“L’estinzione della razza umana” al Teatro San Babila – Recensione

Milano, in un oggi non meglio precisato (ma i costumi indossati dai protagonisti lasciano intendere che non siamo lontani dagli anni attuali). A luci ancora spente una voce diffusa (quella di Elio De Capitani) informa sull’andamento della malattia che si è diffusa attraverso un virus e che colpisce gli esseri umani trasformandoli in tacchini. Questo ha costretto le autorità a imporre un lock-down rigoroso per evitare che il morbo si diffonda ancora più velocemente. All’accendersi delle luci in scena ci troviamo nell’androne di un palazzo, una giovane donna in balcone canta una canzone accompagnandosi con un chitarrino. Qualcuno suona al portone: è un corriere che deve consegnare un pacco. Il destinatario è il Sig. Marco Bianchi che scende ad aprire il portone con il volto coperto da mascherina e munito di spruzzino, fa entrare il corriere e, senza avvicinarlo, gli chiede di depositare il pacco in un angolo del pavimento. Nel frattempo sopraggiunge Andrea, un altro inquilino che abita al piano di sopra con la sua compagna Giulia e, dopo alcuni convenevoli con il presente, si appresta a uscire per andare a fare una corsa. A questo punto si accende tra i due una discussione dove Andrea insiste per uscire e l’altro glielo vuole impedire richiamandolo all’osservanza della legge che impone l’isolamento. Il battibecco diventa sempre più acceso specialmente quando interverranno le due donne, rispettivamente compagna del primo e moglie del secondo. Intanto continuano ad arrivare pacchi che Bianchi, sempre ossessionato dal contagio, fa accumulare per terra.

Questo è solo l’inizio di una storia che, partendo da una situazione surreale, porta a estreme conseguenze. L’ha scritta Emanuele Aldrovandi nel 2021 traendo spunto dalla diffusione dell’epidemia del Covid e che, prodotto dall’Associazione Teatrale Autori Vivi e dal Teatro Stabile di Torino, fu portato in scena l’anno successivo al Teatro Gobetti di Torino vincendo il Premio Eurodram. Lo spettacolo, interpretato dalla Compagnia dell’Associazione Autori Vari, è ora presente al Teatro San Babila a cui va riconosciuto il merito di averlo scelto per iniziare il nuovo anno della propria programmazione 2024/25.

La pandemia fa da chiave d’accesso a una serie di dialoghi che, anziché essere oggetto di comunicazione, diventano discussioni sempre più accese perché si chiudono in visioni della vita diametralmente opposte: da una parte c’è il senso di responsabilità per la salvaguardia del bene dell’umanità che si avvia verso l’autodistruzione, dall’altra l’egoismo imperante di chi vuole vivere bene il presente senza porsi il problema di quanto potrà accadere dopo di lui. C’è la moglie di Marco che si dichiara credente e vede nella sua maternità il massimo bene per una consapevole continuazione della vita e c’è la compagna di Andrea che invece, considerato il modo in cui si muove infelicemente la razza umana, ne brama l’estinzione tanto da bandire dal suo futuro la possibilità di avere un figlio. Un gioco al massacro fatto di diverbi frementi che diventano sempre più concitati dove ciascuno dei personaggi mette a nudo la propria personalità in un linguaggio ironico, caustico fino a essere provocatorio. E non mancano le battute fulminanti che finiscono per provocare il riso negli spettatori i quali si sentono involontariamente coinvolti, pronti a scegliere tra le due posizioni di pensiero esposte.

Un testo importante dalla forte attualità per le problematiche affrontate in uno spettacolo che sa essere brillante e nello stesso tempo drammaticorecitato da cinque attori meritevoli di dieci e lode che si muovono in una funzionale scenografia di Francesco Fassone e riproducente su due piani l’androne e i balconi di un palazzo dai colori grigi appena azzurrati in nuance con gli abiti indossati (simboli di una prigione mentale in cui sono costretti i personaggi e anche metafora di una pandemia che vuole essere uniformatrice con i corpi delle persone ma che non riesce a farlo con le loro menti). Emanuele Aldrovandi dosa con mano felice comicità e ironia fino a raggiungere punte grottesche in uno spettacolo che si distingue per il suo ritmo fremente.

La sera della prima di ieri sera lo spettacolo ha riportato larghi consensi da parte del pubblico che l’ha applaudito caldamente. Uniche due repliche questa sera alle ore 20.00 e domani pomeriggio alle ore 16,00 e, per la sua tipologia e per l’importante tema trattato, merita senz’altro la visione. In calce all’articolo le INFO riportanti i crediti e le modalità per l’acquisto dei biglietti.

Visto il giorno 18 gennaio 2025

(Carlo Tomeo)

TEATRO SAN BABILA

17-18 gennaio 2025 ore 20 | 19 gennaio 2025 ore 16

L’ESTINZIONE DELLA RAZZA UMANA Ass. T. Autori Vivi – Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale – con Giusto Cucchiarini – Eleonora Giovanardi – Luca Mammoli – Silvia Valsesia – Riccardo Vicardi – partecipazione vocale Elio De Capitani – scene Francesco Fassone – luci Luca Serafini – costumi Costanza Maramotti – maschera Alessandra Faienza – consulenza sonora GUP Alcarotesto – musiche Riccardo Tesorini – progetto grafico Lucia Catellani – aiuto regia Giorgio Franchi – foto Luigi De Palma – testo e regia Emanuele Aldrovandi

BIGLIETTI: Intero € 25 – Under/over € 20 – Studenti € 12 – Gruppi minimo 10 persone € 15

ORARI BIGLIETTERIA La biglietteria è aperta da martedì a venerdì dalle ore 14 alle ore 17 e un’ora prima di ogni spettacolo

TEATRO SAN BABILA Corso Venezia 2/A – 20121 Milano Telefono 02 46513734 – info@teatrosanbabilamilano.it – http://www.teatrosanbabilamilano.it

Categorie RECENSIONI

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