
RECENSIONE:
Dopo il debutto ad Ancona del gennaio scorso e la felice tournée in vari teatri italiani è in scena all’Elfo Puccini la Carrozzeria Orfeo con il nuovo spettacolo “Salveremo il mondo prima dell’alba”, scritta da Gabriele Di Luca, regia dello stesso Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, e che resterà nel cartellone del Teatro fino al giorno 28 di aprile. I protagonisti di questa nuova commedia sono VIP vittime dell’eccesso di notorietà e della sovraesposizione mediatica cui sono soggetti che col tempo ha provocato in loro stress emotivo che si traduce nella ricerca spasmodica di affetti e di rapporti sessuali inappaganti e inutilmente risolti con il ricorso a psicofarmaci. Per superare quel momento difficile della loro esistenza decidono di intraprendere un percorso psicoterapeutico che si svolgerà in una struttura esclusiva, come si conviene a personalità della loro statura, costituita da una villa di lusso posta in un satellite dal quale, attraverso un oblò a forma di esagono, è possibile intravvedere la sfera terrestre. A seguirli in un percorso di riabilitazione un severo soggetto (Massimiliano Setti) la cui professione non è meglio qualificata e che si fa chiamare coach. Sono sei i personaggi prigionieri della loro fama e niente li accomuna se non la ricerca di liberarsi dai condizionamenti che la notorietà impone loro: Jasmine, una popstar entrata in depressione dopo aver scoperto che il suo compagno e agente la tradiva con sua madre; una coppia gay formata da Omar, un imprenditore di pochi scrupoli che aveva abbandonato moglie e figlia quando aveva scoperto di essere omosessuale, e il suo compagno Patrizio, ossessionato dal desiderio di adottare un figlio; William, inventore seriale di fake news utilizzate per attirare l’attenzione e manipolare l’opinione pubblica, e il suo domestico, il bengalese Nat, che ha lasciato la numerosa parentela nel suo paese d’origine e, in contrasto con le idee del suo datore di lavoro, professa la sua vicinanza ideologica alle genti che vivono in povertà. All’inizio i sei, a eccezione di Patrizio preso dall’emozione di trovarsi al cospetto di Jasmine della quale è fan da sempre, sono più o meno tutti insofferenti l’uno all’altro e però si ritrovano poi complici quando si tratta di dividersi un po’ di cocaina nascosta da uno di loro e c’è anche chi, preso da generosità, farà avere un fungo allucinogeno alla donna quando lei ne avrà bisogno in un momento di sofferenza.
L’azione si svolge in una ricca scena creata da Lucio Diana sul cui fondale è posto l’oblò da dove, oltre ad apparire parte del globo terrestre, compaiono immagini varie e brevi video dei volti di personaggi provenienti dalla Terra e che si mettono in contatto con i presenti nel satellite. Ai lati estremi sono posizionate due cabine provviste di telini trasparenti, e oscurabili a seconda delle circostanze, che assolvono alla funzione di sauna ma costituiscono anche una sorta di luoghi segreti dove avvengono azioni inconfessabili. L’ambiente in stile giapponese ha porte shojie e pannelli con ideogrammi. L’arredo, costituito principalmente da divani futon e da altri elementi in carattere, vede posizionato in fondo una teca contenente un bonsai che alla fine avrà un simbolico ruolo fondamentale nella vicenda. Se per una buona metà della rappresentazione si assiste a dialoghi che mettono in luce le singole personalità dei personaggi e le loro peculiarità, è nel procedere dell’azione che si fa strada il tema principale che costituisce il punto focale della pièce e che la Compagnia vuole mettere in evidenza. Le nevrosi di cui sono vittime i ricchi signori in scena sono quelle di tutta un’umanità allo sbando, prossima all’autodistruzione. Il discorso della salvaguardia dell’ambiente si fa urgente e riescono a capirlo anche personaggi che si distinguono per la loro fondamentale superficialità, nel momento in cui, attraverso discorsi e azioni paradossali ma soprattutto con la mediazione involontaria del personaggio più umile, ne prendono coscienza. Il mondo si avvia verso l’autodistruzione e non a caso l’azione si svolge in un satellite che rappresenta appunto un luogo altro. Ma la speranza di salvarlo, come dice il titolo della commedia, e questo potrebbe avvenire prima dell’alba, c’è. A indicare come avverrà è palesato nelle positive battute finali, complici suggestive le immagini e le luci del citato Lucio Diana.

Carrozzeria Orfeo è abituata a trattare temi importanti che riguardano il sociale utilizzando la chiave della comicità che spesso usa linguaggio anche spudorato, derisorio, che provoca subito il riso ma, e questo capita sovente nella seconda parte delle sue opere, arriva il momento che l’argomento portante e che ha il carattere della denuncia viene a galla. In questo nuovo spettacolo i temi sociali affrontati e che portano alla discussione, sono più di uno: si va dalla salvaguardia dell’ambiente, all’allargarsi sempre più veloce dell’influenza dei media, al discorso sull’intelligenza artificiale, fino allo sfruttamento dei popoli del terzo mondo. E non manca neppure uno sguardo al femminismo toccato in una scena particolarmente esilarante. I registi Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi guidano con padronanza i sei bravissimi, affiati attori che si esibiscono senza risparmiarsi in sketch veloci, dialoghi frizzanti, situazioni paradossali, azioni imprevedibili, ritmo veloce, richiami a luoghi comuni portati all’esasperazione. Sono questi tutti gli elementi che decretano il successo della Compagnia che nel giorno in cui ho visto lo spettacolo ha riportato copiosi applausi da parte del folto pubblico presente nella grande sala Shakespeare del Teatro.
Repliche fino al giorno 28 aprile.
Visto il giorno 10 aprile 2024
(Carlo Tomeo)
Salveremo il mondo prima dell’alba
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
drammaturgia Gabriele Di Luca
con (in o.a.) Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
assistente alla regia Matteo Berardinelli
consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON
musiche originali Massimiliano Setti
scenografia e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
foto Manuela Giusto
con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino
una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale
Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano
9 > 28 aprile | sala Shakespeare
Durata spettacolo: 2 ore 10 + intervallo – Orari: martedì, mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30 | venerdì ore 19.30 | domenica ore 16.00
Prezzi: intero € 34 / <25 anni € 15 / >65 anni € 18 / online da € 16,50
Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021
(Video del Teatro Elfo Puccini)
