
1986 > 2024 back to the future
38a edizione …e la danza continua
24 settembre > 17 ottobre | Teatro Elfo Puccini, PAC e altri luoghi della città
30 settembre/2 ottobre
COCOONDANCE COMPANY / RAFAËLE GIOVANOLA
Per la prima volta un festival italiano dedica un focus alla pluripremiata compagnia svizzera/tedesca CocoonDance. A MILANoLTRE tre serate in prima nazionale per entrare nella poetica e ammirare il virtuosismo dei danzatori. Tre creazioni firmate da Rafaële Giovanola, ex danzatrice di William Forsythe e, dal 2021, fondatrice e direttrice artistica della Compagnia che fa della sperimentazione continua e del superamento di ogni limite la propria cifra stilistica. Hybridity lavoro nel quale l’estetica classica del balletto incontra l’arte marziale del Thai Boxing per riflettere sugli immaginari e sugli stereotipi dei corpi femminili ma con toni pulsanti. Standard è una nuova riflessione sulla costruzione sociale del genere, dell’identità etnica e delle abitudini culturali, a partire dagli studi dei balli di sala. Chora un’opera in movimento che crea una comunione collettiva laica tra performer e spettatori dando vita ad un manifesto ferocemente moderno e radicale per il presente.
Lunedì 30 settembre | Sala Shakespeare ore 20.30
COCOONDANCE COMPANY/RAFAËLE GIOVANOLA
HYBRIDITY
coreografia Rafaële Giovanola
di e con Fa-Hsuan Chen, Álvaro Esteban, Tanja Marin Friðjónsdóttir, Clémentine Herveux, Lennart Huysentruyt, Susanne Schneider
composizioni Jörg Ritzenhoff, Franco Mento
luci e spazio Boris Kahnert, Peter Behle
costumi Mathilde Grebot
coaching ballett Isabelle Fokine
coaching Muay Thai Priest West
sguardo esterno Susanne Schneider/ Tanja Marín Friðjónsdóttir, Leonardo Rodrigues
drammaturgia Rainald Endraß
produzione CocoonDance
co-prodotto da Ringlokschuppen Ruhr Mülheim, Théâtre du Crochetan Monthey e Hessisches Staatsballett nell’ambito di Tanzplattform Rhein-Main, un progetto di collaborazione tra Hessisches Staatsballett in Staatstheater Darmstadt e Hessisches Staatstheater Wiesbaden e Künstlerhaus Mousonturm, Frankfurt in collaborazione con Malévoz Quartier Culturel e Theater im Ballsaal Bonn
sovvenzionato da Pro Helvetia, ThéâtrePro Valais, Loterie Suisse Romande, Conseil de la Culture État du Valais, Fonds Darstellende Künste, Ministerium für Kultur und Wissenschaft des Landes Nordrhein-Westfalen, NRW Landesbüro Darstellende Künste, RheinEnergieStiftung Kultur, Bundesstadt Bonn, con il supporto di NATIONALES PERFORMANCE NETZ International Guest Performance Fund for Dance, finanziato da Federal Government Commissioner for Culture and the Media e con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand
prima nazionale – durata: 60 minuti
In Hybridity l’estetica classica del balletto incontra l’arte marziale del Thai Boxing per riflettere sugli immaginari e sugli stereotipi dei corpi femminili e maschili. Hybridity è la terza parte di un ciclo di lavori in cui l’ensemble e la coreografa prendono ispirazione da tecniche esterne del corpo in ricerca del corpo non-pensato. Il punto di partenza è un incontro di due diverse culture di movimento: la thai boxe da un lato, che è stata praticata in Thailandia da secoli, e dall’altro lato il balletto romantico del primo XX secolo. Entrambe le forme di movimento sono parte di un’eredità culturale che influenza ancora l’immagine tradizionale dei corpi in Asia e in Europa centrale. Difficilmente potrebbero essere più in contrasto. Da un lato l’ideale coreografico dell’immateriale, del corpo etereo e dall’altro lato uno sport marziale che prevede il pieno contatto. Per poter studiare il materiale più autenticamente possibile, diverse fasi di lavoro si sono svolte in collaborazione con Isabelle Fokine, la pronipote di Michail Fokine e manager del Fokine Estate Archive e Priest West, un kickboxer tedesco ed ex campione europeo e mondiale di Muay Thai.
