“Zio Vanja” al Teatro Fontana – Recensione

Zio Vanja

Di Anton Cechov

Drammaturgia e regia Simona Gonella

RECENSIONE:

Una scena fissa dall’intenso colore rosso che occupa il parterre e il fondale e che rappresenta un’unica sala dove si svolge tutta l’azione. All’inizio sei personaggi sono appoggiati alla parete di fondo, pronti a essere chiamati ad agire da parte dell’attrice presente sul proscenio e che interpreta due ruoli, quello della madre di Ivan e quello della balia. In più lei ha il compito di interpretare anche le didascalie presenti nella commedia e diverse note scritte da Stanislavskij quando nel secolo scorso affrontò la regia della commedia. Ivan vive in una tenuta di campagna insieme alla madre, la zia Sonia, la vecchia balia e Telegin, un ex possidente impoverito e che aveva venduto le sue terre ai nuovi proprietari che ora lo ospitano. Dalla città ritorna nella dimora di campagna un anziano professore, di cui Sonia è figlia di primo letto, accompagnato dalla sua seconda moglie, la giovane Elena. L’uomo è malaticcio per cui a visitarlo e a curarlo arriva quasi giornalmente il dottor Astrov, ma egli è insofferente per la sua presenza, così come è lamentoso con gli altri membri della famiglia. Questo arrivo getta nello scompiglio soprattutto Ivan che si scoprirà innamorato di Elena e la corteggerà invano. Anche Astrov è innamorato della donna e nascerà una rivalità tra i due uomini. Le tensioni per la convivenza forzata tra i personaggi, diventano via via sempre più forti, e vengono amplificate dalla costrizioni di convivere nello stesso spazio che metaforicamente assume la funzione di un ring dove di volta in volta essi si affrontano a fasi alterne, nessuno escluso. L’attrice che recita nel doppio ruolo usa un foulard che indosserà sul capo per assumere il personaggio della balia e lo toglierà per interpretare quello della madre. A lei è destinato anche il compito di fungere anche da immaginario cronista quando la lotta verbale fra due personaggi diventa più accesa, quasi fosse un match di pugilato.

Secondo l’introduzione alla sua traduzione del testo dal russo di Angelo Maria Ripellino del 1970, il vero protagonista della commedia non è il personaggio del titolo ma il Professore, per la sua goffaggine e la sua entrata in scena “clownesca”. Nella regia di Simona Gonella, l’entrata in scena del Professore non è clownesca, indossa abiti borghesi, e avviene su una carrozzella che lo fa apparire invalido (ma poi dimostrerà ampiamente di non esserlo) eppure, fin dalle prime battute degli altri personaggi, si comprende quanto la sua presenza, densa di capricci, anche fuori scena, sia ingombrante e determinante nel causare tra loro malcontento, insulti e feroci litigi. Tutti appaiono intrappolati in una dimensione che sfugge a ogni classificazione naturalistica. Decisiva alla corrosione dei rapporti è la presenza di Elena, contesa da Ivan e Astrov, che non sembra capire sempre le varie situazioni che si vengono a creare e, non a caso, per interpretarne il ruolo, è stata scelta metaforicamente un’attrice straniera.

Verso il finale, dopo quella che sarà la scena clou della commedia, la più violenta, al disilluso Ivan non rimangono che il rimpianto di non essersi dichiarato a Elena, quando lei era più giovane e libera, e la triste considerazione che ora ha quarantasette anni e che, se vivrà fino ai sessant’anni, gli rimarranno solo tredici anni da vivere ancora. Ma il pensiero più doloroso è la consapevolezza che in quegli anni a venire nulla cambierà nella propria condizione di vita che, come gli dirà Astrov, sarà, com’è ora, disperata.

Simona Gonella ha creato una personale regia dando alla commedia di Cechov nuovo smalto e vicinanza alla società del nostro secolo e ha saputo condurre gli attori verso una compartecipazione emotiva con i personaggi loro affidati, complice anche la claustrofobica scena. Tra gli attori menzioni speciali vanno a Woody Nero (Zio Vanja), Anna Coppola (la madre e la balia), Marco Cacciola (Astrov) e il caratterista Donato Paternoster (che ha interpretato il ruolo di Telegin e si è occupato anche degli ambienti sonori)

Vista il giorno 10 giugno 2022

(Carlo Tomeo)

Prima nazionale 9 giugno 2022, Teatro Fontana

Repliche fino al 19 giugno

Zio Vanja

Di Anton Cechov

Drammaturgia e regia Simona Gonella

Con  (in ordine checoviano):

Stefano BraschiIl professore

Stefanie BrucknerElena

Stefania Medri Sonja

Anna CoppolaMaman, Balia, Note

Woody Neri Vanja

Marco Cacciola Il dottore

Donato PaternosterTelegin

Spazio scenico Federico Biancalani

Disegno luci Rossano Siragusano

Costumi Anna Maria Gallo
Ambienti sonori Donato Paternoster

Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Teatro Metastasio di Prato

Teatro Fontana

Via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano

02.6901 5733

ORARI SPETTACOLI: Martedì / Sabato: h. 20,30 – domenica: h. 17

biglietteria@teatrofontana.it

Orari di biglietteria: lunedì/venerdì: dalle h. 15 alle h. 18

Dal giorno 9 giugno: martedì/ venerdì: dalle h. 15 alle h. 20,30

sabato dalle h. 18,30 alle h. 20,30

domenica dalle h. 15 alle h. 17

PREZZI

Intero 21 €

Giovedì sera 17 €

Convenzioni 17 €

Over 65 / Under 14 10 €

Under 26 15 €

Teatro in Bici 15 €

Gruppi scuola 9 €

Prevendita e prenotazione 1 €

Per prenotazione gruppi scuola scrivere a teatroscuola@teatrofontana.it

www.teatrofontana.it

Ufficio Stampa Teatro Fontana

Martina Parenti

stampa.fontana@elsinor.net

Categorie RECENSIONI

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