“Plaza suite” al Teatro Manzoni – Recensione

Protagonista della commedia che ha aperto la stagione di prosa del Teatro Manzoni di quest’anno è la suite 1719 del lussuoso Plaza Hotel di Central Park. E’ qui che si incontrano in tempi diversi tre coppie diverse per motivi e con intenti altrettanto diversi. Nel primo episodio una ricca casalinga di mezz’età, per cercare di rinverdire il suo matrimonio che vede andare in crisi, prenota nell’hotel la stessa suite dove aveva trascorso la prima notte di nozze con colui che lei vede ormai come un distaccato uomo d’affari che in apparenza sembra essere solo attento ai suoi impegni lavorativi. In realtà l’uomo, dopo averla raggiunta, fa notare che quella non era la suite in cui avevano soggiornato per festeggiare le loro nozze così come risultava sbagliata anche la data dell’anniversario. La donna sembra mostrarsi indifferente a tutte le osservazioni del coniuge avendo come unico scopo quello di ripristinare con lui quell’armonia che in venticinque anni di matrimonio era andata ad affievolirsi. Scoprirà poi con dispiacere che a mettere in crisi il matrimonio è il rimpianto dell’uomo per la giovinezza perduta, tanto da indurlo a crearsi una storia sentimentale con la sua giovane segretaria. Dopo la confessione lui esce per un incontro di lavoro e la donna resterà a riflettere. A distoglierla dalle riflessioni sarà l’arrivo del cameriere che porterà la bottiglia di champagne che lei aveva ordinato.

Nel secondo episodio Jessie, ricco e annoiato produttore di Hollywood, che occupa la suite 1719 nei periodi in cui per lavoro si trasferisce a New York, decide di concedersi un’avventura sessuale e contatta telefonicamente Muriel, una donna che aveva conosciuto negli anni giovanili, chiedendole di raggiungerlo. Nel frattempo rinvia per un’ora tutti gli impegni precedentemente presi e si prepara a quello che per lui dovrà essere un incontro gratificante. Tuttavia al suo arrivo la donna, presa da scrupoli di circostanza, si mostrerà recalcitrante e a nulla sembrano servire i cocktail che lui le propina. A farle smuovere le resistenze e ad accenderle la passione saranno i racconti su episodi riguardanti la vita di attori famosi e così tra un Brad Pitt e un Leonardo Di Caprio, tra un Ben Affleck e un Johnny Depp l’uomo sembrerà raggiungere lo scopo.

Mentre i primi due episodi occupano il primo tempo della commedia il terzo episodio è l’unico a sostenere tutto il secondo. I due coniugi protagonisti sono Roy e Norma convenuti nella suite con la loro figlia Mimsey il giorno del matrimonio della stessa e che ora sono in grande ambascia perché la ragazza si è rinchiusa a chiave in bagno manifestando il suo rifiuto al matrimonio. Vari e vani sono i tentativi dei genitori finché a conclusione non accade l’imprevedibile che, occorre dirlo, è in spregio a ogni forma di pensiero femminista.

Neil Simon, si sa, è uno dei più illustri commediografo che ha fatto scuola per tutto il secolo scorso e le sue opere, molte delle quali sono state trasposte in film, e tra queste si annovera anche “Plaza suite”, sono successi teatrali anche nei nostri anni e questo perché i temi trattati sono universali. La commedia in parola è stata scritta e rappresentata per la prima volta a Broadway nel 1968 mentre la versione cinematografica con la regia di Arthur Hiller, protagonista Walter Matthau, risale al 1971. Ennio Coltorti nel suo suo adattamento del testo originale ha saputo rendere temporalmente più attuali le tre storie raccontate. Non sono precisati, e volutamente, gli anni di ambientazione, qualcosa è indicato dalle musiche che però, essendo degli evergreen, possono dare una collocazione che può comprendere annate diverse. E del resto i nomi degli artisti di cinema citati nel secondo episodio fanno intendere che ci troviamo in anni più prossimi ai nostri. La scena è fissa, tranne qualche piccolo spostamento delle suppellettili operato a vista dagli attori comprimari tra il primo e secondo dei due episodi e a sipario chiuso durante l’attesa del secondo tempo, è quella funzionale creata da Andrea Bianchi e definisce l’arredamento elegante, tipico di una suite di albergo tuttora in uso. I costumi di Sonia Cammarata hanno fornito ulteriori indicazioni, come la “mise” da moglie provinciale di Muriel o quelle da abiti di cerimonia di Roy e Norma.

Corrado Tedeschi e Deborah Caprioglio, i due protagonisti assoluti dei tre episodi, hanno dimostrato una versatilità encomiabile nelle tre parti che ciascuno dei due è stato chiamato a sostenere, tutte ben diverse le une dalle altre e si intuisce la complicità e l’alchimia professionale che li lega. Corrado Tedeschi nel primo episodio ha saputo rendere appieno il sarcasmo con il quale l’uomo si rivolge a una moglie che considera svampita salvo poi ammettere con malcelata sofferenza la fragilità di un uomo che non accetta di invecchiare e vuole rincorrere a tutti i costi una seconda giovinezza. A fargli da contraltare è Deborah Caprioglio che sa mostrarsi come una moglie che vive un po’ “tra le nuvole” ma non per questo incapace di provare dolore nel veder sminuire il suo ruolo. Questo è l’episodio che, aldilà delle battute divertenti e graffianti tipiche in Simon, mostra quella punta di tristezza insita nella vita di tutti durante il “giro di boa” dell’età oltre che dare un’interpretazione al tema del tradimento definito “un lutto” dallo stesso Tedeschi in sede di conferenza stampa. Nel secondo episodio i due attori si sono “scatenati” nelle caratterizzazioni: accanto a Corrado Tedeschi, inedito anche nell’abbigliamento da “conquistador” e nell’uso degli accenti hollywoodiani, la Caprioglio si è distinta nell’uso della gestualità oltre che nella parola della donna che finge di volere e non volere, al limite del surreale. Irresistibile! Nel terzo episodio i due sono tornati a interpretazioni più classiche e hanno saputo adeguare gli accenti ai ruoli sostenuti che di per sé sono adeguati alla vicenda che è anche quella più divertente di tutta la commedia. Accanto a loro i comprimari Giulia Galizia, Gianluca Delle Fontane e Andrea Bezzi dimostratisi bravi nelle parti sostenute.

Lo spettacolo ha ricevuto applausi prolungati dal folto pubblico presente. Repliche fino al giorno 27 ottobre. In calce le info per prenotare e acquistare il biglietto.

Visto il giorno 16 ottobre 2024

(Carlo Tomeo)

Corrado Tedeschi Debora Caprioglio in PLAZA SUITE di Neil Simon

con Giulia Galizia, Gianluca Delle Fontane, Andrea Bezzi – Scene Andrea Bianchi – Costumi Sonia Cammarata – Adattamento e regia Ennio Coltorti – Produzione Skyline e La Contrada in collaborazione con Savà Produzioni Creative

Dal 15 al 27 ottobre 2024 (feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30 – sabato 26 ottobre ore 15,30 e 20,45)

BIGLIETTI: Prestige € 37,00 – Poltronissima € 34,00 – Poltrona € 26,00 – Poltronissima under 26 anni € 18,00 – Per acquisto:
biglietteria del Teatro
online https://www.teatromanzoni.it/acquista-online/?event=3702713
telefonicamente 027636901
circuito Ticketone

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