“Come fosse amore” al Teatro/Cinema Martinitt – Recensione

RECENSIONE:

Una commedia che ha per tema l’amore, o, parafrasando il titolo, “come se fosse”: perché il rapporto che le protagoniste hanno con questo sentimento è fuorviante. Esse, infatti, vivono le loro esperienze sentimentali e/o sessuali con uomini dai quali, dopo un primo approccio, fuggono perché essi non rappresentano l’ideale maschile dei loro sogni fino al punto di rimanerne amareggiate: sono la benestante Roberta che lavora nel campo della moda, la cerebrale Laura e l’apparentemente insicura Giselle che scoprirà poi di essere lesbica. Le tre ricorrono a una psicologa perché aiuti loro a risolvere le loro insoddisfazioni. Martina, la terapeuta che le prende in carico, è in realtà anch’essa una donna che non crede più nell’amore dopo che era stata abbandonata sull’altare dal promesso sposo e però durante le sedute analitiche riesce a far emergere dal subconscio delle tre quale potrebbe essere l’uomo veramente affine ai loro desideri che, nel caso di Giselle, si tratta addirittura di una donna. Con queste premesse prende corpo l’intera vicenda che parte dall’incontro in un bar di Martina con Ettore, un habitué del locale e amico di Luigi, l’anziano gestore, dal passato di latin lover con quattro matrimoni alle spalle. Ettore, alla vista di Martina, è subito vittima di un coupe de foudre e cercherà di agganciare un dialogo con la donna che, indifferente, fuggirà via, dimenticando su un tavolo la sua rubrica dove sono riportati i nomi, gli indirizzi e i problemi delle sue tre infelici pazienti con le indicazioni terapeutiche atte a risolvere i loro problemi. Ettore, con l’intento di rivedere Martina e strapparle un appuntamento, decide di recarsi nel suo studio per consegnarle l’agenda non senza aver prima preso nota degli indirizzi delle tre pazienti in modo da poterle contattare per poi incontrarle, assumendo i ruoli dei diversi personaggi ideali che potrebbero accendere in loro la fiamma dell’amore. Da questo momento l’uomo, pur riuscendo a vincere in Martina le sue resistenze e allacciando con lei un rapporto sentimentale, mette in atto la sua idea di conquistare le altre tre incarnando i ruoli delle persone che potrebbero suscitare il loro interesse. Tutto questo accade nel secondo atto della commedia in un turbinio di gag fatte di dialoghi scoppiettanti, vertiginose azioni dal meccanismo dirompente oltre che da numeri di ballo volutamente esilaranti, dove Marco Cavallaro mostra il meglio della sua comicità, fino a un finale dalle modalità tutt’altro che scontate in cui il gestore del bar, Luigi, richiama i personaggi all’osservanza di quanto è riportato dal copione.

Commedia ricca di idee costituita da un primo atto lineare che fa quasi da introduzione a quanto accade poi nell’atto successivo e che si rivela essere il vero clou della vicenda, perché più ricca di azioni che si susseguono in un vortice travolgente. Marco Cavallaro, che interpreta un credibile, appassionato Ettore, si dimostra anche un eccellente trasformista nell’interpretare i tre personaggi che partono all’azione conquistatrice dei cuori delle tre donne: il nobile barone Rampaldo che ricorda il Tony Curtis di “A qualcuno piace caldo” quando sullo yacht conquista la dolce Marylin e che qui incanta l’intellettuale Laura in visita a una mostra di Malevich trascinandola poi in avvincente tango oppure il coatto Ermanno che strega Roberta in un incandescente mambo e infine l’ammiccante Beatrice che entusiasma Giselle ballando con lei un vorticoso boogie. Ad accompagnare l’attore e regista sulla scena quattro brave attrici in ottima sintonia con i personaggi interpretati: Alessia Francescangeli nel ruolo di Martina, Ludovica Bei in quello di Giselle, Francesca Anna Bellucci nelle vesti di Roberta e Viviana Colais nei panni di Laura. A prestare ulteriore linfa al quintetto affiatato è Peppe Priomalli che interpreta un divertente Luigi, che cerca di mettere inutilmente in guardia l’amico Ettore dalla disdicevole idea che si è prefissa quando decide di conquistare le donne. L’attore interpreta anche il breve comico ruolo del prete che deve celebrare il matrimonio di Martina finito male. Ricca e funzionale la scenografia che divide il palcoscenico in tre parti: sulla destra una sopraelevata raggiungibile da una scalinata e che rappresenta lo studio della psicologa arredato con un lettino, una sedia e un tavolo sul quale troneggia una foto di Freud al quale Martina volge ad alta voce i suoi pensieri, al centro il bancone del bar di Luigi, sulla destra un piano girevole che opportunamente azionato mostra vari ambienti descritti visivamente da diversi pannelli. Sul fondale due uscite che permettono ai personaggi di avvicendare i loro ingressi in scena.

Ancora una volta Marco Cavallaro, con questa sua recente opera, che ha debuttato con successo in prima nazionale lo scorso anno al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, ha dimostrato di essere uno degli autori più talentuosi del teatro italiano perché sa creare commedie su un tema universale come l’amore affrontato con garbo festoso e che, proprio per questo, sanno raggiungere al meglio la sensibilità di un pubblico che gli decreta sempre un incontrastato plauso. Come è successo alla prima milanese di ieri sera in una sala sold out. Si replica fino al giorno 14 maggio.

Visto il giorno 28 aprile 2023

(Carlo Tomeo)

COME FOSSE AMORE – di Marco Cavallaro, diretto da Marco Cavallaro.

Con Marco Cavallaro e (in o.a.) Ludovica Bei, Francesca Anna Bellucci, Viviana Colais, Alessia Francescangeli, Peppe Priomalli.

Produzione La Bilancia in collaborazione con Esagera.

Foto di Claudia Prandoni

Dal 28 aprile al 16 maggio al Teatro/Cinema Martinitt di Milano

TEATRO/CINEMA MARTINITT Via Pitteri 58, Milano. Telefono 02/36580010, Whatsapp 338.8663577, info@teatromartinitt.it, www.teatromartinitt.it.

Orari biglietteria: lunedì-sabato, 10.30-21; domenica 14-2. Parcheggio interno gratuito.

Categorie RECENSIONI

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