Personale di Marta Cuscunà al Piccolo Teatro Grassi

Venerdì 11 febbraio, alle ore 18, al Chiostro Nina Vinchi, Marta Cuscunà e Marina Pierri cofondatrice e direttrice artistica di FeST, critica televisiva transfemminista, scrittrice, podcaster, docente e autrice di Eroine (Edizioni Tlon) – presentano il libro R3SISTENZE FEMMINILI (Forum Edizioni, 2019). L’incontro vuole essere un’occasione di dialogo e approfondimento sui temi della trilogia sulle Resistenze femminili in forme di attivismo e narrazione che escono dai confini del teatro. Ingresso gratuito con prenotazione sul sito del Piccolo Teatro.

(“Il canto della caduta”)

Dal 15 al 20 febbraio al Teatro Grassi:

Marta Cuscunà al Piccolo Teatro una personale

Marta Cuscunà, per la prima volta al Piccolo Teatro di Milano, che dal 2022  la annovera tra gli “artisti associati”, presenta una personale, modulata in tre titoli, ognuno in scena per due giorni, al Teatro Grassi dal 15 al 20 febbraio.

È bello vivere liberi! (Premio Scenario per Ustica 2009) è ispirato alla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d’Italia, deportata ad Auschwitz, e segna la prima tappa di un percorso che ha come filo conduttore il tema delle Resistenze femminili.

La semplicità ingannata vuole dare voce alle testimonianze di donne che, nel Cinquecento, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile.

Il canto della caduta è costruito intorno a un antico racconto epico della tradizione popolare dei Ladini, minoranza etnica che vive nelle valli centrali delle Dolomiti: il mito di Fanes che racconta di un’età̀ dell’oro in cui gli esseri umani avevano un rapporto di alleanza con la Natura. In questo “tempo più antico del tempo” la guida del popolo era compito femminile. Poi arrivò un re straniero e fu l’inizio di una nuova epoca del dominio e della spada.

Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2 – M1 Cordusio),  15 e 16 febbraio 2022

È bello vivere liberi!

(È bello vivere liberi”)

PREMIO SCENARIO PER USTICA 2009

di e con Marta Cuscunà

oggetti di scena Belinda De Vito, luci e audio Marco Rogante

disegno luci Claudio “Poldo” Parrino

co-produzione Centrale Fies, Opera estate Festival Veneto

cura e organizzazione Etnorama

amministrazione Laura Marinelli

distribuzione Jean-Francois Mathieu

con il sostegno di Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, A.N.P.I. Sezione di Ronchi dei Legionari, Centro di Aggregazione Giovanile del Comune di Monfalcone, Biblioteca Comunale Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Comune di San Vito al Tagliamento Assessorato ai beni e alle attività culturali, Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, Polo di Aggregazione Giovanile Toti del Comune di Trieste, Comitato Permanente Ondina Peteani

Dal 2009 al 2019 Marta Cuscunà ha fatto parte del progetto FiesFactory di Centrale Fies.

Durata dello spettacolo: 65 minuti

Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani scritta dalla storica Anna Di Gianantonio, (Edizioni IRSML FVG 2007). Ondina, che a soli 17 anni, si scopre incapace di restare a guardare l’oppressione del fascismo e sceglie di agire, cosciente e determinata, per cambiare il proprio Paese. Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo di Alma Vivo da, dove fioriscono i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni diventa staffetta partigiana, partecipando anche alla formazione della Brigata Proletaria e alla battaglia di Gorizia. La sua vicenda è stravolta bruscamente quando, a 19 anni, viene sprofondata nell’incubo della deportazione nazifascista come prigioniera politica.

“È bello vivere liberi!” è l’ultima frase che Ondina Peteani ha scritto a poche settimane dalla morte, quando, nel 2003 in ospedale, il medico le chiese di scrivere, a occhi chiusi, la prima frase che le fosse venuta in mente. Ondina, allora, ha scritto quello che sentiva profondamente.

Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2 – M1 Cordusio), 17 e 18 febbraio 2022

La semplicità ingannata

(La semplicità ingannata)

di e con Marta Cuscunà

assistente alla regia Marco Rogante

disegno luci Claudio “Poldo” Parrino, disegno del suono Alessandro Sdrigotti

tecnica di palco, delle luci e del suono Marco Rogante, Alessandro Sdrigotti

realizzazioni scenografiche Delta Studios, Elisabetta Ferrandino

realizzazione costumi Antonella Guglielmi

co-produzione Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto

cura e organizzazione Etnorama

amministrazione Laura Marinelli

distribuzione Jean-Francois Mathieu

con il sostegno di Provincia Autonoma di Trento-T-under 30, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comitato Provinciale per la promozione dei valori della Resistenza e della Costituzione repubblicana di Gorizia, A.N.P.I. Comitato Provinciale di Gorizia, Assessorato alla cultura del Comune di Ronchi dei Legionari, Biblioteca Sandro Pertini di Ronchi dei Legionari, Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monfalcone, Claudio e Simone del Centro di Aggregazione Giovanile di Monfalcone,

con il sostegno dei partecipanti al progetto di microcredito teatrale Assemblea Teatrale Maranese-Marano Lagunare UD, Federico Toni, Laboratorio Teatrale Re Nudo-Teatri Invisibili, Nottenera.Comunità_Linguaggi_Territorio, Bonawentura/Teatro Miela-Trieste, Spazio Ferramenta, Tracce di Teatro d’Autore,

L’Attoscuro Teatro – Montescudo di Rimini.

