“La foresta trabocca” al Teatro dell’Arte di Milano Triennale – Recensione

Per tre giorni (troppo pochi!) Antonio Tagliarini ha presentato nel Teatro dell’Arte di Triennale Milano il suo nuovo (splendido) lavoro che è la fase finale del progetto di ricerca nato nel 2023 con “Un’andatura un po’ storta ed esuberante. Emersione n. 1”. Lo spettacolo si svolge in uno spazio del palcoscenico appositamente predisposto con un grande telo bianco intorno al quale è assiso il pubblico che in questo caso non è un semplice osservatore ma una presenza integrativa: agli spettatori, infatti, è data la possibilità di rivolgere al performer domande contenute in foglietti distribuiti all’entrata e che possono essere deposti nello spazio scenico nei momenti più opportuni e le cui risposte vengono date attraverso movimenti di danza effettuati nelle varie fasi dell’azione (il mio foglietto conteneva la domanda: “Se non fai, cosa fai?”). L’inizio della performance vede Tagliarini e Gaia Ginevra Giorgi sdraiati e immobili in una postura fetale su un pavimento occupato da un microfono dal lungo filo che sembra difficile da raggiungere. Pian piano, a brevi tratti, i due iniziano a muoversi quasi impercettibilmente mentre piccoli rumori sommessi provengono da un’apparecchiatura posta accanto alla donna. Sembra il risveglio da un sonno profondo o la nascita in una nuova realtà. Lentamente l’uomo inizia a muoversi fino a raggiungere il microfono che accosta alle labbra ma il suo parlare non è percettibile. Quando finalmente si alza in piedi inizia a raccogliere qualche foglietto che è stato deposto ai margini della scena, ne legge il quesito e risponde attraverso una danza fatta di movenze agili inframmezzati da scatti improvvisi e che interessa tutto lo spazio. Giunge il momento in cui i movimenti del corpo tradiscono a sorpresa una forma di ansietà e la danza si fa parola attraverso un breve monologo amplificato dal microfono: il suo dottore lo ha convocato in merito al risultato di analisi cliniche che si rivelano essere non positive. La visita nello studio medico, a causa dell’agitazione, avviene in anticipo rispetto all’ora fissata, generando trepidazione e inquietudine, ma l’intervento della musica impedisce di far conoscere il responso finale. Poi, ecco la scoperta di un buco nel pavimento di casa che mostra l’esistenza di una intercapedine (è sogno o realtà?). Tagliarini stacca uno spazio dalla copertura plastica dello spazio scenico e si introduce nella parte sottostante. Si vede, coperta dallo strato, la sagoma del suo corpo che si muove nello spazio angusto fino al momento in cui ne uscirà con gli abiti parzialmente cambiati e, dopo aver danzato con movenze felici e veloci su tutta l’estensione della scura scena, si allontanerà verso una illuminata porta d’uscita che farà da contrasto con l’ambiente quasi buio che si è lasciato alle spalle: è il superamento della depressione (il buco nero) e la rinascita verso una nuova esistenza. Ed è anche il punto più suggestivo di tutto lo spettacolo a cui fa seguito il racconto romantico eseguito a microfono di Gaia Ginevra Giorgi che ricorda un episodio della sua vita in cui andava a far visita alla nonna che viveva in campagna.

“La foresta trabocca” trae il titolo dal romanzo della scrittrice giapponese Nowatari Rui che, stanca di essere usata unicamente come fonte di ispirazione per gli scritti dal marito, decide di inghiottire una ciotola di semi che germoglieranno in lei trasformandola in una pianta prima, e poi in una foresta. Allo stesso modo in Tagliarini l’esplorazione corporea è vista come fonte di indagine verso altri modi di esistere che portano alla trasformazione del sé. L’originale spettacolo, molto delicato e affascinante, è stato accolto con favore da un pubblico attento e partecipativo a livello emozionale.

Visto il giorno 16 novembre 2024

(Carlo Tomeo)

14-16 novembre, Triennale Milano Teatro

Antonio Tagliarini: La foresta trabocca un progetto di Antonio Tagliarini – collaborazione artistica: Gaia Ginevra Giorgi – cura del suono: Emanuele Pontecorvo – disegno luci e direzione tecnica: Elena Vastano – abiti: Matteo Brizio – coproduzione: INDEX, Triennale Milano Teatro, Ass. Cult. A.D. – residenze di creazione: Triennale Milano Teatro, Spazio Matta, Casa degli Artisti – per INDEX: Valentina Bertolino, Francesco Di Stefano, Silvia Parlani – con il supporto del MiC – Ministero della Cultura – foto di scena: Lorenza Daverio, Giorgio Termini prima assoluta

I prossimi due spettacoli di Legacy della Stagione Teatrale ottobre / dicembre 2024:

U.(un canto) di Alessandro Sciarroni (22/24 novembre)

La vegetariana” di Daria Deflorian 27/29 novembre)

Triennale Milano viale Alemagna 6 – 20121 Milano – T. +39 02 724341 – triennale.org

Categorie RECENSIONI

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