
RECENSIONE:
La vicenda del Giardino dei ciliegi è nota: l’aristocratica Ljuba (Milvia Marigliano), accompagnata da sua figlia Anja (Dalila Reas), giunge dopo diversi anni d’assenza nella sua proprietà che sta per essere messa all’asta per pagare l’ipoteca da cui questa è gravata. Ad accogliere le due donne ci sono il fratello Gaev (Giovanni Franzoni), Varia (Eleonora Giovanardi), figlia adottiva della stessa Ljuba, e l’affarista Lopachin (Rosario Lisma) che propone di salvare la proprietà vendendola per realizzarvi villette da affittare ai turisti, una volta che saranno stati abbattuti tutti gli alberi, tra i quali spiccano quelli di ciliegi ai quale i due fratelli sono particolarmente legati perché ricordano la loro infanzia felice. A quest’idea si oppongono i due proprietari che tuttavia non riusciranno a fare nulla di concreto per evitare che si realizzi il disegno di Lopachin.
Nel suo adattamento Rosario Lisma ha ambientato la commedia nel nostro secolo usando musiche di oggi e dove i personaggi indossano abiti moderni, lontana dall’epoca della sua stesura che risale ai primi anni del secolo scorso quando Cehov l’aveva scritta a Yalta, dove si era rifugiato, malato di tubercolosi e ormai vicino alla morte (si spegnerà pochi mesi dopo la prima rappresentazione dell’opera che avvenne a Mosca nel 1904). Il tema della commedia è quello della trasformazione di una società che sta per lasciare vecchie mentalità decadenti per abbracciare una nuova era, modello di pragmatismo. E la tipologia di questo nuovo modo di vita è incarnata dal personaggio chiave della commedia, Lopachin, uomo d’affari e nuovo arricchito che, quasi in una forma di rivalsa, avrà il sopravvento su quelli che erano stati i padroni di suo padre contadino.

(Rosario Lisma e Eleonora Giovanardi)
Cechov aveva usato per questa sua opera il termine di commedia nonostante il suo tema fosse di natura drammatica perché conteneva episodi che lui chiamava farseschi. E, in effetti, nella rappresentazione di Lisma vengono evidenziate diverse di scene di tale fattezza, anche volutamente esasperate in più punti. Si pensi al personaggio dello studente Trofimov (Tano Mongelli) mentre litiga con Varja, o il grottesco balletto della seconda parte eseguito dalle tre donne e dallo stesso Trofimov, le battute tra Gaev e Lopachin che tanto fanno ridere Ljuba. Ricca di simboli è la scenografia di Federico Biancalani con i ricchi fondali sui quali a un certo punto è visibile un albero dai rami rinsecchiti, triste presagio di quello che accadrà dopo, e anche una porta che alla fine sarà aperta da Lopachin quando sarà rimasto il solo abitante della proprietà e dalla quale rientreranno tutti i personaggi, quasi rispuntati da una commedia non terminata e che vengono pirandellianamente a cercare un autore.
Altro simbolo che pone l’accento sulla fine di un’epoca e l’inizio di una nuova e del cui passaggio tra l’una all’altra non si è colta l’essenza, e di conseguenza il senso delle cose, è la voce fuori campo di Firs, l’ottantenne servo, che rimane nella proprietà ma che, a differenza del testo originario, non vi è presente fisicamente ma è stato sostituito dalla voce fuori campo di Roberto Herlitzka che si domanda “La vita è passata, e io… è come se non l’avessi vissuta”. Una voce che, in Lisma, non è quella di un personaggio presente nella vicenda ma che appartiene a un fantasma di un tempo lontano che non c’è più. E così, mentre Ljuba, Gaev e Varja resteranno legati a un passato che non potrà tornare e guarderanno con sgomento al futuro che li attende, saranno i giovani Anja e Trofimov a saper affrontare con amore i nuovi tempi.

(Giovanni Franzoni e Milvia Marigliano)
Rosario Lisma, ha creato un adattamento che rende attuale la tematica e la poetica del testo cechoviano, senza snaturarlo. Ha inoltre dato di sé un’ottima prestazione di attore nei vari momenti della recitazione: mellifluo quando doveva conquistarsi la fiducia di Ljuba che era recalcitrante a tagliare gli alberi, impacciato quando avrebbe dovuto chiedere a Varia di sposarlo, rabbioso quando rivendica il diritto di essere il nuovo proprietario della proprietà che aveva comprato. Milvia Marigliano ha recitato, soprattutto nell’ultima parte, con la grande passione di cui è capace e dovuta alla sua ricca esperienza di attrice teatrale. Ed è proprio nella seconda parte che tutta la Compagnia si è adoperata a rendere il meglio di sé.
A fine spettacolo copiosi applausi hanno chiamato più volte gli artisti al proscenio. Ho colto sui volti di diversi spettatori che defluivano dalla sala fazzolettini che detergevano gli occhi. Repliche fino a domenica 26 febbraio.
Vista il giorno 22 febbraio
(Carlo Tomeo)
MILVIA MARIGLIANO, ROSARIO LISMA
IL GIARDINO DEI CILIEGI
Commedia in due parti
Produzione Tieffe Teatro Milano/Teatro Nazionale Genova/Viola Produzioni srl
Di Anton Cechov
Adattamento e regia di Rosario Lisma
Assistente alla regia Valentina Malcotti
Scenografia Federico Biancalani
Costumi Valeria Donata Bettella
Luci Luigi Biondi
Foto Laila Pozzi
Con Milvia Marigliano, Rosario Lisma, Giovanni Franzoni, Eleonora Giovanardi, Tano Mongelli, Dalila Reas e con la partecipazione in voce di Roberto Herlitzka.
durata: 80 minuti prima parte – 60 minuti seconda parte
Dall’8 al 26 febbraio al TEATRO MENOTTI
BIGLIETTERIA
PREZZI
- Intero – 32.00 € + 2.00 € prevendita
- Ridotto over 65/under 14 – 16.00 € + 1.50 € prevendita
TEATRO MENOTTI
Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 – biglietteria@teatromenotti.org
ORARI BIGLIETTERIA
Dal lunedì al venerdì dalle ore 11.30 alle ore 18.30, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo
Sabato dalle 15 alle 18.30, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo
Domenica ore 14.30 | 16.00 solo nei giorni di spettacolo
Acquisti online con carta di credito su www.teatromenotti.org
ORARI SPETTACOLI
Dal martedì al sabato ore 20 – Domenica ore 16.30