“Ilva Football Club” al Teatro Elfo Puccini sala Fassbinder – Recensione

Un campo di calcio in provincia che confina con una fornace di acciaio a cielo aperto, la più grande d’Europa, i cui fumi tossici penetrano nei polmoni degli abitanti della zona e invadono il territorio dove è posizionata. Fino a procurare morte. In questo terreno si trovano a giocare i calciatori della Sidercalcio che scalano la classifica combattendo le squadre più blasonate per cercare di vincere il campionato. Lo fanno con quella rabbia nata e alimentata da una situazione di sofferenza e morte che si sono susseguite dopo il benessere arrivato in quella città del Sud a causa di una fabbrica nata all’inizio degli ani ’60 e che nel 1981 aveva creato 43.000 posti di lavoro tra operai, impiegati e indotto: quella fabbrica è l’Ilva, la città che la ospita è Taranto nel quartiere di Tamburi. I giocatori vivono la loro impresa come una forma di riscatto dal degrado che aveva colpito la salute sacrificata a un lavoro ingrato ma irrinunciabile perché come dicevano le madri a proposito dei loro figli “meglio morto che disoccupato”. La loro storia la raccontano i cinque componenti della Compagnia Usine Baug nello spettacolo “Ilva Football Club” prodotto da Campo Teatrale e tratto dal libro omonimo di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò pubblicato nel 2016. I due autori sono famosi giornalisti de “La Gazzetta dello Sport” e per raccontare la storia dell’Ilva hanno fatto ricorso, prendendola come metafora, alla materia della quale scrivono per mestiere: il calcio. Nel libro sono nominati gli elementi della squadra, undici giovani operai del quartiere Tamburi, tutti morti di cancro a causa delle esalazioni del fumo proveniente dalla ciminiere in funzione sia di giorno che di notte, continuamente, perché gli altoforni non possono essere mai spenti per non interrompere la produzione.

La storia raccontata nel libro è quella ripresa, e recitata con la voce e con il corpo attraverso una serie di performance appassionate, e altamente dinamiche dal punto di vista atletico, dai quattro attori e dall’attrice. All’inizio i cinque, al centro di un cerchio dal valore esoterico, impersonano due fratelli, entrambi appassionati di calcio, uno sport che hanno nel sangue “per motivi genetici”, la loro sorella fidanzata con colui che farà da conduttore televisivo delle partite (viene diffusa la sigla del programma domenicale in voga in quegli anni) e un giovane medico che certificherà i danni provocati dalle esalazioni dei gas inquinanti e che porteranno all’innalzamento di diossina, la più alta d’Europa. All’inizio li vediamo con indosso abiti comuni e raccontano la loro esperienza. C’è il ragazzo che non vuole rinunciare al lavoro, mentre il fratello salutista spiega perché lui non vuole entrare in fabbrica; la ragazza, che dapprima non capiva nulla di calcio, confessa che alla fine ne è diventata appassionata per amore del fidanzato; il medico che racconta della sua presa di servizio e della sua frustrazione nel diagnosticare, senza poterli poi estirpare, i cancri che si sono insediati nei corpi degli operai e dei tanti abitanti della città. Perché la morte non arrivava solo dai miasmi del fumo delle ciminiere ma anche dalle piante coltivate nel terreno inquinato e da tutti i derivati del latte raccolto da mucche e pecore anch’esse vittime non meno degli uomini.

lo spettacolo entra nel vivo quando i cinque si svestono dei loro abiti per indossare quelli dei calciatori e da quel momento iniziano il gioco che si fa sempre più convulso e segue le frasi del cronista nella sua “telecronaca” della quale appaiono sul piccolo televisore a destra della scena le immagini di volti di personaggi famosi legati allo sport. Non è necessario essere esperti di calcio per apprezzare i movimenti atletici (dribbling, affondi, tackle, ecc.) perché l’azione è appassionante di suo grazie alla bravura dei cinque artisti. Ma poi le maglie diventano grigie, così come da tempo sono ingrigiti anche i polmoni. e la scena poi si popola di carta incenerita smossa da una serie di ventilatori che sembra vogliano depurare l’aria ma non vi riescono, appare una figura intrappolata in una tuta ignifuga che avanza lentamente in un immaginario paesaggio oltre il definito, metafora di quello che sarà il futuro dell’umanità. La riflessione su quello a cui andremo incontro sorge spontanea.

Un grande esempio di teatro civile, una denuncia dei guasti provocati da cattivi governi che continuano a perpetrarsi, lode infine a una Compagnia che si adopera con il suo lavoro a risvegliare le coscienze.

Sala Fassbinder gremita alla prima rappresentazione e calorosi applausi ai cinque attori. Repliche questa sera alle 19,30 e domenica alle 16,30. Crediti e info per acquisto biglietti in calce all’articolo.

Visto il giorno 10 dicembre 2024

(Carlo Tomeo)

10 > 15 dicembre | sala Fassbinder : “Ilva Football Club” di Usine Baug & Fratelli Maniglio. liberamente ispirato al romanzo “Ilva Football Club” di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò con Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo – luci e tecnica Emanuele Cavalcanti – produzione Campo Teatrale

Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano

Orari: mart. e ven. ore 20.30 | merc. e giov. ore 20 | sab. ore 19.30 | dom. ore 16.30

Prezzi per lo spettacolo: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021


Categorie RECENSIONI

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