In un’atmosfera rarefatta, in controluce un gruppo diventa visibile, sembra quasi un groviglio di gambe senza corpi. Tonalità elettroniche crescono in un sempre più pulsante e alto giro di musica beat. La tensione in scena è da togliere il fiato. I corpi ipertesi sono concentrati su sé stessi e reagiscono al contempo l’uno con l’altro, eppure come fossero impostati sull’autopilota. Quello che si percepisce è una rete di corpi che vibrano in costante allerta, come paralizzati per brevi momenti e poi di nuovo diventano esplosivi e tensivi. Tutto, lo spazio, il suono, i movimenti, sembra costituire una minaccia a cui i corpi reagiscono con istinto e tensione. Lo spettacolo disegna costellazioni che cambiano continuamente ed è un gioco compulsivo di vicinanza e distanza, comunità e individualità, quest’orda cerca di capire le minacce che si rinnovano. Dalla contrazione fino a un flusso libero di muscoli e tendini, un misterioso essere ibrido conquista lo spazio, sembrando tangibile ma mai avvicinabile. L’idea di libertà si sviluppa ed emerge dai corpi stessi.
Martedì 1 ottobre | Sala Shakespeare ore 20.30
COCOONDANCE COMPANY/RAFAËLE GIOVANOLA
STANDARD
coreografia Rafaële Giovanola
di e con Cristina Commisso, Álvaro Esteban, Clémentine Herveux, Marin Lemić, Colas Lucot, Susanne Schneider
ricerca James Batchelor, Fa-Hsuan Chen, Martina De Dominicis, Frédéric Voeffray,
Sylvia Ehnis, Manuel Kisters
coreografia Rafaële Giovanola
composizioni Franco Mento
luci e spazio Boris Kahnert, Peter Behle
costumi Fa-Hsuan Chen
workshops danza standard Paul e Yulia Lorenz, Randolph Han
drammaturgia Rainald Endraß
produzione CocoonDance
in co-produzione con Ringlokschuppen Ruhr Mülheim, Théâtre du Crochetan Monthey, Theater im Ballsaal Bonn, Malévoz Quartier Culturel
sovvenzionato da Kunststiftung NRW, Ministerium für Kultur und Wissenschaft des Landes Nordrhein-Westfalen, NRW Landesbüro Freie Darstellende Künste, Bundesstadt Bonn, Fondazione Svizzera per la Cultura Pro Helvetia, Theatre-ProVS, Le Conseil de la Culture Etat du Valais, La Loterie Romande, con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand
prima nazionale durata: 60 minuti
Standard è una nuova riflessione sulla costruzione sociale del genere, dell’identità etnica e delle abitudini culturali, a partire dagli studi dei balli di sala in un mondo completamente “a testa in giù”, nonostante la danza nello spettacolo metta magistralmente in scena l’ordine sociale e l’autocontrollo sui suoi membri. L’incontro fisico con forme di movimento non familiari e lo scambio con altri corpi non accademicamente formati nella danza, conduce la ricerca per la prima trilogia del corpo non pensato (Momentum, Vis motrix e Hybridity) e porta a una comprensione del corpo e del movimento molto espansa da parte di Rafaële Giovanola e del suo ensemble. Il campo delle danze di sala, che arriva fino all’agonismo ed è differenziato nei più piccoli dettagli, è altamente artificiale, maturato nel corso di secoli e dinamicamente molto vario, offrendo sé stesso in particolare come materia di ricerca in scambio con nuovi gruppi, a causa delle sue numerose implicazioni riguardo al genere, all’identità etnica, al sesso e all’abitudine, in cui solo il glossario del lavoro necessario richiede diversi anni per essere completato. La ricerca è stata condotta con la WDC World Champions in Freestyle Standard Dance, Yulia e Paul Lorenz. Con la ricerca del corpo non pensato la CocoonDance esplora le contraddizioni inerenti ai balli di sala, la libertà e il controllo, l’improvvisazione e la notazione, il desiderio e la decenza. Il risultato sono delle creature che ci trasportano in un mondo di oscillante eleganza.
