
Conoscere il male serve a evitarne la ripetizione. Portare alla luce il pensiero e i discorsi di chi lo ha provocato evita l’emulazione. È quanto sostiene Stefano Massini di fronte alla lettura del libro di Hitler “Mein kampf”, considerato la fonte della nascita del nazismo e che la Germania aveva proibito fino al 2016 anno in cui fu ristampato e diffuso. Massini lo ha letto in profondità e, maestro della comunicazione qual è, lo ha adattato per il teatro, considerato il luogo più adatto alla diffusione capillare. In questi giorni l’attore è sul palcoscenico dello Strehler a indossare i panni dell’autore e protagonista dello scritto originario anche se non si palesa mai con il nome del dittatore nazista. Ne assume il linguaggio e i discorsi così come sono riportati nel libro e, nei punti più cruenti, anche una gestualità propria del forsennato che espone le sue deliranti ragioni. Lo fa su una grande pedana che si erge nel buio totale, illuminata intensamente da neon e posizionata con un’inclinazione verso il proscenio, metafora da una parte di instabilità mentale del protagonista e dall’altra del suo desiderio di arrivare meglio alle masse.
A far da prologo alle iniziali elucubrazioni di Hitler che si trasformano sempre più in agghiaccianti farneticazione, Massini immagina che un uomo, a guerra ultimata, incontri in una libreria lo scrittore Emil Erich Kästner al quale durante il nazismo fu vietato di scrivere i suoi libri per ragazzi e che dovette subìre anche l’imposizione di assistere ai roghi dei libri proibiti. Lo scrittore, alla domanda sui nazisti che bruciavano i libri rispose “I nazisti, caro signore, erano un libro, niente sarebbe stato com’è stato, milioni di morti sarebbero vivi e milioni di libri non sarebbero cenere se un ragazzo di nome Adolf chiuso in una cella a Landsberg non avesse scritto quel libro”. È dopo questo prologo, in cui espone sé stesso nel modo in cui il pubblico è solitamente abituato a vederlo, che Massini sale sulla pedana e si “trasforma” nel giovane Hitler. Ed è qui che si realizza lo scopo dell’attore che è quello di analizzare a fondo il libro per portarne alla luce le parole il cui potere ha condotto l’umanità a conseguenze tremende e che solo la loro conoscenza potrebbe evitarne di simili nel futuro. Circa 90 minuti di eloquio appassionato e appassionante nel quale il giovane Hitler si trasforma man mano da giovane ambizioso che lascia il paese natale per cercare fortuna prima a Vienna e poi a Monaco. Vive con 100 marchi al mese dipingendo per strada ritratti per i passanti e solo quando non piove. Il suo motto continuo è “Non voglio diventare un impiegato” e nel frattempo dorme in un dormitorio pubblico della periferia, ha a che fare con poveri disperati come lui e per i quali prova disprezzo, mentre spostandosi verso la zona centrale della città, osserva con altrettanto spregio i ricchi signori eleganti che si recano nelle sale di concerto. Si vede circondato da una società in cui nove individui su dieci sono “Inaccettabilmente/arresi alla normalità”. In questo modo cresce in lui la necessità di riscatto da raggiungere solo nel momento in cui si sentirà parte di un’umanità di eletti. Per questo si arruolerà volontario a 25 anni durante la guerra mondiale che per lui non è fonte di morte e distruzione ma di selezione.
Massini utilizza il suo testo, scritto in versi sciolti, con la proprietà dell’attore consumato che sa mantenere viva l’attenzione del pubblico, sa calarsi nel personaggio pesando accortamente le parole e scegliendo la giusta chiave di lettura: non è un attore che interpreta Hitler ma Hitler stesso con le sue esaltazioni che iniziano quasi con cautela per diventare sempre più violente alla fine quando il giovane Hitler dai 100 marchi al mese riesce a raccoglierne 3.000 con i quali sarà possibile comprare un’intera pagina del giornale per la propaganda delle riunioni del Partito dei Lavoratori Tedeschi nelle quali l’intervento più atteso è il suo. Ad accompagnare la recita un appropriato intervento delle luci di Manuel Frenda e gli ottimi apporti sonori scelti da Andrea Baggio.
In sintesi un’operazione di alto livello che si accosta alla denuncia degli orrori del nazismo finalizzato a smuovere le coscienze in un modo inedito e lontano dagli stereotipi con la convinzione che solo la conoscenza possa evitare la possibilità di ripetizione della catastrofe.
Lunghi, copiosi applausi da parte del folto pubblico interamente conquistato in un teatro esaurito in ogni ordine di posti. Repliche fino al 27 ottobre. In calce le info per la prenotazione e l’acquisto dei biglietti.
Il testo dello spettacolo è pubblicato da Giulio Einaudi Editore, collana collezione di teatro.
Visto il giorno 15 ottobre 2024
(Carlo Tomeo)

Teatro Strehler, dall’8 al 27 ottobre: Prima assoluta
Mein Kampf di e con Stefano Massini, da Adolf Hitler
scene Paolo Di Benedetto, luci Manuel Frenda, costumi Micol Joanka Medda, ambienti sonori Andrea Baggio, foto Masiar Pasquali, produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì e giovedì riposo.
Durata: 80 minuti senza intervallo.
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org
Teatro Strehler, dall’8 al 27 ottobre: Prima assoluta
Mein Kampf di e con Stefano Massini, da Adolf Hitler
scene Paolo Di Benedetto, luci Manuel Frenda, costumi Micol Joanka Medda, ambienti sonori Andrea Baggio, produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica, ore 16. Lunedì e giovedì riposo.
Durata: 80 minuti senza intervallo.
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org
