
RECENSIONE:
Un’attrice che aspetta di debuttare nell’Amleto di Shakespeare ma che, colpita da un’improvvisa polmonite, è costretta a ricoverarsi in ospedale in una camera isolata che dovrà dividere con una signora più anziana. La custode di un condominio che passa la giornata chiusa in una guardiola larga tre metri per due insieme al suo gatto Lucio che rappresenta l’unico essere vivente con cui comunica. Un giovane liceale appassionato di cinema e di fiction chiuso nella sua camera davanti al computer mentre cerca di realizzare video da passare su You Tube. Un senegalese in attesa di asilo politico che trascorre la sue giornate lavorando faticosamente come rider. Sono i quattro personaggi che si alternano su una scena occupata solo da una sedia e avente sullo sfondo uno schermo dove è possibile assistere al monologo del liceale. I quattro vivono questa solitudine a seguito del lockdown e parlano rivolgendosi a un immaginario pubblico, la custode al gatto, per il bisogno di interrompere il forzato isolamento in cui si trovano costretti. In realtà si evince, nel corso della rappresentazione, che l’isolamento non è solo un contingente dovuto alla pandemia ma fa parte di qualcosa di più profondo che affligge i loro animi e che ora viene alla luce.
Vanessa Korn interpreta i quattro personaggi con quella naturalezza propria di chi ha scritto il testo e sa calarsi con disinvoltura nelle varie sfumature che costituiscono la loro psicologia: assume tonalità vigorose nel disegnare il personaggio comico della custode, suscitando in più punti l’ilarità degli spettatori, acquista toni più drammatici nei ruoli dell’attrice e del rider, per diventare poi lo studente diciassettenne esperto di cinema e che disquisisce con la disinvolta saccenteria propria degli adolescenti. Funzionali sono le immagini simboliche che appaiono sullo schermo. Lo è la finestra della camera dell’ospedale che mostra oltre il vetro un albero di magnolia, simbolo della vita che invece viene a mancare nella camera dove presumibilmente morrà la signora anziana che vi è ricoverata. Lo è il quadro “Quelli che restano” di Umberto Boccioni, la cui riproduzione appare sulla parete della camera dello studente e poi a un certo punto a tutto schermo.
Le efficaci musiche e l’incisiva regia di Francesca Gemma, che è intervenuta anche con voce registrata nella recita di una poesia, hanno impreziosito lo spettacolo che è stato accolto con grande favore dal pubblico presente. Unica replica questa sera alle ore 20,30
Visto il 2 dicembre 2022
(Carlo Tomeo)
Trailer:
QUELLI CHE RESTANO
ByungChul Han, La scomparsa dei riti
Uno spettacolo di e con Vanessa Korn
Regia Francesca Gemma
Video Umberto Terruso
Suoni e musiche originali FA.DE. Music Production
Poesia e voce registrata Francesca Gemma
2 e 3 Dicembre ore 20.30
Teatro Spazio Tertulliano, via Tertulliano 68, Milano
Per prenotazioni scrivere a:
biglietteria@spaziotertulliano.it
Oppure acquista su:
https://www.vivaticket.com/it/Ticket/quelli-che-restano/194577