Liberamente ispirato a “Lo spazio del silenzio” di Giovanna Paolin (Ed. Biblioteca dell’Immagine, 1998)

Dal 2009 al 2019 Marta Cuscunà ha fatto parte del progetto FiesFactory di Centrale Fies.

Le replica di venerdì 18 febbraio sarà sovratitolata in lingua inglese

Durata: 65 minuti

La Semplicità ingannata parla del destino collettivo di generazioni di donne e della possibilità di farsi “coro” per cambiarlo. Arcangela Tarabotti e le Clarisse del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di resistenza davvero unica nel suo genere. Queste donne trasformarono il convento in uno spazio di libertà di pensiero e contestazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. L’Inquisizione cercò con forza di ristabilire un ferreo controllo sulle Clarisse di Udine, ma le monache riuscirono a resistere per anni facendosi beffe del potere maschile e creando una sorprendente micro-società tutta al femminile, in un tempo in cui le donne erano escluse da ogni aspetto politico ed economico della vita.

La semplicità ingannata non è un documentario ma un progetto artistico dove il teatro è anche la possibilità di considerare il dato storico come un punto di partenza per un racconto che abbia come soggetto la società contemporanea. Questo approccio implica l’elaborazione di una storia non da una prospettiva documentaristica ma attraverso una visione artistica e posizionata, disposta anche a varcare i confini del conosciuto, del filologico e del politicamente corretto.

Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2 – M1 Cordusio), 19 e 20 febbraio 2022

(“Il canto della caduta”)

Il canto della caduta

di e con Marta Cuscunà

progettazione e realizzazione animatronica Paola Villani

assistente alla regia Marco Rogante

progettazione video Andrea Pizzalis, disegno luci Claudio “Poldo” Parrino

disegno del suono Michele Braga, partitura vocale Francesca Della Monica

esecuzione dal vivo luci, audio e video Marco Rogante

costruzioni metalliche Righi Franco Srl

assistente alla realizzazione animatronica Filippo Raschi

collaborazione al progetto Giacomo Raffaelli

cura e organizzazione Etnorama

amministrazione Laura Marinelli

distribuzione Jean-François Mathieu

co-produzione Centrale Fies, CSS Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Torino,

São Luiz Teatro Municipal (Lisbona),

in collaborazione con: Teatro Stabile di Bolzano, A Tarumba Teatro de Marionetas (Lisbona)

Residenze artistiche Centrale Fies, Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin, São Luiz Teatro Municipal, Lisbona, La Corte Ospitale

con il contributo del Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora/La Corte Ospitale”

sponsor tecnici: igus® innovazione con i tecnopolimeri; Marta s.r.l. forniture per l’industria

si ringraziano Daniele Borghello, Cattivo Frank – Franco Brisighelli, Erika Castlunger, Ulrike Kindl, Andrea Macaluso, Alessandra Marocco, Famiglia Medioli Valle, Giuseppe Michelotti, Giuliana Musso, Bernardetta Nagler,

Ioana Bucurean, Maria Chemello, Laura Rizzo, Stefania Santoni, Virginia Sommadossi

fonti di pensiero e parole: Kläre French-Wieser; Carol Gilligan; Ulrike Kindle; Giuliana Musso; Heinrich von Kleist; Christa Wolf

Prima rappresentazione italiana 25 – 26 ottobre 2018, Teatro Palamostre, Udine

Prima rappresentazione internazionale 15 -16 febbraio 2019 ,São Luiz Teatro Municipal, Lisbona

Dal 2009 al 2019 Marta Cuscunà ha fatto parte del progetto FiesFactory di Centrale Fies

Le replica di sabato 19 febbraio sarà sovratitolata in lingua inglese

Durata: 65 minuti

Il canto della caduta si ispira all’antico mito di Fanes e racconta di un’età dell’oro in cui gli esseri umani avevano un rapporto di alleanza con la Natura che permetteva loro di vivere in pace e abbondanza. Il canto della caduta parla di un “tempo più antico del tempo” e di un regno pacifico in cui la guida del popolo era compito femminile.Poi arrivò un re straniero e fu l’inizio di una nuova epoca del dominio e della spada. Il Regno perduto di Fanes è il canto nero della caduta dell’Umanità nell’orrore della guerra. La scena iniziale è la scena della fine: un campo di battaglia. La guerra non si vede mai sulla scena. Eppure c’è, restituita al pubblico dal punto di vista degli unici personaggi che ne traggono sempre vantaggio: i corvi. I corvi prendono le parti del coro, descrivono la battaglia, indugiano con meraviglia sul lato ostinato degli uomini nel darsi morte fino al culmine della carneficina.Non esiste popolo che non abbia un suo patrimonio peculiare di racconti mitici che narrano le origini dell’universo, degli dei, dell’ordine sociale e offrono immagini a paure e domande ancestrali: la guerra è parte incancellabile del destino dell’umanità? Cosa ci spinge perennemente alla guerra invece che alla pace? Perché ci cacciamo e perseguitiamo l’uno con l’altro?

Il canto della caduta cerca nuove immagini per antichi problemi e, attraverso il mito di Fanes, porta alla luce il racconto perduto di come eravamo, di quell’alternativa sociale auspicabile per il futuro dell’umanità che viene presentata sempre come un’utopia irrealizzabile. E che, forse, invece è già esistita.

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30.

Domenica, ore 16.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

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