
Un dramma polifonico. Così è stato giudicato lo spettacolo in scena ancora per tre repliche al Piccolo Teatro di Via Rovello. E io aggiungerei “poliscenico”, nonostante lo scenario sia unico. Ma il fondale costituito da tre porte aperte, che solo occasionalmente vengono chiuse, determinano i diversi luoghi delle azioni che contemporaneamente si dipanano nel corso della vicenda: sta allo spettatore inquadrare e seguire, più o meno con maggiore attenzione e a seconda della sua sensibilità, le fasi del racconto che sono via via drammatiche, malinconiche, in alcuni punti anche ironiche. A specificare i luoghi delle azioni e a designarne i momenti temporali dello svolgimento, che sono costituiti da diversi anni, sessantuno per l’esattezza, tutt’altro in accordo con le regole aristoteliche, provvedono scritte luminose proiettate nella parte alta del palcoscenico.
Rappresentato per la prima volta nella stagione 2022/23 dal Collettivo Lacasadiargilla, il testo scritto dalla drammaturga inglese Alice Birch tradotto nella nostra lingua da Margherita Mauro, incontrò da parte del pubblico e della critica un successo immediato tanto da meritarsi cinque premi UBU. In scena dodici artisti che interpretano ventinove personaggi comprese le tre protagoniste, viste nella loro vita che attraversa tre generazioni. Sono Carol, Anna e Bonnie , rispettivamente madre, figlia e nipote in una storia che ha per argomento la femminilità inquadrata nei temi dell’amore, della maternità (quella desiderata e quella rifiutata), della famiglia, della depressione, dell’identità di genere e del rapporto con la morte.
La descrizione della psicologia delle tre donne avviene perlopiù simultaneamente in un intrecciarsi e accavallarsi di dialoghi dei quali sono protagoniste, o anche in alcuni momenti assenti, là dove a discorrere e parlare di (e fra) loro sono i personaggi maschili e altre donne. Carol è affetta dal mal di vivere. Al desiderio di condurre una vita serena con l’amato marito si contrappone nel suo animo una tristezza di fondo, un senso di inadeguatezza che non viene cancellato neanche dal forte amore provato (e manifestato) per la figlia Anna, tanto che, quando questa sarà diventata poco più che adolescente, si suiciderà. L’improvvisa perdita della madre, ai suoi occhi incompresa e per questo ingiustificata, trascina Anna in un vortice di sentimenti contrastanti tra i quali il dolore, affatto mitigato dalle dimostrazione di affetto da parte del padre, si fa da tràino verso una vita irta di estremizzazioni fatte di periodi di eccessiva vitalità e di socialità inframmezzati da momenti dissociativi che la porteranno verso la droga. Ne uscirà, si sposerà ma dopo la nascita della figlia che lei partorirà (“cagare un figlio”, urlerà come estremo rifiuto alla maternità) anche lei seguirà il destino della madre. Bonnie, la figlia di Anna, viene vista trentenne mentre lavora come medico in un ospedale, sa poco (e non vuole sapere oltre quel poco) delle vite di sua nonna e di sua madre. Ha ereditato la casa di campagna di Carol ma abitarvi o tenerla vuol dire per lei essere costretta ad affrontare il passato della sua famiglia dal quale desidera liberarsi. Decide di ricorrere alla sterilizzazione per allontanare definitivamente lo spettro della maternità per lei argomento di dolore. È lesbica ma la sua freddezza congenita la spinge a rifiutare le profferte amorose dell’amica Esther, salvo poi accettarle e ricambiarle alla fine. Questo avverrà quando la casa sarà venduta e con quella vendita lo spettro del passato si sarà dissolto.
Il testo avvincente, nonostante la costruzione un po’ complessa ma proprio per questo più affascinante e malgrado la lunghezza alleggerita dall’intervallo, è rappresentativo della figura femminile analizzata in tutte le sue sfaccettature grazie a un’indagine introspettiva e approfondita della varietà dei caratteri condotta dai registi Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni, vincitori di due Premi UBU 2023 per la miglior regia e il migliore spettacolo, che hanno saputo dirigere al meglio il cast dei dodici artisti, tutti dalle eccelse prestazioni attoriali specialmente nelle varietà interpretative di quei personaggi di contorno che hanno caratteri diversi. Le tre protagoniste nei ruoli di nonna, madre e figlia si sono distinte nel rendere le peculiarità dei caratteri: al malcelato nervosismo, poco alleviato dalle sigarette accese e spente subito dopo, attraversato da attimi di lietezza nella cura della bambina di Tania Garribba (Carol), si è messa in evidenza la recitazione nervosa intrisa di chiaroscuri di Petra Valentini (Anna), vincitrice del Premio Ubu del 2023. Davvero superba la resa di Federica Rosellini (Bonnie) nella figura dal carattere contraddittorio, occupata a mostrare freddezza e distanza per nascondere un fondo di debolezza. Tra gli interpreti maschili si è distinto Paolo Villani, vincitore come migliore attore del Premio UBU 2023, che ha sostenuto egregiamente il difficile ruolo di John, marito di Carol e padre di Anna.
A dare ulteriore valore al senso polifonico della scrittura resa dalla recitazione fino a farne un poema sinfonico hanno contribuito elementi quali i momenti musicali di Alessandro Ferroni e la scelta dei suoni di Pasquale Citera ai quali sono da aggiungere i disegni luci e video dovuti rispettivamente a Luigi Biondi e a Maddalena Parise. Anna Missaglia si è occupata dei costumi scelti con padronanza nel rispetto delle varie cadenze temporali.
Lo spettacolo ha ricevuto un ottimo gradimento da parte del pubblico e resterà ancora in scena questa sera e domani alle ore 19,30 e domenica alle ore 16,00. In calce le INFO dei crediti e le modalità per l’acquisto biglietti
Visto il giorno 19 dicembre 2024
(Carlo Tomeo)
Piccolo Teatro Grassi (Via Rovello, 2 – M1 Cordusio), dall’11 al 22 dicembre 2024
Anatomia di un suicidio di Alice Birch
Un progetto di lacasadargilla – regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni – traduzione Margherita Mauro – scene Marco Rossi – costumi Anna Missaglia – disegno luci Luigi Biondi – paesaggi musicali Alessandro Ferroni – disegno del suono Pasquale Citera – disegno video e cura dei contenuti Maddalena Parise – drammaturgia del movimento Marta Ciappina – Interpreti in ordine di apparizioni: Tania Garribba, Francesco Villano, Petra Valentini, Fortunato Leccese, Federica Rosellini, Camilla Semino, Marco Cavalcoli, Anna Mallamaci, Alice Palazzi, Lorenzo Frediani, Caterina Carpio e con Anita Leon Franceschi – produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa – foto di scena Masiar Pasquali
Durata: 3 ore compreso intervallo
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org
