“Amleto” al Teatro Leonardo – Recensione

Corrado d’Elia, nel continuare la sua personale rivisitazione di celebri testi shakespeariani, ripropone in questi giorni al Teatro Leonardo l’Amleto che portò in scena per la prima volta circa dieci anni fa ma che, è bene dirlo subito, non ha perso né in modernità né in incisività. La vicenda del principe di Danimarca che riceve la visita del padre ucciso dal proprio fratello usurpatore del trono e che chiede vendetta diventa per lui fonte di dolore e di ossessione che lo accompagnerà per tutto quel resto (poco) da vivere che gli rimane. Se questa è la parte iniziale della tragedia, in d’Elia, pur rimanendo essenziale e non potrebbe essere altrimenti, assume un momento che si incastra in tutta la sua rappresentazione che non è lineare secondo la trama originale ma è proposta in flashback di veloci episodi non consequenziali fatti di squarci di luci e dialoghi comunque fedeli al testo che si compenetrano al ritmo di una musica martellante che meglio mette in evidenza l’entità della tragedia che si va compiendo. Ma è più esatto dire che si è compiuta. Sì, perché d’Elia pone come protagonista del suo allestimento la figura di Orazio, unico a rimanere in vita dopo la morte dei protagonisti della vicenda al quale l’amico Amleto affida il compito di raccontare la sua storia. Orazio non è presente come figura ma lo è attraverso la scena fissa in cui si muovono i personaggi: una stanza claustrofobica, metafora della sua scatola cranica fonte di memoria in cui si alternano lampi di avvenimenti appena accennati o anche momenti più corposi. Quanto emerge è la rappresentazione di una memoria che con il tempo ha perso in parte le sue capacità rievocative e quindi può rammentare solo a tratti attraverso brevi flash onirici che avvengono con le modalità delle intermittenti e alte intensità delle luci e delle dirompenti deflagrazioni dei suoni perché solo in questo modo i ricordi rimangano più vividi e non siano dimenticati. E affinché non si cancellino del tutto, i vari personaggi, man mano che affiorano alla mente, si affannano a scriverli nella simbolica corteccia cerebrale che sono le pareti sceniche.

Corrado d’Elia con questo adattamento in cui, a parte i dialoghi fedeli al testo originario, ha fatto ricorso a scenografia, costumi e suoni contemporanei, dichiara che il suo fa parte del teatro della memoria che deve essere tenuta viva e proprio il teatro è il luogo che meglio raccoglie la resistenza contro la dimenticanza, “un modo per tenere viva la storia e per far sì che ciò che siamo, ciò che amiamo, e ciò che temiamo, non si perda nel caos del tempo”. Sotto questo aspetto l’apparato scenografico che, va detto, esercita un notevole fascino, è tutt’altro che un mero espediente artistico perché rivela di costituire la modalità più idonea a tramandare la conoscenza e il mantenimento nella memoria collettiva di classici immortali.

In circa 90 minuti di spettacolo ininterrotto e travolgente sono da encomiare le vigorose doti recitative dell’affiata Compagnia costituita, oltre che dallo stesso Corrado d’Elia, da Chiara Salvucci e Filippo Lai, Angelo Zampieri, Raffaella Boscolo, Marco Rodio, Gianni Quillico (presente anche nella prima edizione nel ruolo di Polonio come lo erano anche Giovanni Carretti e Marco Brambilla rispettivamente nei panni di Rosencrantz e Guildenstern). Rilevante il fondamentale apporto luci di Francesca Brancaccio che donano alla scena un coinvolgente taglio cinematografico arricchito dalle musiche e dai suoni scelti da Matteo Gobbi così incisivi da provocare a termine spettacolo un non spiacevole effetto “earworm”.

Lo spettacolo, molto applaudito nella sera in cui l’ho visto, resterà in scena fino a domenica, 27 ottobre. Per prenotazione e acquisto biglietti v. info in calce all’articolo.

Visto il giorno 17 ottobre 2027

(Carlo Tomeo)

Amleto di William Shakespeare – progetto e regia di Corrado d’Elia – assistenti alla regia Marco Rodio e Marco Brambilla con Corrado d’Elia, Chiara Salvucci, Angelo Zampieri, Raffaella Boscolo, Filippo Lai, Gianni Quillico, Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Marco Rodio – tecnico luci Francesca Brancaccio – tecnico audio Matteo Gobbi – produzione Compagnia Corrado d’Elia

MTM Teatro Leonardo

Giorni e orari di rappresentazione: giovedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30 – Prezzi: intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO

durata dello spettacolo: 90 minuti

Info e prenotazioni – biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45 I biglietti sono acquistabili sul sito www.biglietti.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita Vivaticket. – I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio

Categorie RECENSIONI

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