Per secoli il valzer, il tango, il foxtrot e altri balli sono stati espressione del processo di civilizzazione. Le danze di sala riflettono i loro tempi, attraverso cui le tecniche del corpo sono state culturalmente praticate ed esercitate, aprendo nuovi, rivoluzionari e sperimentali mondi. Con Standard, CocoonDance si confronta con le danze da sala come se fossero una forma di movimento completamente estranea. I balli sono interpretati come un concetto di corpo comprensivo questionato nella sua essenza, decostruito e trasformato sulla base di un nuovo tipo di movimento e fisicità indipendenti. Il focus speciale è sulle danze di coppia, in cui i partners di connettono inestricabilmente tra loro attraverso il contatto fisico fino ad essere “un corpo con quattro piedi”. Il corpo artificiale che viene generato in questo modo permette di realizzare e sfidare l’immagine del corpo tradizionale tanto quanto la costruzione sociale di corpo e di genere.
Mercoledì 2 ottobre | Sala Shakespeare ore 19.00 e 21.30
COCOONDANCE COMPANY/RAFAËLE GIOVANOLA
CHORA
coreografia Rafaële Giovanola
in collaborazione con Martina De Dominicis e Alvaro Esteban
7 performer (che si alternano) Cristina Commisso, Martina De Dominicis, Margaux Dorsaz, Álvaro Esteban, Jenna Hendry, Marin Lemic, Colas Lucot, Bojana Mitrovic, Evandro Pandroni, Clémentine Herveux
co-autori Fa-Hsuan Chen, Martina De Dominicis, Álvaro Esteban, Susanne Schneider
composizione Jörg Ritzenhof, Franco Mento
luci, spazio, design Jan Wiesbrock, David Glassey
costumi Fa-Hsuan Chen
documentazione video Michael Maurissens
direzione Rafaële Giovanola
drammaturgia, concept Rainald Endrass
ricerca sonora Manuel Riegler
testi Augustin Casalia, Mélisende Navarre
produzione CocoonDance
in co-produzione con Ringlokschuppen Ruhr Mülheim, Théâtre du Crochetan Monthey, Theater im Ballsaal Bonn, Malévoz Quartier Culturel
sovvenzionato da Kunststiftung NRW, Ministerium für Kultur und Wissenschaft des Landes Nordrhein-Westfalen, NRW Landesbüro Freie Darstellende Künste, Bundesstadt Bonn, Fondazione Svizzera per la Cultura Pro Helvetia, Theatre-ProVS, Le Conseil de la Culture Etat du Valais, La Loterie Romande, con il patrocinio di Goethe-Institut Mailand
prima nazionale – durata: 60 minuti
Chora un’opera in movimento che crea una comunione collettiva laica tra performer e spettatori dando vita ad un manifesto ferocemente moderno e radicale per il presente. Lo spazio scenico è mutevole e il contenuto coreografico cambia nel momento in cui anche gli spettatori prendono parte ai tableaux.
La creazione è uno spazio di possibilità e potenzialità, in cui le cose possono succedere/prendere posto e vivere in un costante respirare, espandersi e contrarsi – connettendo il mondo fuori col mondo dentro. Uno luogo condiviso con il pubblico che suggerisce la nostra interconnessione al mondo intorno a noi attraverso tutti i nostri strumenti di percezione. Un nuovo lavoro ispirato alla metafora della “diffrazione” come modo di pensare, creato dalla CocoonDance Company con i suoi co-autori.
La Compagnia, che è conosciuta per i suoi potenti lavori che decostruiscono il corpo, si focalizza in Chora più che mai sullo spazio e la sua percezione. La coreografia è concepita come una tecnica culturale capace di interconnettere i corpi tanto quanto le cose, portando un cambio trasformativo e aprendo la strada a spazi risonanti. Il palcoscenico è trasformato in una topografia che trattiene luoghi, percorsi ed esperienze. Nel suo significato originale greco chora significa “dare spazio alle cose che hanno il loro proprio spazio”; una descrizione piuttosto fedele di ciò che il teatro dovrebbe fare. Il progetto si focalizza sulla co-autorialità e le sue multiple possibilità. È un modo di riscrivere, trasformare e fondere movimento e un’estetica polifonica. Prevede 7 danzatori in un’installazione sonora e spaziale che si evolve ed è condivisa, dove i corpi del pubblico e dei performer coesistono, comunicano e si connettono in un concetto che crea uno spazio scenico straordinario.
