
RECENSIONE:
A distanza di quasi cinquant’anni dal colpo di stato di Augusto Pinochet in Cile avvenuto nel settembre del 1973, il Teatro dell’Elfo Puccini ripropone la commedia di Ariel Dorfman nell’ottima traduzione di Adriana Serra e diretta da Elio De Capitani (una prima versione della stessa fu prodotta e rappresentata nel 1998). Il nuovo allestimento con gli ottimi attori Marina Sorrenti, Claudio Di Palma e Mario Curcurù ha avuto la prima nazionale al Campania Teatro Festival del 2021 e ora, dal 14 marzo, è presente sul palcoscenico dell’Elfo Puccini.
In una scena essenziale costituita da tendaggi bianchi che il gioco di luci modifica nella cromatura, i personaggi della commedia, anch’essi vestiti dello stesso colore, si muovono in un presente che ha sconfitto la dittatura anche se una reale democrazia, raggiunta grazie a un referendum popolare che ha finalmente spodestato Pinochet, si sta ancora costituendo nella sua pienezza. Paulina Salas è sola in casa e sta aspettando il ritorno del marito, l’avvocato Gerardo Escobar, reduce da un incontro con il nuovo governatorato di Stato che lo ha nominato presidente di una commissione di indagine sui desaparecidos. L’uomo ritarda perché ha forato uno pneumatico dell’auto e non è riuscito a sostituire la ruota con quella di scorta presente nel bagagliaio in quanto anch’essa forata e non ancora riparata. Un automobilista di passaggio si ferma e si offre di accompagnarlo a casa. All’arrivo di Gerardo, la moglie è ansiosa di sapere se lui ha accettato l’incarico che gli è stato affidato, teme di sì perché in passato anche lei, tra le altre migliaia di persone vittime del regime dittatoriale, era stata fatta prigioniera, stuprata e torturata, e ha paura di dover affrontare il ricordo di quei terribili giorni. Il marito la rassicura promettendole di scoprire i colpevoli e tuttavia sa anche che il suo compito sarà rivolto solo a indagare tra quelli che provocarono la scomparsa delle migliaia di persone e non anche su quelli che procurarono atti di violenza su persone tuttora vive. Più tardi qualcuno bussa alla porta di casa: è il Dottor Miranda, lo sconosciuto che aveva dato il passaggio a Gerardo e che ha riportato la ruota di scorta che questi aveva dimenticato nella sua auto. Vista l’ora tarda, l’uomo, invitato a trascorrere la notte in casa, accetta. Paulina, però, nel sentirne la voce, crede di riconoscere nell’uomo il dottore che durante la sua prigionia la stuprò e torturò al suono del Quartetto per archi di Schubert dal titolo “La morte e la fanciulla”. Minacciandolo con una pistola lo immobilizza, lo lega a una sedia e, da quel momento, pretende che lui confessi i crimini commessi. Il marito dapprima cerca di farla desistere ma poi accetta di fare l’avvocato difensore in una forma di processo che si dovrebbe svolgere lì in casa e che terminerebbe con la confessione che verrebbe registrata su un magnetofono. Da questo momento inizia la parte più drammatica della rappresentazione. I ruoli di carnefice e vittima s’invertono. La donna ha chiaro nella mente che solo la piena confessione dell’uomo, fatto ora suo prigioniero, potrà affievolire il ricordo di un passato angoscioso che ancora la tormenta e sa che questa la potrà ottenere solo con la minaccia. L’uomo insiste nel non riconoscersi colpevole, soffre, si dispera mentre cerca di convincere il marito della donna che lui è innocente. Alla fine una confessione ci sarà e tuttavia sarà quella vera? Infatti il confine tra verità e menzogna si fa sempre più labile fino al punto di confondere le carte in gioco. E qui si sente l’influenza delle sceneggiature del teatro di Pinter di cui Dorfman era molto amico.
Commedia che inizia in un clima foriero di dolorose rivelazioni, cresce di ritmo man mano che la donna srotola in una verbosità cruenta e affliggente. Afflizione che contagia, per motivi diversi, anche i due uomini e che li spinge in un vortice di contrastanti emozioni. Marina Sorrenti evidenzia il carattere di Paulina grazie a una una forte padronanza recitativa che le fa mettere bene in mostra tutte le varie sfumature psicologiche del personaggio. Molto bravo Claudio De Palma nelle vesti del Dottor Miranda, che sa essere gentile e colloquiale all’inizio, sofferente quando è davanti al tiro di una pistola e, soprattutto, nel prefinale quando descrive quella che potrebbe essere la sconvolgente e vera anima di se stesso. Enzo Curcurù è un marito dalle varie sfaccettature che dapprima contrasta le intenzioni della moglie, poi le asseconda, anche se non totalmente, perché si capisce che quello a cui è interessato in primis è la veloce risoluzione del caso in cui si trova suo malgrado coinvolto e del quale non dovranno rimanere tracce future. Elio De Capitani sa mettere in evidenza con la sua regia la condizione dell’uomo prigioniero di un destino ineluttabile che, con tutti i suoi accadimenti crudeli, torna ciclicamente a colpire. Lo fa ricorrendo alla conduzione di una recitazione imperiosa, frammista anche a quella delle didascalie presenti nel testo e che vengono recitate al microfono per marcarne al meglio il concetto. E ad aiutarlo è l’ottima scena di Carlo Sala che, grazie al gioco di luci di Nando Frigerio, sa essere ora abbagliante, ora di un bianco più tenue fino a assumere quei toni necessari a permettere una sorta di ombre cinesi che in un momento decisivo della pièce mettono in luce le figure deformate dei due personaggi maschili. A dare la parola fine, cala un sipario rosso sangue, ma una parte di esso non è chiusa completamente e lascia intravvedere la scena rievocativa del crimine a significare che nulla è stato realmente dimenticato. E così deve essere perché i ricordi di un tragico passato rimangano scolpiti nella memoria affinché non si ripetano. Intanto il suono del Primo Movimento del Quartetto n.14 in re minore D810 di Schubert si diffonde nella sala.
La commedia sarà in scena fino a domenica 19 marzo.
Vista il 16 marzo 2023
(Carlo Tomeo)
La morte e la fanciulla
di Ariel Dorfman, traduzione Alessandra Serra
regia Elio De Capitani
con Marina Sorrenti, Claudio Di Palma, Enzo Curcurù
scene Carlo Sala
luci Nando Frigerio
foto di Salvatore Pastore
video del trailer del Teatro Elfo Puccini
produzione Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro dell’Elfo
14 > 26 marzo | Teatro Elfo Puccini – sala Shakespeare
TEATRO ELFO PUCCINI, corso Buenos Aires 33, Milano – Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00 – Prezzi: intero € 34 / <25 anni >65 anni € 18 / online da € 16,50 – Durata: 1 ora 50 – Biglietteria: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org – whatsapp 333.20.49021