose da parte del pubblico) sono da annoverare tra i punti più rimarchevoli della pièce.
Lo spettacolo è stato accolto con lunghi e ripetuti applausi da un pubblico che ha letteralmente riempito il teatro. Repliche fino al 2 febbraio. In calce all’articolo le INFO con l’indicazione dei crediti e le modalità di acquisto dei biglietti.
Visto il giorno 22 gennaio 2025
(Carlo Tomeo)
Dal 21 gennaio al 2 febbraio 2025
Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta in “Ti sposo ma non troppo” di Gabriele Pignotta – con Fabio Avaro e Siddharta Prestinari – regia di Gabriele Pignotta – assistente alla regia Malvina Ruggiano – scene Alessandro Chiti – costumi Rosalia Guzzo – musiche Stefano Switala – luci Maximiliano Lumachi – produzione a.ArtistiAssociati Centro di produzione teatrale Direzione Artistica Walter Mramor
TEATRO MANZONI via Manzoni 42 – 20121 Milano
BIGLIETTI Da martedì a venerdì
Prestige € 37,00 – Poltronissima € 34,00 – Poltrona € 26,00 – Poltronissima under 26 anni € 18,00
Sabato e domenica
Prestige € 41,00 – Poltronissima € 36,50 – Poltrona € 26,50 – Poltronissima under 26 anni € 18,50
Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=1184375%20
circuito Ticketone
Orari spettacoli: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 1 febbraio ore 15,30 e 20,45
