“Il diario di Gian Burrasca” con l’Orchestra Filarmonica Italiana al TAM Teatro degli Arcimboldi – Recensione

© Carlo Tomeo

Non è certamente nuovo alle musiche di Nino Rota il direttore di musica Jacopo Rivani, avendo visitato finora diversi brani tratti da famose colonne sonore che il compositore aveva scritto nella sua prolifica produzione quali “Il Gattopardo” di Visconti e “La dolce vita”, “Otto e mezzo” e “Amarcord” di Fellini. Questa volta, nell’ambito della rassegna “Live in The Lobby” che si svolge nel foyer del Teatro degli Arcimboldi e che ha aperto la stagione oggi per il quarto anno consecutivo, ha diretto l’Orchestra Filarmonica Italiana con la rivisitazione di uno degli sceneggiati per la TV di maggiore popolarità quale è “Il giornalino di Gian Burrasca” tratto dal libro di Vamba sceneggiato e diretto da Lina Wertmuller e che spopolò in televisione dal dicembre 1964 al febbraio 1965 in otto puntate, protagonista Rita Pavone contornata da diversi attori teatrali di fama nazionale. Parte fondamentale del concerto è stata la presenza di due attori /cantanti che hanno interpretato una scelta delle canzoni più rappresentative dello sceneggiato, oltre che recitare piccoli siparietti che facevano da unione ai vari brani: Camilla Berardi, che si è occupata anche dei movimenti scenici, e Marco Saccomandi. Mentre la prima indossava anche il costume scenico del personaggio principale che all’anagrafe era Giannino Stoppani e solo dai parenti era soprannominato Gian Burrasca, Saccomandi ha dato voce e corpo agli altri personaggi utilizzando pochi elementi di costumi essenziali. Le canzoni, a parte l’elegiaca “Addio giornalino” che costituisce il finale, erano tutte improntate sull’ironia (come “Che scherzi fa l’amore”, “Come mi amava”), sul paradosso (“Le bugie e la verità”) e descrittive delle varie situazioni più allegre. I due protagonisti hanno dimostrato un’ottima presenza scenica per quanto riguarda la parte attoriale, in particolare quella di Saccomandi che aveva il compito di calarsi in poco tempo in vari personaggi, uno diverso dall’altro, specialmente nelle parti che in originale erano interpretate da Elsa Merlini, Odoardo Spadaro e Bice Valori. La parte cantata ha avuto per protagonista essenzialmente la Berardi perché interpretava le canzoni per intero. Naturalmente non è mancato il racconto delle scene del collegio che si è concluso con una trionfale “Viva la pappa col pomodoro” che ha anche coinvolto il pubblico il quale si è dimostrato allegramente disponibile. Aldilà dello spettacolo piacevole che possiede un mood nostalgico per le persone che ricordano lo sceneggiato televisivo, la parte più lodevole è stata comunque quella dell’orchestra dove si poteva cogliere appieno tutta la partecipazione anche divertita dei singoli orchestrali grazie alla guida attenta del direttore. Del resto, prima che essere uno spettacolo, l’evento al quale abbiamo assistito è stato fondamentalmente un concerto. Il grande valore compositivo di Nino Rota è rappresentato dall’enorme spessore delle sue composizioni che hanno spaziato dalla cinematografia, alle opere liriche, dalla musica classica a quella cantata. Soprattutto il suo merito era quello di comporre musiche che nello stile fossero coeve all’epoca rappresentata nelle storie rappresentate. Così, per quanto riguarda “Il giornalino di Gian Burrasca, la musica composta era quella che riportava agli inizi del ‘900, periodo in cui si svolge la vicenda inventata da Vamba, come precisa una canzone dello sceneggiato (“Nel 1909”).

I brani cantati: “Gian Burrasca”, “Come mi amava”, “Tango della scuola”, “Che scherzi fa l’amore”, “Le bugie e la verità”, “Le piccole stazioni”, “I gatti di Roma”, “Viva la pappa col pomodoro”, “Addio giornalino”

Visto il giorno 13 ottobre 2024

(Carlo Tomeo)

Categorie RECENSIONI

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