
Due solitudini si incrociano in pieno inverno a San Pietroburgo durante una di quelle notti definite bianche perché il sole tramonta a ora tarda, allungando la luce diurna. È la storia di quegli incontri a essere oggetto del racconto di Dostoeskij che Stefano Cordella ha adattato e diretto su drammaturgia di Elena C. Patacchini e in questi giorni rappresentato al Teatro Litta. Un lui e una lei. Lui passeggia solitario durante le ore notturne per la città, è triste, deluso della vita non ha amici, osserva i passanti, ne immagina la vita che conducono e che lui ritiene scialba e non vuole o non riesce a stabilire un rapporto con loro. Non si conosce il suo nome. Dostoevskij lo presenta come lo Sconosciuto. Appare in scena munito di un mangianastri che recita l’incipit del racconto: “Era una notte incantevole, una di quelle notti, come ci possono forse capitare solo quando siamo giovani, caro lettore. Il cielo era un cielo così stellato, così luminoso che, guardandolo, non si poteva fare a meno di chiedersi: è mai possibile che esistano sotto un simile cielo persone irascibili e capricciose?”. Lei è la giovane Nasten’ka tormentata dall’amore verso un uomo che era partito un anno prima e del quale sta aspettando il ritorno. Istintivamente lui intravvede in lei una sorta di alter ego che gli permette di avvicinarla. Nasce tra loro un primo colloquio che si andrà ad arricchire nelle notti che seguiranno e durante le quali la donna descriverà la vita semplice che conduce accanto alla nonna della quale si prende cura mentre comincia a nutrire il dubbio che l’uomo amato non vorrà più tornare da lei. Il tormento di Nasten’ka tocca le corde emotive dello Sconosciuto fino al punto di non farlo sentire indifferente a un sentimento che sente nascere dentro di sé. La donna intuisce nel corso degli incontri notturni che l’uomo probabilmente sta superando la condizione di solipsismo in cui vive e temendo che, mostrandosi sensibile ai racconti che lei gli fa del proprio amore infelice, possa a sua volta innamorarsi di lei, si fa promettere che questo non avverrà. L’uomo promette perché non ne è ancora consapevole ma la voce diffusa di Luigi Tenco che canta “Ho capito che ti amo” fa intuire che forse tradirà la promessa.
Quattro notti dove il dialogo lascia spesso lo spazio a monologhi che descrivono un uomo affetto da una sorta di saudade, rimpianto di una vita mai vissuta, e una donna che non sa staccarsi da un amore forse provato solo da una parte. La trama della storia è tutta lì, in quei dialoghi che sembrano non portare a una conclusione definitiva. Ma invece la conclusione arriva, e ha un colore non del tutto previsto.
La forza della pièce è perciò in una trama che affronta i temi più importanti della poetica di Dostoevskij e che trovano espressione nell’esistenzialismo e nello psicologismo. Lo Sconosciuto che vive un’angoscia che non gli permette di comunicare con il prossimo, salvo trovare la possibilità di farlo nel momento in cui conosce Nasten’ka, la donna creduta infelice a causa di un amore non corrisposto ma che, a differenza di lui, non si considera una perdente, mostrandosi combattiva nel cercare di realizzare il proprio desiderio. La regia di Stefano Cordella è attenta nel tratteggiare questa disparità di sentimenti affidandone la recitazione a due bravi interpreti scelti, non a caso, anche per la loro giovane età perché la psicologia dei personaggi è molto vicina a quella dei giovani di oggi, spesso smarriti di fronte alle tristi realtà che sono chiamati ad affrontare: Diego Finazzi è il Sognatore che sa esprimere il mal di vivere proprio del suo personaggio, chiuso in un mondo tutto suo che fugge una realtà ritenuta meschina e che si contrappone ad Alma Poli, che sa essere una convincente Nasten’ka non meno sognatrice ma tuttavia concreta nel momento in cui vuole raggiungere l’obiettivo di realizzare il sogno d’amore che vive in lei da più di un anno. I due, che recitano anche attraverso la musica, suonando la tastiera presente in scena e lei canta anche “Tonight” di Sibylle Baier, si muovono con la sensibilità necessaria a una storia sentimentale suscitando la tenerezza che il racconto richiede. L’ambientazione si sottrae all’osservanza dell’epoca coeva all’anno di scrittura (1848) e si sposta in non meglio identificati anni, comunque vicini a quelli attuali. Ne sono testimonianza i costumi e la scena, essenziale, di Francesca Biffi, oltre che citazioni varie come la passione della nonna per la trasmissione de “La ruota della fortuna” o la presenza del mangianastri e della tastiera. A conferire ulteriore fascino alla vicenda è la cascata dei fiocchi di neve che invadono il palcoscenico e l’alternanza di cromature delle luci disegnate da Fulvio Melli.
Lo spettacolo termina con la voce diffusa di Sibylle Baier mentre canta “Tonight” che negli ultimi versi contiene un segno di speranza “He gently took my arm/He listened to my tears ‘til dawn/I dedicate this song to you/Tonight, we had change of the moon/We had change of the moon”

Nella serata della “prima” la sala del Litta era sold-out occupata soprattutto da giovani richiamati probabilmente anche dalla sentita vicinanza all’humus della vicenda oltre che per la risonanza del successo riscosso durante la scorsa stagione quando lo spettacolo fu rappresentato nella sala de La Cavallerizza. Il pubblico ha dimostrato il proprio gradimento con forti e continui applausi. Repliche fino al giorno 19 gennaio. In calce all’articolo sono presenti le INFO con i crediti e le modalità per l’acquisto biglietti.
Visto il giorno 10 gennaio 2025
(Carlo Tomeo)
MTM Teatro Litta – dal 10 al 19 gennaio 2025
LE NOTTI BIANCHE da Fëdor Dostoevsky
ideazione e regia Stefano Cordella – drammaturgia Elena C. Patacchini – con Alma Poli e Diego Finazzi – disegno Luci Fulvio Melli – scene e costumi Francesca Biffi – assistente alla regia Sofia Tieri – staff tecnico Ahmad Shalabi e Marco Meola – delegata di produzione Lisa Metelli – produzione Manifatture Teatrali Milanesi – durata: 70 minuti
Teatro Litta (da martedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30)
Prezzi: intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
