“Re Lear” al Teatro Elfo Puccini di Milano – Recensione

L’autoritario Re Lear domina dall’alto del trono i suoi principali sudditi che sono pronti a compiacerlo nei suoi desideri per ricavarne benefici. Il podio su cui siede e che lo innalza in statura è però costruito su una catasta di sedie disposte malamente a sfidare la gravità, simbolo dell’equilibrio precario del suo potere. L’enorme seggio è inserito in una sala le cui pareti sono rivestite da spade con le punte acuminate destinante a uccidere e con le effigi di teschi sulle maniche a significare l’intercambiabilità tra l’assassino e la vittima. Siamo in un ambiente cupo, foriero di accadimenti drammatici dove a dominare sono gli inganni, i tradimenti perpetrati per il conseguimento del potere. Ѐ all’apparenza un luogo datato in un’epoca lontana eppure gli abiti indossati dalle persone lo avvicinano a noi. L’oggi e ieri si confondono o, meglio, uno compenetra l’altro, il tempo procede nei secoli ma le passioni umane non si modificano. Ѐ quanto appare grazie all’eccellente traduzione di Ferdinando Bruni che ci avvicina di più a Shakespeare e ci fa meglio comprendere la modernità delle sue opere. E questo trova riflesso nei magistrali disegni dei pannelli e nella scenografia tutta di Francesco Frongia dove domina il grigio, colore intermedio tra il bianco e il nero, questi ultimi richiamati dai vestimenti indossati dai personaggi per definirne i caratteri o gli stati d’animo come capita a Lear che passa dal nero dei momenti di gloria e di egotismo al bianco dalla follia e del dolore. Ѐ un Re Lear che comunica la sua tragedia in un contesto nei quali si immerge la potente figura di Elio De Capitani con eloquio dalle tonalità possenti nei momenti di maggior dramma e nel fraseggio dalle sfumature dolenti che inducono commozione.

Tutto nasce, com’è noto, dal momento in cui Lear, deciso ad abdicare, scende dal trono, e già questo è più di una metafora, per dividere il regno tra le sue tre figlie ma prima ha bisogno di conoscere da ciascuna la misura del loro amore filiale. Le prime due, Goneril e Regan, con abili parole, ricorrono a esagerate adulazioni e a loro il re conferisce una parte del regno. La terza figlia, Cordelia, non sa fingere né vuole farlo con lusinghe esagerate perché il suo amore è sincero ma il re non si sente appagato nel suo orgoglio e la ripudia. Ѐ l’inizio della tragedia e quello che accadrà sarà il tormento di Lear che passerà dall’assennatezza alla pazzia. Similmente a lui vive il dramma il personaggio di Gloucester, anch’egli vittima di un figlio traditore che sarà anche fonte di conflitto fra le due sorelle degeneri. “Re Lear” parla della vanità e scelleratezza degli uomini con le conseguenze che ne derivano. In tal senso Ferdinando Bruni nel programma di sala così descrive la condizione umana: “L’uomo è solo con la sua arroganza, la sua crudeltà, la sua disperazione e il suo dolore. La fragile speranza di una qualche consolazione sta solo nella consapevolezza del male che si è fatto, nell’accettazione del proprio destino senza facili vie di fuga. E sotto un cielo scuro e silenzioso, su questa terra dura dove il male dilaga, la fragile speranza sta in brevi, strazianti bagliori di amore”.

Bruni e Frongia hanno creato con questa versione della grandiosa tragedia di Shakespeare uno spettacolo imponente dove, oltre all’eccellente prestazione attoriale, si distinguono gli straordinari effetti delle luci disegnate da Michele Ceglia e del suono dovuto a Gianfranco Turco che hanno reso ancora più dinamica la già originale scenografia costituita da pareti mobili e pannelli riportanti disegni di natura esoterica in carattere con la vicenda e nella seconda parte anche schermi riportanti scene di battaglie. A tutto ciò si uniscono gli accurati disegni dei costumi che non hanno solo la funzione di vestimenti ma sono indicativi della personalità dei vari personaggi oltre che richiamarsi a un doloroso periodo storico di triste memoria del secolo scorso. Tutti gli interpreti, per la maggior parte appartenenti da anni alla Compagnia dell’Elfo Puccini, bene affiatati tra loro, hanno egregiamente portato in scena la loro professionalità.

Lo spettacolo che è celebrativo dei cinquant’anni di attività del Teatro Elfo Puccini, è appassionante e si segue senza alcun momento di stanchezza, nonostante la durata di circa tre ore, merito questo di una regia che ha saputo coinvolgere il pubblico il quale al termine ha applaudito a lungo con convinzione. Repliche fino al giorno 17 novembre. In calce le info per acquisto biglietti.

Visto il giorno 3 novembre 2024

(Carlo Tomeo)

Re Lear
di William Shakespeare
traduzione Ferdinando Bruni
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Elio De Capitani
e con Mauro BernardiElena GhiaurovMauro LamantiaGiuseppe LaninoViola MariettiGiancarlo PreviatiAlessandro QuattroElena Russo ArmanNicola StravalaciUmberto TerrusoSimone Tudda
luci Michele Ceglia
suono Gianfranco Turco
produzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile dell’Umbria

Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano

Prezzi: intero € 38/34 | <25 anni € 15 | >65 anni € 20 | online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021

http://www.elfo.org

Categorie RECENSIONI

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