“Il bar sotto il mare” al Teatro Menotti – Recensione

Comincia con una voce fuori campo lo spettacolo in cartellone in questi giorni al Teatro Menotti. La voce diffusa riprende quella che fa da prefazione al libro di racconti di Stefano Benni “il bar in fondo al mare” che è anche il titolo della pièce, adattata e diretta da Emilio Russo, direttore artistico del teatro, e che racconta di un uomo, di cui non si conosce il nome, che vede un vecchio che ha una gardenia all’occhiello della giacca mentre scende una scaletta che lo porta in riva al mare dove si immerge completamente. L’uomo lo segue di corsa e, con il proposito di salvarlo, si immerge a sua volta. Il vecchio, sempre seguito dall’uomo, nuota sottacqua fino a un punto luminoso che è l’insegna di un bar dove sono presenti persone lì convenute per raccontare una storia. Quelle storie, divertenti ma anche dense di poesia, sono riprese ora dai quattro artisti che interpretano il ruolo di avventori del locale. Sono gli attori e cantanti Fabrizio Checcacci, Roberto Andrioli, Lorenzo degli Innocenti, accompagnati da Cosimo Zannelli alla chitarra. Chi conosce i testi di Stefano Benni sa che la caratteristica che li distingue è l’insensatezza delle trame dove accadono cose le più improbabili e per questo comiche. A interpretare l’uomo che ha seguito il vecchio è una persona scelta tra il pubblico che viene accompagnata sul palcoscenico e, fatta sedere, sostiene il ruolo dell’ascoltatore (oltre che compiere l’insolita funzione di quarta parete). A turno i tre attori si passano il compito di affabulatori e iniziano con la prima storia che vede protagonista il paese di Sompazzo, famoso per le barbabietole e i bugiardi. Un anno l’estate arrivò in anticipo e in aprile la temperatura aveva già raggiunto i quarantasette gradi, tanto che il grano maturò in due giorni, il lago si prosciugò costringendo i pesci a rifugiarsi nelle vasche da bagno, le galline covavano uova talmente bollenti che erano già in forma di frittata. All’arrivo dell’inverno nevicò per venti giorni e la neve raggiunse i sette metri coprendo tutte le case. Fu chiamato allora il meccanico Ufizèina, che sapeva riparare ogni cosa, il quale liberò il sole che era rimasto impigliato nei rami di un albero ripristinando così la normalità.

Le storie successive sono scelte tra le più rappresentative del libro di Benni, tranne quella di Cappuccetto rosso visto in un’era di droghe e spacciatori e che viene raccontata al suono di un trascinante rap. C’è quella del costruttore di camino Achille e del fornaio Ettore, due amici di Sompazzo, che finiscono per litigare per il possesso di una bicicletta da corsa avvistata da entrambi. Il sindaco del paese li sottopone a una serie di gare per stabilire chi sarà il padrone e più che il risultato delle gare in sé quello che rende esilarante la vicenda è la natura delle competizioni alle quali i due si sottopongono il cui risultato finale mi astengo dal rivelare per evitare spoiler. Gli altri racconti sono “I quattro veli di Kulala”, dal sapore elegiaco, dove una donna per far tornare il sonno al marito che gli era stato tolto dal diavolo ricorre a Kulala, la dea del sonno, che la sottopone a quattro enigmi. Da contraltare a questa c’è il divertente Il “pornosabato dello Splendor” dove un giorno viene proiettato un film porno nonostante la presenza di bambini. La conseguenza di questo episodio genera un comico equivoco che investe tutto il paese. Ma la storia più divertente in assoluto, sia per il tema sia per come viene raccontata in un forte accento toscano, è quella che riguarda l’amore tra due ragazzi: lui è un patito di motociclette truccate chiamato “Pronto Soccorso”, lei è “Beauty Case”, così nominata per la sua bellezza ammirata da tutto il paese, entrambi appassionati della velocità che rischiano di essere multati da “Blocchetto” un vigile integerrimo pronto a multarli per varie infrazioni. Sarà il paese a salvarli con una serie di azioni solidali.

I quattro protagonisti in scena offrono uno spettacolo dinamico e variegato fatto di ironia, calembour, doppi sensi, esaltando, con l’ausilio del canto e delle musiche, il linguaggio e la scrittura di Benni. Il disegno luci di Mattia de Pace vivacizza l’insieme con varie cromature conferendo un’ulteriore spettacolarizzazione. L’ottima regia di Emilio Russo completa felicemente lo spettacolo che è stato accolto con molti e ripetuti applausi, parecchi dei quali a scena aperta specialmente al termine dell’esecuzione delle canzoni. Repliche fino al 31 dicembre. In calce all’articolo le INFO relativi ai crediti e alle modalità di acquisto dei biglietti.

Visto il giorno 22 dicembre 2024

(Carlo Tomeo)

12 | 31 dicembre al Teatro Menotti

Il bar sotto il mare di Stefano Benni  con Fabrizio CheccacciRoberto AndrioliLorenzo degli Innocenti – Regia e adattamento Emilio Russo – Musiche dal vivo Cosimo Zannelli – Musiche Fabrizio Checcacci e Cosimo Zannelli – Scene e costumi Pamela Aicardi – Luci Mattia de Pace – Foto Alessandro Fibbi – Produzione Tieffe Teatro / La Macchina del Suono – Prima milanese

PREZZI

  • Intero – 32.00 € + 2.00 € prevendita
  • Ridotto over 65/under 14 – 16.00 € + 1.50 € prevendita
  • Abbonamento Menotti Card 4 ingressi €608 ingressi €110

SPECIALE CAPODANNOOre 22 Intero – 55.00€, Ridotto under/over – 45.00€

TEATRO MENOTTI Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 –  biglietteria@teatromenotti.org

ORARI BIGLIETTERIA Dal lunedì al sabato dalle ore 14.00 alle ore 18.30, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo – Domenica ore 14.30 | 16.00 solo nei giorni di spettacolo

Acquisti online: https://www.teatromenotti.org/evento/il-bar-sotto-il-mare.aspx

Con carta di credito su www.teatromenotti.org

ORARI SPETTACOLI Dal martedì al sabato ore 20 – Domenica ore 16.30 – Lunedì riposo

Categorie RECENSIONI

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