
RECENSIONE:
Penelope attende il ritorno di Ulisse, lo attende da vent’anni secondo quanto è scritto nell’Odissea, ma, nel presente, gli anni trascorsi da allora sono diventati oltre duemilasettecento e nel frattempo i suoi capelli sono imbiancati e le palpebre inferiori degli occhi sono gonfie, a causa dell’invecchiamento ma anche per colpa del pianto. È avviluppata in un largo abito circondato da spesse corde che la imprigionano e nel quale si muove a fatica, novella Minnie beckettiana che però non sta vivendo giorni felici. La sua rabbia è volta verso Omero che nel suo poema l’ha descritta fedele, paziente e triste rendendola un prototipo di donna che è rimasto fisso nei secoli, mentre lei sente la necessità di un’evoluzione del suo essere che è contrariata dall’eternità immobile in cui il poeta l’ha collocata. Sente il desiderio di uscire da quel cliché e rivendica il suo diritto di acquisire il cambiamento che la possa inserire in un tempo attuale. Infatti “meglio un brivido nel letto piuttosto che essere messa in un libro”, dirà. La sua collera, però, è rivolta anche contro Ulisse che ritarda il ritorno a casa e anche a causa delle donne che l’uomo ha incontrato durante il ritorno da Troia. Ne ritrova i nomi scritti nei messaggi racchiusi nelle bottiglie che le capitano tra le mani e delle quali viene descritta la bellezza: Nausicaa, Calipso, Circe, donne con le quali lei sente di non poter competere in quanto a bellezza perché la sua attrattiva giovanile è ormai solo un ricordo. Nel frattempo lo sciabordio dell’acqua marina diffonde il suo suono ma non la consola. Sarà il suo colloquio con la luna, alla quale è legata con un lembo della corda che circonda il suo vestito, a concludere il monologo.

Questo bel testo, che parte da uno dei personaggi femminili più celebri della letteratura rapportato all’epoca attuale, pone in risalto il tema identitario del sé che va in crisi nel momento in cui è soffocato da una società omologante fissata su stereotipi. Nell’essenziale messa in scena spicca sulla destra un grande globo raffigurante una luna illuminata dalle luci cangianti disegnate dallo stesso Fabrizio Visconti, luci che producono un magico effetto visivo anche quando sono dirette sull’originale abito dovuto alla costumista Mirella Salvischiani e che avvolge l’attrice, il tutto maggiormente valorizzato dalle suggestive mura del Teatro. Marco Pagani si è occupato delle musiche che spaziano tra diversi generi musicali. Tra queste spicca la canzone “L’appuntamento” di Ornella Vanoni che sottolinea la condizione della protagonista che ha un appuntamento con se stessa, appuntamento che non si realizzerà mai.
Rossella Rapisarda e Fabrizio Visconti hanno fornito in questo spettacolo, ciascuno nel suo ramo e entrambi nella scrittura a quattro mani del testo, un’ottima prestazione. La Rapisarda, è stata superlativa in una recitazione variegata, ricca di coloratura e, nonostante la difficile postura assunta per esigenza scenica, naturale nei movimenti. Lo spettacolo è destinato a diventare nel tempo uno dei suoi maggiori cavalli di battaglia. Nella sala piena il pubblico ha tributato all’attrice e agli altri collaboratori chiamati sul palco applausi più che calorosi. Repliche fino al 26 febbraio. Da vedere!
Visto il giorno 21 febbraio 2023
(Carlo Tomeo)
MTM La Cavallerizza – dal 21 al 26 febbraio 2023
L’appuntamento – Prima Nazionale
A tu per tu con Penelope
di Fabrizio Visconti, Rossella Rapisarda
con Rossella Rapisarda
regia e disegno luci Fabrizio Visconti
scene Marco Muzzolon
costumi Mirella Salvischiani
musiche originali Marco Pagani
voce fuori campo Saverio Marconi
un Progetto La Gare
Produzione Eccentrici Dadarò
con il sostegno di Regione Lombardia – Progetto NEXT 2021
coproduzione: Arterie Teatro
collaborazioni alla produzione: Caika Teatro Associazione Ca’ Rossa