“Vorrei una voce” di e con Tindaro Granata con le canzoni di Mina al Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder – Recensione

“Vorrei una voce” era la frase che si diceva Tindaro Granata in un momento particolare della sua vita, quando, così racconta, “un giorno mi sono svegliato e non mi sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa”. Quando si vive in uno stato simile forse è necessario che arrivi qualcosa dall’esterno, un accadimento, o, più semplicemente, una voce, appunto, che possa rompere quel silenzio che intrappola l’anima. E la voce arrivò sotto forma di una telefonata, quella di Daniela Ursino, direttrice artistica del Piccolo Shakespeare esistente all’interno della Casa Circondariale di Messina che propose a Granata di realizzare uno spettacolo che avesse come protagoniste le detenute che a causa della detenzione avevano perso la capacità di sognare e di comunicare i propri desideri ai quali avevano ormai rinunciato. Quando l’attore iniziò a conoscere le detenute da coinvolgere nel progetto si trovò di fronte a persone recalcitranti, disilluse, che si sentivano private della libertà oltre che dalle sbarre anche nella loro femminilità. All’inizio il compito principale fu proprio quello di conquistare la loro fiducia e questo poteva avvenire solo entrando in sintonia con il loro animo, ascoltando il racconto della loro esistenza e quello per il quale erano state condannate. Si scoprì che uno dei motivi principali per i quali si erano trovate a delinquere era costituito dal cattivo rapporto con l’uomo che le aveva sfruttate, o le aveva utilizzate per i suoi loschi affari, o tradito fisicamente e moralmente. Donne usate e abusate che scontavano una pena a causa delle quali, a differenza degli uomini, avevano anche perso le loro generalità e identificate ora solo come madri, sorelle, figlie, vedove, nonne. Una volta conosciute più a fondo, grazie al racconto delle loro vite, Granata costruì la sceneggiatura del testo teatrale richiamandosi all’esperienza da lui stesso vissuta quando, nei momenti in cui da ragazzo sentiva il bisogno di interpretare le sue sensazioni, i suoi sentimenti e anche i momenti dolorosi, lo faceva attraverso la voce di Mina. Erano cinque le donne, di età e di estrazione sociale diverse, ma tutte accomunate da sofferenze subìte e ora, a causa della condizione di detenute, aumentate. A ciascuna di esse furono affidate due canzoni del repertorio di Mina scelte tra quelle più passionali, più strazianti dove si parla di amori perduti, di amori traditi, di nostalgia e di tradimenti, le più famose tratte dal concerto alla Bussola di Viareggio del 23 agosto 1978.

Ora Tindaro Granata è in scena al Teatro Elfo Puccini a riproporre quello spettacolo. Naturalmente le cinque detenute non possono essere presenti e l’attore si è assunto il compito di interpretare le loro parti eseguendo in playback le canzoni cantate da Mina della quale appaiono a tratti le immagine del concerto. Lo fa indossando camicetta scollata e gonna ricoperte da lustrini ma liberandosene quando dà voce ai monologhi delle cinque donne che rivelano la parte più intima del loro animo, raccontano il motivo e le circostanze per i quali si trovano a essere detenute e danno sfogo al loro dolore. Sono i momenti più toccanti dello spettacolo recitati dall’attore con intensa sensibilità, racconti dolenti di esistenze diverse ma che a tratti non sono esenti da ironia perché l’umanità è fatta anche di quella. Le canzoni di Mina più che fare da leitmotiv sono la descrizione fatta in musica di passione inappagata, di amore ferito, del male di vivere. Si srotolano pagine famose della cantante cremonese come “Io vivrò senza te”, “La voce del silenzio”, “Ancora ancora ancora”, “L’importante è finire”… E il playback dell’attore non è uno scimmiottamento della gestualità della cantante ma è l’espressione del proprio reale sentimento. Conoscere queste donne private dalla libertà fisica e anche prigioniere dei condizionamenti della società lo ha fatto sentire in una sorta di comunanza con loro e lo ha aiutato a liberarsi dalle maglie delle insicurezze.

Un inciso: due giorni prima avevo assistito al Teatro Strehler a uno spettacolo-concerto dedicato alla musica di Puccini, protagonista per la parte recitante Toni Servillo, il quale commentava le peculiarità del compositore lucchese, mettendo in evidenza l’enorme forza passionale e la potente drammaticità dell’amore che emanano le sue romanze. Nello spettacolo all’Elfo Puccini a testimoniare altrettanta passione sentimentale è la voce di Mina descritta con slancio e ammirazione da Granata. Pur mantenendo ferma la distanza musicale esistente tra i due generi musicali, bisogna riconoscere che Mina non è completamente lontana da Puccini se si pensa che incise le arie “Mi chiamano Mimì” e “Sono andati?” da “La Bohème”, “Nessun dorma”, “E lucean le stelle” e il “Preludio al terzo atto di “Manon Lescaut”.

Prima di ultimare la pièce, Tindaro Granata ha raccontato che il suo “Vorrei una voce” è arrivato fino a Mina, il suo mito sin da bambino, e Massimiliano Pani ha realizzato il suo sogno chiamandolo e invitandolo a casa di Mina.

Applausi ripetuti a profusione da parte del pubblico che ha letteralmente stipato la sala Fassbinder del Teatro hanno decretato il successo dello spettacolo. Repliche questa sera alle ore 19,30 e domani alle ore 16,30. In calce le info per acquisto biglietti

Visto il giorno 24 maggio 2024

(Carlo Tomeo)

21 > 26 maggio | sala Fassbinder

Vorrei una voce

di e con Tindaro Granata

con le canzoni di Mina

ispirato dall’incontro con le detenute-attrici della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi

produzione LAC Lugano Arte e Cultura in collaborazione con Proxima Res, partner di ricerca Clinica Luganese MoncuccoLAC

© Masiar Pasquali

Teatro Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano

Durata: 1 h 15 – Orari: mart ore 21 | merc e giov ore 20 | ven ore 20.30 | sab 19.30 | dom 16.30

Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50

Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021

Categorie RECENSIONI

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