
È arrivato il terzo capitolo de “El nost Milan”, il progetto triennale di arte partecipata a cura di ATIR e Teatro Carcano ideato e diretto da Serena Sinigaglia, iniziato nel 2022 e ispirato alla commedia di Carlo Bertolazzi. Com’è noto, coinvolte nel progetto erano state 170 persone rappresentanti una variegata componente di cittadini della città quali un gruppo di adolescenti, persone con diverse abilità, drag king, anziani, adulti, bambini, tutte reduci da una serie di laboratori finalizzati alla messa in scena. “El nost Milan” fu rappresentata per la prima volta proprio nel Teatro Carcano nel 1893. Divisa in due parti (“La povera gent” e “I sciòri“) racconta la vita che si svolgeva a Milano alla fine dell’800 e in particolare pone protagonista una bella ragazza popolana, Nina, che per sfuggire alla miseria, diventerà nella seconda parte della pièce una “cocotte” con il nome della bella Helèna. Le due parti in cui è suddiviso il testo di Bertolazzi costituiscono i temi dei primi due capitoli del progetto ideato da Serena Sinigaglia che poi ha avuto come coda e conclusione la commedia originale nell’adattamento di Tindaro Granata e della stessa Sinigaglia.
Lo spettacolo ha debuttato il 5 dicembre, protagonista Lella Costa nella funzione di narratrice e interprete dei personaggi principali. Ad affiancarla un coro di trenta persone scelte fra i 170 che erano stati gli interpreti dei primi due capitoli. La scena dove si svolge lo spettacolo è costituita da una serie di sottili teli sovrapposti che fanno da fondale attraverso il quale entrano ed escono i personaggi del coro: è gente del circo, persone misere che tentano la fortuna al gioco del lotto o che si ritrovano in coda alla mensa della Misericordia per un piatto caldo o, meglio, di un bicchiere di vino che riscalda di più e soprattutto “fa dimenticare la miseria”. E c’è il papà di Nina che, come vuole il dialetto milanese è chiamata la Nina, così come sono nominate tutte le persone al cui nome di battesimo si antepone l’articolo. I dialoghi dei personaggi principali sono resi in un dialetto fortemente espressivo dalla voce inconfondibile e in stato di grazia di Lella Costa che a lato, poco discosta dalla quinta destra, interpreta e racconta quelle che potrebbero essere didascalie e che immergono il pubblico nell’humus più pregnante della vicenda. Si parla della tragedia, quando il padre della Nina ammazza il moroso malnat che aveva irretito la figlia e che ora la picchia. Saluterà la Nina prima di andarsi “a consegnare” mentre lei ormai aveva già preso la sua decisione e inizierà a lavorare in “quella” casa.
Non ci sono solo i componenti della Milan della povera gente tra il coro perché poi vediamo anche quelli che appartengono alla classe degli sciòri, ipocriti benpensanti che vivono di facezie e di pettegolezzi, gli stessi che avvincono le donne di servizio mentre scopano i pavimenti delle case dei loro padroni. E qui soprattutto si parla della bella Helèna e di come tra i vari clienti ha folgorato un ricco giovane già in screzio con la propria famiglia e desideroso di sposarla. Ma la Helèna non vuole sentire parlare d’amore, per lei quel sentimento è sepolto da tempo.
Osserviamo la Milano del “Nost Milan” attraverso le immagini proiettate sul fondale (il Duomo, i lavatoi della riva ticinese, la mensa dei poveri…) catturate grazie al bel gioco di luci di Roberta Faiolo e a farcela sentire più vicina è la sua lingua che sa essere dolce e anche dura, e, per chi non afferra tutto perché si è disabituato o l’ha dimenticata, ci pensano i soprattitoli in italiano che sovrastano la figura di Lella Costa. E poi ci sono le musiche: quelle della povera gente e quella degli sciòri, elegantemente vestiti per la serata alla Scala, che sull’aria “Il cavallo scalpita” da “La Cavalleria rusticana” di Mascagni, criticano quel “bizzarro innovatore dell’opera lirica”. E, se all’inizio si è accolti festosamente dalle musiche di Alessandro Cicognini, alla fine arriva “il colpo di grazia”, “Stramilano” con la voce di Milly che vorrebbe essere festoso ma che a me ha fatto lacrimare perché mi ha ricordato i recital di questa grande cantante ai quali ho avuto la fortuna di assistere più volte.
Lo spettacolo è stato accolto molto festosamente dal pubblico che ha applaudito a lungo.
Visto il giorno 7 dicembre 2024 al Teatro Carcano di Milano
(Carlo Tomeo)
EL NOST MILAN – TERZA PARTE
Adattamento per voce sola e coro ispirato all’omonima commedia di Carlo Bertolazzi
Un progetto triennale di arte partecipata a cura di ATIR e Teatro Carcano
Ideato e diretto da Serena Sinigaglia
Con Lella Costa e un coro di cittadini milanesi partecipanti ai laboratori di ATIR
Adattamento Tindaro Granata e Serena Sinigaglia
Traduzione dal dialetto milanese Domenico Ferrari
Scene Maria Spazzi – Costumi Paola Giorgi – Luci Roberta Faiolo – Consulente musiche Sandra Zoccolan – Direzione tecnica Christian Laface – Tecnica video Fabio Brusadin
Coordinamento sociale Nadia Fulco e Massimiliano Pensa – Direzione coro Valeria Fornoni e Virginia Zini – Educ-attrice Valentina Ledono
Spettacolo realizzato con la collaborazione di Cooperativa Sociale Comunità Progetto, Associazione Amici di Edoardo onlus, Aiutiamoli, Associazione Aiutility Onlus
Una produzione Teatro Carcano e ATIR con il contributo di Fondazione Cariplo
