“Dei fiori… grazie. La storia del Festival di Sanremo” all’EcoTeatro di Milano – Recensione

Ho chiuso il 2024 con due musical e ho aperto il 2025 con un altro spettacolo in musica visto ieri sera all’EcoTeatro. Si tratta del piacevole “Dei fiori… grazie – La storia del Festival di Sanremo”, scritto e diretto da Walter Palamenga Volpini con i bravissimi Mirko RanùVittorio Surace e i danzatori Moreno Porcu e Rebecca Gabrielli. La pièce, come recita il titolo, è un excursus sulle canzoni più celebri che negli anni si sono avvicendate nel più popolare festival di musica italiana. Purtroppo la messa in scena è stata funestata da un incidente occorso a Palamenga che l’ha immobilizzato impedendogli di essere presente sul palcoscenico. Tuttavia con il senso di responsabilità e la generosità che lo contraddistinguono il regista ha guidato la troupe dalla cabina del fonico e delle luci e i risultati sono stati comunque ottimali. Con la sua voce che, come lui ha dichiarato, veniva da remoto ha iniziato il racconto della nascita del Festival che, a differenza di come si creda comunemente, affonda le radici nel 1932 quando la città di Sanremo, per lanciare il turismo nel periodo invernale, organizzò una manifestazione canora costituita da canzoni napoletane. Negli anni successivi i meeting canori continuarono a svolgersi con diverse modalità anche spostandosi di città. Fu solo diciannove anni dopo che il Festival di Sanremo nacque ufficialmente e da qui inizia lo show scritto da Palamenga Volpini.

In una scena minimale composta da due piccoli tavoli con sedie e 2 leggii situati nei due lati opposti del palcoscenico a farla da padrone è un vaso contenente rose rosse. È il simbolo della prima canzone evocata da Ranù e Surace, la stessa che si aggiudicò la vittoria nella prima edizione del Festival, Grazie dei fiori allora cantata da Nilla Pizzi e ora ripresa dai due che la intercalano con l’inciso di Grazie dei fiori bis scritta anni dopo da Renzo Arbore. Da questo momento la voce del regista annuncia di volta in volta le canzoni che si susseguono, descrivendone la genesi, i nomi dei cantanti che le eseguirono a Sanremo, stimolando la conoscenza (e la memoria) del pubblico. E questi si lascia coinvolgere anche grazie alla simpatia emanata dai due interpreti, a loro volta rispettosi della guida che proviene dalla voce diffusa e della quale si fanno complici. In questo modo il tutto acquista una forma di familiarità dove il contatto tra spettatori e artisti diviene sempre più esile, spesso si accendono le luci di sala favorendo una forma di metateatro anche perché, si sa, la musica, specialmente quella più popolare, unisce.

Canzoni cantate ma anche danzate: a dare loro una vitalità espressiva diversa intervengono i balli di Moreno Porcu e Rebecca Gabrielli: i due iniziano con un vorticoso mambo (siamo negli anni ’50 e Mambo italiano spadroneggia anche se con Sanremo non c’entra molto). Invece c’entra il samba trascinante di Quando Quando quando, cantata con squisito senso del ritmo da Vittorio Surace. Ma il bello arriva soprattutto nel secondo tempo quando eseguono una serie di stilizzati movimenti sul brano Per una bambola di Patty Pravo interpretata magicamente da Ranù qui bravo performer oltre che cantante.

Nominare tutte le canzoni sarebbe impresa ardua. Palamenga Volpini le ha scelto con cura tra quelle che hanno incontrato i maggiori successi non trascurando qualcuna delle sue preferite come la meno conosciuta Grande, grande amore di Lena Biolcati. E tra le preferite se ne riserva due per se stesso La voce del silenzio e Il mare calmo della sera cantate con voce spiegata, potente ed espressiva che eccelle in particolare nella seconda delle dueSi avverte che ha il canto nel sangue e il pubblico coglie quest’aspetto e lo applaude fragorosamente.

E poi ci sono le canzoni che hanno varcato le Alpi e sono diventate celebri all’estero come Quando quando quando Nel blu dipinto di blu, che in USA è tuttora meglio conosciuta come Volare, e Io che non vivo senza te che divenne cavallo di battaglia, forse il suo più famoso, di Dusty Springfield (chi non conosce la versione inglese You Don’t Have To Say You Love?). Forse sarebbe stato giusto aggiungere ancora un paio di brani che spopolarono in Europa. La prima era cantata da Engel Humperdick: A Man Without Love, versione inglese di Quando m’innamoro che a Sanremo fu cantata da Anna dentici nel 1968. La seconda è Papaveri e papere, famosa per la satira politica contenuta, molto d’avanguardia per i tempi, e all’estero incisa da vari artisti quali Beniamino Gigli, Ives Montand, Petula Clark, Bing Crosby… D’altro canto non sembra possibile immaginare uno spettacolo di durata normale che sia una sintesi di 72 (tanti sono) Festival di Sanremo, senza operare una scelta rigorosa.

Omaggi alle canzoni ma anche alle dive che hanno acquistato fama con Sanremo oppure che hanno onorato con la propria fama il Festival: Patty Pravo con “Per una bambola”, Mia Martini (Almeno tu nell’universo), Iva Zanicchi (Zingara), Anna Oxa (Quando nasce un amore), Giorgia (Come saprei), Fiorella Mannoia (Che sia benedetta) e non è mancato l’omaggio a Mina, un’altra diva che a fine anni ’50 aveva partecipato a Sanremo un’unica volta e con deludente risultato e ora ricordata per la sua interpretazione di una canzone che era stata cantata da Fausto Cigliano e Gene Pitney passata inosservata e con lei diventata poi popolarissima: E se domani.

Uno spettacolo scorrevole, ben cantato e ballato dai quattro protagonisti in scena che non si sono risparmiati offrendo il meglio delle loro capacità e guidati dal regista che ha dimostrato grande professionalità. Il pubblico presente ha partecipato e applaudito con convinzione. In replica ancora oggi e domani alle ore 16,00. In calce le INFO con i crediti.

Visto il giorno 4 gennaio 2025

(Carlo Tomeo)

© Carlo Tomeo

EcoTeatro Milano e Caliban Produzioni: presentano DEI FIORI…GRAZIE – La Storia del Festival di Sanremo – con Moreno Porcu, Rebecca Gabrielli, Vittorio Surace, Mirko Ranù, Walter Palamenga – Regia: Walter Palamenga Volpini

EcoTeatro, Via Fezzan 11 – 20146 Milano – Tel 02 82773651
www.ecoteatro.it – info@ecoteatro.it

Ultime repliche: 5 gennaio ore 16.00 – 6 gennaio ore 16.00

Categorie RECENSIONI

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