“Nella solitudine dei campi di cotone” al Teatro i – Recensione

Teatro i

NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE

di Bernard-Marie Koltès

traduzione di Anna Barbera

regia Renzo Martinelli

con Cristian Giammarini, Giuseppe Sartori

aiuto regia Diego Zanoni

dramaturg Francesca Garolla

produzione Teatro i

in accordo con Arcadia & Ricono Ltd

per gentile concessione di François Koltès

con il sostegno di Next Laboratorio delle Idee

RECENSIONE

Due uomini si incontrano in un luogo non precisato durante il crepuscolo. Uno è un venditore, l’altro è un potenziale compratore. Il venditore sembra frequentare quel luogo abitualmente in attesa di incontrare un acquirente al quale poter vendere la sua merce che può essere di qualsiasi genere, e, considerando che il luogo è poco frequentato, specialmente in un’ora che precede la sera, è possibile presumere che si tratti di merce non legale. Quello che a lui interessa più di ogni altra cosa è comunque l’idea di incontrare una persona a cui poter vendere. E la trova nell’uomo che si presenta sul luogo. I due ora sono l’uno di fronte all’altro. Avevano un appuntamento oppure l’incontro è stato casuale? il venditore si mostra disponibile verso l’altro chiedendogli più volte cosa desidera acquistare ma l’altro è recalcitrante e nega di aver bisogno di acquistare qualcosa. Eppure si trova in un luogo che a quell’ora è equivoco.

Si apre a questo punto tra i due un dialogo serrato dove quello che vende cerca di sedurre l’altro che invece appare sempre più recalcitrante e non si fa blandire, insistendo sul fatto che si trova lì non per fare acquisti, senza però giustificare il motivo della sua presenza. Ma il venditore non demorde, è sicuro che l’altro sia venuto per acquistare qualcosa e confessa che non osa fargli alcuna offerta precisa dei suoi prodotti solo perché non potrebbe sopportare un rifiuto e quindi insiste che sia l’altro ad aprirsi, lo costringe spalle al muro e gli suggerisce di rivelare le sue vere intenzioni consigliandogli di immaginarsi nudo e solo in un campo di cotone (da qui il titolo della pièce).

Ma non c’è niente da fare, la loro discussione, sempre più accesa, non trova un punto d’incontro. In realtà, il loro comunicare è fatto di lunghi monologhi rivolti (o, meglio, “sbattuti in faccia”) l’uno all’altro e quella che dovrebbe essere una spiegazione dei diversi punti di vista di entrambi non viene reciprocamente recepita e l’incomunicabilità fra loro, invece di dissolversi, diventa sempre più tetragona. Il loro parlare è incessante e, usano un microfono, quando devono esprimere un concetto particolarmente incisivo. Sembra di assistere a una partita agonistica dove i ruoli sostenuti dai due sono intercambiabili, nel senso che l’uno sembra avere il sopravvento sull’altro a seconda delle varie fasi dell’azione. Apparentemente il venditore è l’attaccante mentre l’acquirente sembra giocare in difesa, ma in realtà la sua è una difesa attiva che sa essere particolarmente forte quando deve nascondere un suo segreto. Segreto che può essere solo ipotizzato dallo spettatore, perché il mistero che pervade per tutta la pièce può avere diverse chiavi di lettura.

Lecito è pensare, da alcune frasi che vengono pronunciate nei loro monologhi, che il tentativo di sopraffazione dell’uno sull’altro sottende alla ricerca di affetto, necessario per eludere la solitudine che in realtà sembra loro angosciare, ma nessuno dei due osa ammetterlo e per questo si affrontano con violenza verbale. Quello più “disponibile” appare essere il venditore che nasconde questa sua esigenza con parole imbonitrici, giustificate dal suo mestiere. Tuttavia l’altro sembra aver compreso il gioco e, pur essendo anche lui preda della solitudine, non vuole accettare compromessi.

Gli attori Cristian Giammarini (l’acquirente) e Giuseppe Sartori (il venditore), che si dividono la scena, in questa bellissima pièce (e faticosa dal punto di vista recitativo) sono al massimo della loro professionalità e sono stati lungamenti applauditi dal pubblico presente. Chi ha perso questo spettacolo, così meritevole, corra a vederlo.

(Visto il 1° Dicembre 2021)

(Carlo Tomeo: diritti riservati)

In scena fino al 4 Dicembre al Teatro i , Via Gaudenzio Ferrari, 11- Milano

Per info: biglietteria@teatroi.org www.teatroi.org

Categorie RECENSIONI

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