COCOONDANCE
Nel 2000, Rafaële Giovanola fonda il collettivo di arte performativa CocoonDance con il drammaturgo Rainald Endraß. La CocoonDance produce e si esibisce all’indipendente Theater im Ballsaal a Bonn (D) del quale dal 2005 cura anche la programmazione di danza ed è responsabile dell’organizzazione e del found raising. Si afferma come un’istituzione artistica e della danza con una rete estesa non solo presso il mondo artistico ma anche nel campo dell’educazione culturale. Un importante pilastro della compagnia è collocato in Svizzera, nel cantone di Valais dove la CocoonDance è co-prodotta dal 2005. Nel 2020 la compagnia è artista associata del Theatre du Crochetan a Monthey. Dalla sua fondazione, la compagnia ha prodotto circa 50 produzioni a serata piena che hanno girato per i cinque continenti, vincendo numerosi premi ed essendo invitati da vetrine e festival in Germania, Svizzera e Francia come la Tanzplatform Deutschland, Steps festival, Rencontres chorégraphiques internationales di Seine-Saint-Denis e festival come Antigel a Ginevra, Coda a Oslo, MILANoLTRE a Milano. La forza trascinante del loro sviluppo artistico è dovuta anche ai focus incentrati sull’improvvisazione e sul continuo lavoro di squadra. Dal 2016, mettono a punto un metodo di lavoro che è diventato fondamentale sia nei processi che nell’educazione artistica che consiste nell’esplorare forme e movimenti non familiari, spesso estranei alla danza, in uno scambio con altri corpi danzanti non accademicamente formati. Questo processo porta l’ensemble verso la ricerca del unthought body (corpo non pensato) fino a una comprensione espansa del movimento dei corpi che si trasformano in qualcosa di nuovo e inaspettato, invitandoci a mettere in questione le immagini tradizionali del corpo e la costruzione sociale del corpo e del genere.
RAFAËLE GIOVANOLA
Di origine Svizzera nasce a Baltimora (USA). Ha studiato alla Marika Besobrasova a Monte Carlo. Segue alla formazione il suo primo incarico come solista a Torino e dopo una stagione viene assunta da Egon Madsen per il Frankfurt Ballet. Qui, danza il repertorio classico e collabora con diversi coreografi moderni come Jiri Kylian, Uwe Scholz e William Forsythe, il coreografo del Frankfurt Ballet. Sotto la sua direzione è stata con la compagnia per 8 anni, danzando tutte le produzioni. Durante questo periodo ha lavorato anche con i coreografi ospiti Daniel Larrieu, Stephen Petronio e Cristoph Nel. Dal 1990, quando il Choreographic Theatre è stato fondato, Giovanola è un membro della Pavel Mikuláštik’s company. Nel 1995 la coreografa è menzionata nella riunione annuale della critica del Ballett international, Tanz aktuell nella categoria ‘Exceptional dancing personalities”. Insegna per diverse compagnie come l’Opera di Bonn, la tanzhaus NRW di Dusseldorf, il Brotfabrik Bonn, il Theater in St. Gallen (CH), lo Staatstheater Nurnber e per la Ewgenij Panfilow Company a Perm, Russia. In collaborazione con i partners del Goethe-Institut e Pro Helvetia ha portato workshop in tutto il mondo. Anche per il suo lavoro in ambito educativo ha vinto numerosi premi. Per il suo debutto Jigaboo ha ricevuto il premio Patrizia-Van-Roessel Foundation (NL), nel 2007 ha vinto il festival di danza internazionale su internet SideBySide-net, nel 2010 i finanziamenti del cantone di Valais, nel 2021 ha ricevuto un premio culturale dalla città di Monthey (CH) e prima nel 2012 a Bonn, dove è stata premiata con diversi premi come Kinder zum Olymp, Auf dem Web zum Kinder- und Jugendculturland NRW ed è stata invitata sia nel 2016 che nel 2019 a Tanztreffen der Jugend come parte del Berliner Festspiele.
Festival MILANoLTRE
Luoghi: Teatro Elfo Puccini, C.so Buenos Aires 33; PAC, via Palestro 14;
Università Cattolica del Sacro Cuore, Largo Gemelli 1
Informazioni e Prevendita: Teatro Elfo Puccini – tel. 02.00.66.06.06 – wapp 333 204902 – biglietteria@elfo.org
Prezzi: intero €25 – ridotto -35/+65 €20 – ridotto mezzi elettrici €20 (presentare ricevuta in cassa bici, macchine e monopattini) Card e Abbonamenti: da € 110 a € 38.
Info e Prenotazioni On-Line: www.milanoltre.org
