“AAA cercasi sostegno per madre single e femminista con un figlio maschio e adolescente” in un appartamento di Piazza Repubblica – Recensione

RECENSIONE:

Stand-up comedy o monologo? L’anteprima del nuovo spettacolo che Monica Faggiani ha presentato ieri sera in un appartamento di Piazza Repubblica può assumere il nome di entrambi i generi recitativi. Non c’è molta differenza tra i due: entrambi vedono in scena un solo attore (in questo caso un’attrice) che racconta particolari della propria vita inserendoli in un tema che li racchiude tutti; nel primo caso, però, essi vengono raccontati a memoria, nel secondo si fa uso di un leggio da cui si leggono i vari passaggi narrativi, quasi un reading. Nella recita di ieri sera Monica Faggiani ha fatto uso di entrambi i metodi, aveva davanti a sé un leggio con diversi fogli che costituivano una specie di canovaccio che l’attrice consultava, foglio dopo foglio, quasi a cercare in essi una guida nel prosieguo del racconto. E però lei recitava a memoria, senza timore di chiedere, in alcuni casi, consensi al pubblico. Il termine migliore per definire questa performance è forse il “One-man show” e, in questo caso il “one-woman show”. È parso evidente, comunque, che Monica Faggiani si è sentita a suo agio perché parlava di sé stessa, della sua vita da quando aveva tre anni e a nove anni, complici la madre e la nonna, l’avevano resa una femminista convinta, oltre che comunista. E lo era al punto tale che, nel momento in cui si era trovata ad affrontare la sua gravidanza, rimase delusa nello scoprire attraverso un’ecografia che il feto era di sesso maschile. Se ne fece una ragione solo quando il bambino venne alla luce prematuramente dopo un parto cesareo e lei provò l’inaspettata gioia di stringerlo al petto. Da quel momento cominciò per lei il vero travaglio del dopo parto, che non era fisico ma sentimentale, e che riguarda tutte le mamme e, come tutti sanno, e lei non ha potuto non ricordarlo, interessava la crescita del bambino che nel frattempo diventava adolescente. il sentirsi inadeguata in certe circostanze, il vedere che alcuni metodi educativi non davano i risultati sperati, costituivano più croci che delizie nella mamma che per giunta (o per fortuna? Questo non è dato di saperlo) era rimasta single. Da qui il titolo ironico del monologo la cui ironia è solo nel titolo perché quella madre, più che chiedere un non si sa che tipo di sostegno se non una voce solidale, se lo vuole “sbrogliare” da sola il problema del figlio il quale tanto l’amava da piccolo, mentre ora ha cominciato a sfuggire al suo controllo. Certo se quel figlio fosse stata una femmina le cose avrebbero avuto un altro corso, e qui il femminismo mai sopito nella donna le dà il segnale della sua presenza. Ma sono solo considerazioni astratte, perché quel figlio che lei aveva iniziato ad amare subito dopo il parto ormai è un pezzo di sé stessa e a lei non rimane altro da fare che compiacerlo, inventandosi strategie per rendersi simpatica ai suoi amici, accettando la fidanzatina della quale è in realtà gelosissima, e, per conoscere i segreti più reconditi del figlio, adottando la tecnica del tenente Colombo della famosa serie televisiva che riusciva a smascherare il colpevole con una pazienza certosina e procedendo per gradi fino a portare la persona allo sfinimento e, quindi, alla confessione. La morale è che una mamma è sempre una mamma a tutte le età del figlio. Ed è inutile inculcargli il senso della perfezione, perché nella realtà è l’imperfezione che induce a lavorare su sé stessi e che può portare al raggiungimento dei traguardi più ambiti.

Monica Faggiani ha scritto un testo brillante, mettendo in piazza senza remore, le sue esperienze personali riguardanti la maternità, e non solo, e allargando il discorso alla realtà odierna, toccando ancora, come del resto aveva fatto in passato, le problematiche vissute dalla donna in un mondo patriarcale. Lo fa in modo divertente e divertito e usando l’ironia che le è consueta, perché certe tematiche possono essere affrontate ironicamente: solo così vengono maggiormente recepite. Quando entra in scena indossa un abito elegante che mette in evidenza il suo fisico sinuoso e mima con irrisione la voce diffusa di Loredana Berté che canta “Non sono una signora”. Come strumenti della performance usa, oltre al leggio, un microfono come quello usato dalla famosa Signora Miriam Midge Maisel della famosa serie televisiva americana, simbolo della donna che raggiunge la fama grazie alla forza di volontà e malgrado gli ostacoli di un ambiente maschilista.

Lo spettacolo da me visto ieri sera in anteprima fa parte di una serie di teatro in appartamento. Verrà replicato questa sera alle ore 21. Per informazioni: koine.loft@gmail.com. La stessa anteprima, che poi sarà in scena nella sua forma definitiva durante la prossima stagione teatrale 2022/2023, sarà ancora rappresentata il giorno 15 giugno alle ore 18.45 nel Fringe Mi Festival all’enoteca Scintilla di Via Canaletto 11, 20133 Milano  – Telefono02 8722 5361

-Visto il giorno 8 giugno 2022

(Carlo Tomeo)

Categorie RECENSIONI

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