
In una sontuosa camera del Savoy a Londra un uomo vestito con abiti eleganti è in attesa di una donna che gli aveva fissato un appuntamento. È tormentato, lo si comprende dallo sguardo allucinato e da come cerca di spalancare oltre misura la bocca aiutandosi con le mani: è l’espressione fisica della sua angoscia, ricorda l’urlo di Munch. Sulla parete centrale è presente la riproduzione di un quadro di Bacon che, con il suo significativo soggetto di esseri scarnificati, amplifica il tormento dell’uomo il cui nome è Luca. All’arrivo della donna lui si rilassa e tra i due inizia il dialogo con i primi convenevoli. Non si conoscono, almeno così appare, si danno del “lei” ma presto passeranno al “tu” quando la donna si qualificherà come Maddalena, la sorella di Nino, un amico di adolescenza dell’uomo, che si era perso di vista venticinque anni prima dopo che era stato colpito con un pugno che gli aveva riempito la bocca di sangue. A sferrargli quel pugno era stato proprio Luca per reazione al tentativo dell’amico di baciarlo sulla bocca mentre erano sotto la doccia. L’uomo è stupito nell’apprendere che l’amico avesse una sorella visto che frequentava abitualmente la casa dove Nino viveva con i suoi genitori, ma la donna sostiene di ricordarsi molto bene di lui perché lo osservava di nascosto nelle di lui visite. Nel proseguire la conversazione, che diventa sempre più intima, la donna rivela che in realtà lei è Nino che, per seguire la sua natura, si era sottoposta a un’operazione di transizione effettuata a Casablanca fino a diventare donna anche nel corpo, dato che lo era già con la mente fin dai suoi primi anni. Questa confessione, tuttavia, non apre la strada alla conoscenza di una verità che nel proseguire dell’azione si modifica in continuazione: Maddalena è veramente il Nino transessuale che ha subìto l’operazione di transizione fisica? Luca, con i suoi tre matrimoni finiti male, ha problemi di natura sessuale come pian piano Maddalena arriva a sospettare? E poi, a cosa è dovuta la sua omofobia? Quello che sarebbe dovuto essere un incontro tranquillo si trasforma in uno scontro che sembra non riesca a raggiungere una pacificazione.
Continui colpi di scena si susseguono in una sequenza inarrestabile dal sapore di un noir. Il tutto reso dall’ottima regia di Carlo Sciaccaluga che ha scelto un impianto scenografico (di Anna Varaldo) che ricorre agli effetti di luce dalle tonalità cangianti di Gaetano La Mela, in carattere con le varie azioni, e alle musiche dei Nogravity4months (ora ascoltabili su You Tube, suddivisi in vari capitoli che sono le varie fasi della pièce). Le variopinte tinte pastello delle pareti e il letto matrimoniale, sotto il quale è presente una struttura in vetro, al cui interno la metaforicamente soffocata Maddalena si introduce per declamare un suo ulteriore pensiero, fungono da simbolo delle molteplici verità sostenute e che si accavallano nel corso dei dialoghi.
I temi affrontati dalla pièce sono quelli dell’amore, della sessualità, delle identità nascoste o palesate. Di conseguenza sono tante le cose dette, e contrabbandate per verità, dai due protagonisti. Tante quelle non dette che traspaiono però dai loro atteggiamenti. In un clima da commedia pirandelliana, sorge spontanea la considerazione che la verità non può essere solo una ma possiede varie sfaccettature, e tutte reali a seconda di chi la vede e da come viene vista. Il finale veramente inaspettato ne è la prova.
Lucia Lavia (Maddalena) ha una recitazione espressionista ed eccelle nel monologo centrale in cui propone i versi del “Canto il corpo elettrico”, tratto dall’opera “Foglie d’erba” di Walt Whitman sulla corrispondenza del corpo fisico con l’anima. Da qui l’affermazione del diritto di creare una simmetria tra i due facendo in modo che il primo segua la reale identità della seconda. Dal canto suo, Luca (Luigi Tabita) canta il brano “Vedrai vedrai” di Luigi Tenco, il cui testo è dolente espressione della sua vita parca di soddisfazioni e densa di rimpianti per quello che non ha vissuto a fondo, una sorte di “saudade” che lascia l’amaro in bocca. Lo fa accanto a un grande specchio davanti al quale osserva la sua immagine nei momenti di maggiore turbamento, quasi a confrontarsi nella sua doppia personalità, un Dr. Jeckyll e Mr. Hyde. La sua recitazione assume toni irruenti e pacati, seguendo la dinamica della vicenda dove tutto accade tramite la parola. Significativa la scena ripetuta quattro volte, e ogni volta con un’accelerazione dei tempi sempre più veloci, che vede i due lanciarsi le battute come due pugili in un immaginario ring. Lucia Lavia e Luigi Tabita hanno affrontato le circa due ore di spettacolo senza interruzione con notevole prestazione fisica dimostrando un alto livello recitativo e sono stati applauditi caldamente e a lungo.
Lo spettacolo, veramente avvincente, mi è piaciuto molto e ne consiglio la visione. Le ultime repliche sono previste per oggi e domani alle ore 20,30. Crediti e Info per acquisto biglietti in calce all’articolo.
Visto il giorno 14 novembre 2024
(Carlo Tomeo)
APPUNTAMENTO A LONDRA
Milano, Teatro Filodrammatici (piazza Paolo Ferrari 6, angolo via Filodrammatici)
Dal 12 al 16 novembre 2024
“Appuntamento a Londra” di Mario Vargas Llosa – regia di Carlo Sciaccaluga con Lucia Lavia e Luigi Tabita – scene Anna Varaldo – musiche nogravity4monks – luci Gaetano La Mela – Foto Antonio Parrinello – produzione Teatro Stabile di Catania
Milano, Teatro Filodrammatici (piazza Paolo Ferrari 6, angolo via Filodrammatici)
Informazioni: T + 39 02.36727550 biglietteria@teatrofilodrammatici.eu
Orario spettacoli: venerdì e sabato ore 20:30
Sito internet: www.teatrofilodrammatici.eu
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